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Vară, vară, primăvară

anonimo
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OriginaleTraduzione italiana di Riccardo Venturi
VARĂ, VARĂ, PRIMĂVARĂVERA, VERA, PRIMAVERA
  
Vară, vară, primăvară,Vera, vera, primavera,
Mult mi-e inima amară,Il mio cuore è molto amaro,
Primăvara a sositE' arrivata primavera
Şi timpul de plugaritE il tempo di lavorare i campi
  
Nu mai vezi tineri la plugNon vedi più giovani all'aratro
Nice patru boi la jug,E né quattro buoi aggiogati,
Ies plugurile la aratEscono gli aratri a arare
Fără de nici un bărbatSenza nemmeno un uomo.
  
Ies cu plugul la ogorEscon a arare nel campo [1]
Moşii cu nepoţii lor,I vecchi coi loro nipoti,
I e coarne ţine-un moşneagIl manubrio [2] lo tiene un anziano
Plugul două vaci îl tragE l'aratro lo menano due vacche [3]
  
Şi o nevastă supăratăE una sposa rattristata
Strigă la vaci câte-odată,Urla a volte alle vacche,
Şi păşind peste ogor,E passa sul campo arato
Gândind la bădiţa lor,Pensando a suo marito. [4]
  
Şi aşteaptă să le scrieE aspetta che le scriva
De pe front, de bătălie.Dal fronte, dalla battaglia.
Câţi copii din lumea toatăQuanti bimbi del mondo intero
Nu ştiu cine le e tată?Non sanno chi è il loro padre?
  
Dar aşteaptă să le scrieMa aspettano che gli scriva
Tatăl lor din cătănie,Il loro papà dalla guerra, [5]
Cât e Rusia de mareQuant'è grande la Russia,
Numai două drumuri areHa solo due strade
  
Şi-ale sunt nepietruite,E non sono lastricate,
Dar de mine străbătute,Ma le ho tutte strabattute
Lânga satul AnapskaiaFino al paese di Anàpskaja [6]
Unde cad gloanţe ca ploaia.Dove piovono pallottole.
[1] Il termine ogor (di origine slava) indica già di per sé il “campo arato”.

[2] Si tratta dell'impugnatura dell'aratro, simile a due corna (coarne è il plurale di corn “corno”); ma il termine indica tout court il “manubrio”.

[3] Il fatto che l'aratro sia tirato da due vacche invece che dalla quadriglia di buoi aggiogati intende ovviamente descrivere la povertà del tempo di guerra: in condizioni normali nessun contadino metterebbe delle vacche all'aratro.

[4] Bădiţă è il diminutivo di bade, propriamente “fidanzato, innamorato”; ma poiché si tratta di una nevastă “sposa, donna sposata” è giocoforza rendere con “marito”. Da notare che nel testo si ha bădiţa lor, ovvero “il loro marito”, grammaticalmente incongruente: ma la singola sposa rappresenta collettivamente tutte le donne del villaggio che hanno i mariti al fronte.

[5] Il termine cătănie indica propriamente il “servizio militare”, ma è chiaro che date le circostanze il servizio militare è in guerra.

[6] La cittadina di Anàpskaja si trova in Russia nel distretto di Krasnodar', a brevissima distanza dalla Crimea. Rispetto alla presunta zona di provenienza del canto si trova, quindi, sulla costa opposta del Mar Nero. Da notare che in russo l'accentazione è Anàpskaja, ma che nel testo rumeno deve essere per forza Anapskàia per fare rima con ploàia (“la pioggia”).


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