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Via della Povertà [versioni modificate e versione da album], incl. Desolation Row by Bob Dylan

Fabrizio De André
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[2013]
Il bagno turco in fondo al vicolo 
è affollatissimo di marinai 
prova a chiedere a uno che ore sono 
e ti risponderà "non l'ho saputo mai" 
girano passaporti senza foto
e cartoline dell'impiccagione
l'equilibrista e il commissario cieco
vanno a braccetto col prestigiatore
e i reparti speciali sono pronti
il circo è già arrivato qui in città
io e la mia signora ci affacciamo stasera
da via della Povertà.

Cenerentola sembra così facile 
ogni volta che sorride ti cattura 
è proprio tale e quale a Bette Davis 
con i pollici infilati alla cintura 
Arriva Romeo sconsolato
e si lamenta “la mia donna sei tu” 
ma qualcuno gli dice
“sei nel posto sbagliato, non farti rivedere più”
e l'unico rumore che rimane 
dopo che l'ambulanza se ne va 
è Cenerentola che lava la strada 
in via della Povertà.
 
Adesso si nasconde la luna
anche le stelle sono quasi nascoste
l'indovina che legge la fortuna
se ne sta andando con le sue risposte
Ad eccezione di Abele e di Caino 
e del gobbo di Notre Dame
sono tutti occupati a far l'amore 
oppure aspettano la pioggia che verrà 
e il Buon Samaritano si sta cambiando
si mette in tiro per il Gran Galà
stasera si daranno un bel da fare
in via della Povertà.

Einstein con un cappuccio sulla testa
e i suoi diari dentro una cassetta
l'hanno visto passare appena adesso
insieme a un monaco dall'aria circospetta.
Era cosi terribile e innocente
quando ha preso e si è fermato qui
ad annusare i fanghi del torrente
e a recitare l'Abc
e a vederlo tu non lo diresti mai
ma era famoso qualche tempo fa
come virtuoso del violino elettrico
in via della Povertà.

Il dottor Lurido dietro la vetrina
nasconde gli angeli di un anno fa
conserva nella formalina i suoi pazienti
senza identità
L'infermiera che recita il rosario
inginocchiata sulla scrivania
sta controllando le pasticche del cianuro
nell'armadietto della farmacia
e per strada c'è parecchia confusione
stanno fischiando, puoi sentirli fin da qua
se appena provi a fare  un po' attenzione
in via della Povertà.

Ci si prepara per la grande festa
si inchiodano le tende alla parete
ecco il fantasma dell'Opera,
perfetto nel suo abito da prete
stanno imboccando con dolcezza Casanova
perchè si goda la sua felicità
prima di avvelenarlo di parole
e di ammazzarlo con la vanità
ed il fantasma grida “ragazze vi ho avvertito,
andatevene via da qua”
Casanova sta per essere punito
in via della Povertà.

A mezzanotte scatta il coprifuoco
i poliziotti tornano a lavoro
mettono le manette intorno ai polsi
di tutti quelli che ne sanno più di loro.
I prigionieri vengono portati
uno per uno dentro l'officina
dove la macchina del mal di cuore
gli viene stretta bene sulla schiena
e i responsabili dell'assicurazione
fanno attenzione affinchè nessuno esca da qua
e scaricano bidoni di benzina
in via della Povertà.

Sia lodato Nettuno imperatore
il Titanic naviga tra i ghiacciai
arriva l'alba e i passeggeri gridano
“dimmi da che parte stai”.
Ezra pound e Thomas Eliot discutono sul ponte di comando
suonatori di calipso li deridono
la poppa si sta sollevando
e le sirene affacciate alle loro finestre sul mare
vanno in giro con mimosa e lillà
e non ha più molto senso fermarsi a pensare
a via della Povertà.

La tua lettera è arrivata proprio ieri
quando è mancata l'elettricità
ma per favore non essere ridicolo
non starmi a chiedere come va.
Questa gente di cui mi vai parlando
non ha carattere, non ha fisionomia
ho dato a tutti quanti un'altra faccia
e ho usato nomi di fantasia
d'ora in avanti ti prego non insistere,
comincio a leggere con difficoltà
sempre che non mi mandi le tue lettere
da via della Povertà.
LA FESTA DELLA LIBERAZIONE

La festa della liberazione
da questa voglia di serenità
e da quelli ubriachi di belle parole
da quelli sbronzi d’autorità come mio nonno, minatore di verbi
e congiuntivi di nessuna utilità
di rispetto per se stessi e per gli altri
praticamente l’infelicità
e questi bambini, pimpanti e codardi
che hanno già perso la verginità
l’imene rotto della meraviglia nessuna scintilla, una sega a metà
la festa della liberazione
ce ne son molti di cui mi libere- rei
a cominciare da quelli di famiglia
dai tarli che mi han regalato i miei
dalla voglia di cascare sempre in piedi
dalla tua scuola, all’università
che ti ha insegnato soltanto ad imparare
per imparare e adesso che si fa?
e mia sorella, rizzacazzi per scelta
un piercing sull’ombelico e sei una celebrità
in questo paesino di grandi repressi
pochi e squallidi amplessi, la mediocrità
la festa della liberazione
da tutti gli atei, compreso il sottoscritto
io prego molto, ma molto di più
di chi si inginocchia e prega il soffitto
e passo ore, giorni, mesi a pensare le stelle
e non guardarle mai
ho paura di vederlo spuntare
sorride e dice “Appino, che cazzo fai?”
e la marcia nuziale di tutti è un aereo che passa
e lascia una scia che divide il cielo da quelli buoni
e da quelli che han bisogno della polizia
la festa della liberazione
da questo talento di perdonarmi tutto
e perdono gli altri solo se comoda a me
dio quante balle, che mi son detto che ho detto a tutti quanti voi
invitati a casa mia e poi lasciati fuori
e mia sorella piange di nascosto
la sua ragazza le ha detto “muori”
e tutti i maschi del paese son in tiro
nell’attesa si picchiano, per toccarsi un po’
quanto è brutta tutta questa campagna
la gente si lagna e nemmeno un falò
mentre al centro han rubato il senso
centrare un bersaglio è proprio quello che vorrei
come mio padre 34 anni fa, una vita ad allontanarlo
e poi diventare come lui


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