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Kyrie Eleison

Linard Bardill
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OriginaleTraduzione italiana di Riccardo Venturi
KYRIE ELEISONKYRIE ELEISON
  
Ich glaube nicht an GottIo non credo in Dio
Dafür hat er sich an der Kreuzigungperché alla crocifissione
Seines Sohnes zu schändlich verhaltendi suo figlio si è comportato troppo da schifo
Ich glaube nicht an den HerrnIo non credo ai signori
Zu gern möcht’ ich die Freiheit noch lernenmi piacerebbe troppo imparare ancora la libertà
Und die Freiheit des Schreiners behaltene conservare la libertà del falegname. [1]
Ich glaube nicht an mich selbstIo non credo a me stesso
Dafür kenne ich zu gut und zu schlechtperché conosco troppo bene o troppo male
In mir all’ die vielen Gestaltentutte le tante persone che ho dentro
Aber ich liebe das Lebenperò amo la vita
Und manchmal fürcht’ ich den Tode spesso ho paura della morte
Ich liebe wie Hafis die Rebencome a Hāfez [2] mi piacciono le vigne
Warm aus dem Ofen das Brotil pane caldo appena sfornato
Kühl aus dem Keller den Weinil vino fresco della cantina
Hell auf der Stirne das Mal des Kainchiaro sulla fronte il marchio di Caino
Eine Nacht mit dir am gemordeten Rheinuna notte con te sul Reno assassinato
  
Ich glaube nicht an die MachtIo non credo alla forza
Dafür ist mir die Gewalt zu verhasstperché odio troppo la violenza
Und die Gesichter von Soldaten zu kindliche le facce dei soldati troppo da bambini
Ich glaube nicht an das RechtIo non credo al diritto
Dafür sind die Macher zu oft die Gemachtenperché troppo spesso chi ne è l'autore è falso
Und Krawatten zu wenig verbindliche poi son cravatte per nulla gentili [3]
Ich glaube nicht an das WohlIo non credo al bene
Dafür sind die Verbraucher zu oft die Verbrauchtenperché i consumatori troppo spesso sono consumati
Und die Slogans zu leicht verständliche gli slogan si capiscono troppo facilmente
Aber ich glaub’ an die Erdeperò credo alla Terra
Und ihren tanzenden Sohne a suo figlio che danza
Ein Säufer grölt Wart nur ich werdeun ubriaco grida: Aspetta, che ora...!
Im Herbst ziehen die Schwalben davonin autunno se ne volano via le rondini
Die Krähen zur Stadt wenn die Himmel schreienle cornacchie in città quando gracchiano i cieli
Wo Mütter und Steine in Gassen gedeihendove madri e pietre crescono nelle vie
Ein Mensch in den Schluchten der Welt alleinun uomo, negli abissi del mondo, solo
  
Bald ist das letzte Glas zersprungenPresto l'ultima voce sarà esplosa
Das letzte Niederlagelied gesungenl'ultimo canto di sconfitta cantato
Verjährt die Worte der Propheteninvecchiate le parole dei profeti
Durchschnittsschnitzel Zorn unduna cotoletta media, rabbia e
Hoffnung der Proletensperanza dei proletari
Bald ist der letzte Baum verdorrtpresto l'ultimo albero sarà seccato
Das letzte Wasser ausgetrunkenl'ultima acqua tracannata
Die letzte Hoffnung clam verscharrtl'ultima speranza del cazzo sotterrata
Das letzte Bilderboot ächzend gesunkenl'ultima bilderbarca [4] affondata gemendo
So giesse in die Kaffeetasse mir den Weine allora versami vino nella tazza da caffè [5]
Und wenn sie überfliesste quando trabocca
Sollen die Flecken auf meinem Tischle macchie sul mio tavolo dovranno
Mir Fingerzeig und Fussspur Gottes seinessere cenni e orme di Dio
  
Die Sänger lernen sich auf freundlich putzenI cantanti imparano a fingersi amichevoli
Die Dichter ihre Flügel selber stutzeni poeti si tarpano da soli le ali
Die Liebe wischt sich frische Hemdenl'amore si asciuga camicie fresche di bucato
Die Freundschaft übt sich im Verwendenl'amicizia si esercita a usare
Herrgott was finster ist das TreppenhausDiosanto com'è buia la tromba delle scale
Und Nachbars stumpfes Kinde il bambino scemo del vicino
Schaut aus dem Katzenloch herausattenti alla gattaiola
Doch der Sittich von Frau Türieepperò anche al pappagallino della signora Türie
Übt seit Stunden Gott ein Kyrierivolgete per ore a Dio un kyrie
Kyrie eleisonkyrie eleison
Kyrie eleisonkyrie eleison
Kyrie eleisonkyrie eleison
[1] Anche da non particolarmente sobrio, Linard Bardill qui cita, nientepopodimeno, che San Tommaso d'Aquino. Si tratta del concetto Aquinate consistente nel fatto che, nella volontà, si deve preconsiderare un certo "difetto" prima della scelta (imperfetta) della volontà stessa. Tommaso lo spiega con l'esempio di un artigiano, poniamo un falegname, che debba tagliare del legno: per farlo bene deve seguire una certa "regola", o "misura", altrimenti il taglio risulta impreciso. Anche le azioni umane volontarie, per essere buone, devono applicare una norma: quella di seguire la "regula rationis et legis divinae" (regola della ragione e della legge di Dio); diversamente, risultano cattive.

[2] Hāfez (per esteso Khāje Shams o-Dīn Mohammad Hāfez-e Shīrāzī, persiano: خواجه شمس‌الدّین محمّد حافظ شیرازی) è stato un famoso poeta persiano del XIV secolo, uno dei grandi classici della letteratura persiana. Come a 'Umar Khayyām, ghe piaseva el vin ("quando el caveo tende al bianchin, lassa la mona e tàchiti al vin"); ma siccome, tra i cantautori, Khayyām era stato già preso da Guccini, Bardill si è dovuto rivolgere a Hāfez.

[3] Si tratta qui di un'allusione piuttosto chiara alla pena di morte: le "cravatte per nulla gentili" sono i cappi per le impiccagioni, distribuite dai signori che fanno il "diritto".

[4] Gioco di parole: la "bilderbarca" sarebbe la barca del gruppo Bilderberg (si sono, tra l'altro, avuti effettivamente arrivi in barca dei partecipanti al gruppo agli esclusivi resort o roba del genere che ospitano di solito i loro incontri annuali). Negli anni attorno alla canzone di Bardill (1989), però, il gruppo Bilderberg rimase lontano dalla Svizzera: l'ultima riunione in Svizzera era stata a Bürgenstock nel 1981 (sarebbe tornato in Svizzera nel 1995 a Zurigo). Colgo l'occasione: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, io non credo affatto ai "complotti" del famoso gruppazzo. Si tratta di una riunione di emeriti cazzoni, potentissimi senz'altro, che per qualche giorno si godono la vita in dei bei posti prendendo probabilmente per i fondelli i "complottisti" che immaginano che lì si muovano i fili del mondo mentre quelli se la spassano in piscina e in mille altri modi.

[5] Essendo Linard Bardill svizzero, non si deve immaginare la tazzina da caffè italiana. Il caffè svizzero, per averlo provato (ohimè) per anni, consta di tazzate vaste come una cisterna riempite di una broda indefinibile. Effettivamente, meglio riempirle di vino (se proprio si vuole un vino svizzero, c'è il meraviglioso rosso ticinese "Selezione d'Ottobre", veramente un gran vino; ma sospetto che Bardill beva qualche ciofeca bianca come il Fendant).


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