Le bistrot
Georges BrassensA' Terrazzini - La versione livornese dell' Anonimo Toscano del... | |
IL BISTROT In un angolo marcio della Parigi povera, su una piazza c'è un vecchio bistrot tenuto da un bestione di merda. Se hai il palato fino, se ti ci vuole vino di prima classe, vai a bere a Passy, [1] il nettare di qui non lo reggi. Ma se hai la gola foderata d'una armatura d'acciaio, gusta questa delizia, questo vinaccio minaccioso. Ci troverai, là, il fior fiore della marmarglia, tutti gli sfigati, tutti i disgraziati del posto che vengono in fila come aringhe a vedere in faccia la bella del bistrot, la moglie di quel bestione di merda. Che io beva a fondo l'acqua di tutte le fontanelle Wallace, [2] se da oggi in poi sedotto non sarai dalla grazia di quella fatina che ha trasformato un buco in un palazzo, con le sue bellezze tutte belle a posto da cima a fondo. Quei tesori squisiti, chi li abbraccia, chi li stringe? E' davvero troppo tutto questo per quel bestione di merda. E' ingiusto, è pazzesco, però che ci vole- te fare? L'amore sta invecchiando, non ci vede più molto bene. Se le fai la corte bada che quel che dici non la irritino, sii educato, ragazzo mio, mani a posto o succede un casino. Ché con la sua mano da schiaffi punisce a ciaffate gli audaci, certo ancora non è nato chi gliele farà sotto il naso. Non è ancora nato il tipo fortunato che sgelerà 'sto ghiacciolo, che metterà di nascosto le corna a quel bestione di merda. In un angolo marcio della Parigi povera. su una piazza, una specie di fata ha trasformato un buco in un palazzo. | A' TERRAZZINI Se giravi 'ntorno Pe' tutta Livorno Ar Pontino [1] C'era un'osteria, Tre tavoli e vìa A be' ir vino. E c'era ir padrone Di merda, un bestione Già briào Alle nov' e mezzo, Puzzava di lezzo Un dìo 'r fiào. [2] Se volevi 'r vino Bòno e sopraffino, Ir Sassi'àia, Dovevi pagà' Pe' andatti a 'mbriaà' All'Ornellàia. [3] Quà c'è quer vinaccio Lurido e minaccio- so a quartini, O a mezzi litri, Vedi 'n po', Dimitri, [4] Che posticini. Ci dovevi avé' Stòmao pe' tré Foderato, Chi ciandàva a bé Si scordava se Era entrato. C'erano a sedé' Sempre du' o tré Disgrazziati, Che come babbei Guardavano lei Estasiati. Unzè mai saputo Dé come quer bruto, Quer briào Ciavesse una moglie Bella che ti toglie Tutto 'r fiào. C'eran delle sere Che tutto ir quartiere, Mezza 'Uropa, Stava fino all'ò- tto a mirà quer po- pò' di topa. Vorrè' traannà Cento litri d'à- cqua Uliveto [5] Se anco tu di là 'Un passavi a fa' Ir discreto. A vedé' la fata Che l'ha trasformata I Terrazzini, In una delìzzia Piena di letìzzia E d'amorini. Se ripenzo a chi La baciava, io ci Sto basito, Quer bestione, quer Gorillone der zu' marito. Se ripenzo a chi L'abbracciava, a chi L'ha sposata, Mi viene da dì' Che ciò voglia di Un'aranciata. E che ci vòi fa'? Ciài da smoccolà' [6] Gesuccristo, Se l'amore è cèo, Certo quer babbeo Un cià ma' visto. E ciài da provà' ! Si rigira e, pààà!, Giù manate, E 'un ci riprovà', Sennò lei ti dà Bottigliate. Mentre ir zu' marito Tutto intenerito E innamorato, Offre un bicchiere Di vinaccio a bere Ar marcapitato. Unn'è ancora nato Dé ir fortunato Che ci sgrilla, Che 'ni metterà Corne a rondemà [7] A quer gorilla. Se giravi 'ntorno Pe' tutta Livorno Ar Pontino, La fata turchina In una cantina Verzava ir vino. |
[1] Il quartiere del centro di Livorno dove si trova, appunto, via dei Terrazzini (propriamente: San Marco-Pontino). L'Anonimo Toscano del XXI Secolo vi ha abitato non pochi anni. [2] Non dico il fiato. [3] Tenuta vinicola di Bolgheri (LI) attigua a quella del Sassicaia; ma mentre quest'ultima è di proprietà dei marchesi Incisa Della Rocchetta, l'Ornellaia è stata dei marchesi Antinori e ora è dei marchesi Frescobaldi. Dai marchesi, come si può vedere, a Bolgheri comunque non si scappa. In entrambe le tenute si producono noti e costosissimi vini Supertuscan (Bolgheri DOC superiore). [4] Una dedica al nostro nuovo amico Dimitri Steenvoorden. [5] L'acqua termale d'Uliveto, come dì, pur essendo assai famosa a mio modesto parere fa veramente caà. In più sgorga nel comune di Vicopisano, vale a dire in provincia -iddìo ne scampi- di Pisa. [6] Bestemmiare. [7] A profusione, in abbondanza, oppure a casaccio tutt'attorno: tirà' ceffoni a rondemà. Antica espressione francese, à (la) ronde main, fissatasi chissà come nel livornese popolare, che del resto labronicizza anche l'inglese: te'erìsi (“pigliatela comoda”, da take it easy), camelò (“vieni qua”, da come along). |
[1] Passy, nel XVI arrondissement, è un quartiere molto elegante e alla moda; o perlomeno lo era nel 1960, ora non saprei. Quindi vi si beveva vino buono e, presumibilmente, molto caro.
[2] Nel 1872 un miliardario americano di nome Wallace, innamorato di Parigi (ed esserlo innamorato l'anno dopo la Comune non era cosa da poco), fece installare a sue complete spese moltissime fontanelle che, tuttora, sono mantenute in perfetta efficienza dal Comune. Come fra Brassens, bisogna pronunciare rigorosamente "valàss", guai a dire "uòllas".