Dalla parte di Spessotto
Vinicio CaposselaOriginal | Traduzione portoghese di Jorge Stolfi, professore d’informatica... |
DALLA PARTE DI SPESSOTTO Siamo dalla parte di Spessotto da appena nati dalla parte di sotto senza colletto, senza la scrima senza il riguardo delle bambine Dalla parte di Spessotto il tè di ieri riscaldato alle otto i compiti fatti in cucina nella luce bassa della sera prima Dalla parte di Spessotto con la falla dentro il canotto col doppiofondo nella giacchetta e col grembiule senza il fiocco Timorati del domani timorati dello sbocco siamo dalla parte di Spessotto Siamo la stirpe di Zoquastro i perenni votati all'impiastro sulla stufa asciuga l'inchiostro dei fogli caduti nel fosso salmastro Dalla parte della colletta dell'acqua riusata nella vaschetta il telefono col lucchetto e per Natale niente bicicletta Dalla parte di Spessotto e se non funziona vuol dire che è rotto dalla parte del porcavacca e se non lo capisci allora lo spacchi! L'oscurità come un gendarme già mi afferra l'anima attardàti qui in mezzo alla via Non siamo per Davide siamo per Golia! Non per Davide e la sua scrima non per i primi anche alla dottrina con il tarlo dentro all'orecchia la flanellosi che ci mangia a letto (*) Con i peccati da regolare le penitenze da sistemare sei anni e sei già perduto e quando t'interrogano rimani muto! MUTO! Dalla parte di Spessotto che non la dicono chiara che non la dicono vera che non la dicono sincera Tieniti i guai nei salvadanai se resti zitto mai mentirai! Adamo Nobile, Carmine Quirico Rocco Crocco e la banda Spessotto imboscati in fondo alla stiva negli ultimi banchi della fila. Abbagliati dalla balena nella pancia della falena clandestini sopra la schiena gettati al mare delle anime in pena. Evasi dal compito evasi dall'ordine imbrandati sotto a un trastino a giocarcela a nascondino di soppiatto allo sguardo divino Il paradiso nostro è questo quà fuori dalla grazia fuori dal giardino fino alla notte che verrà non siamo più figli del ciè- figli del ciè- figli del cielo ma di quei farabutti di Adamo e di Eva L'oscurità come un gendarme già mi afferra l'anima attardàti quì in mezzo alla via già mi prende e mi porta... Dalla parte di Spessotto dalla parte finita di sotto… Ma siamo tutti finiti per terra tutti a reggerci le budella gli ubriachi, i brutti, i dannati ma pure i sobri, i belli, i fortunati E quando verrà il giorno che avrò il giudizio dirò da che parte ho intricato il mio vizio per che pena pagherò il dazio in che risma sono dall'inizio Da che zolla ho levato il mio canto da che pietra ho dato fuoco al pianto per che cielo ho sparso il mio botto Non da Davide solo da Spessotto! Il paradiso nostro è questo quà fino alla notte che verrà non siamo più figli del ciè- figli del ciè- figli del cielo non di Davide solo di Spessotto!!! | DA FAMÍLIA DOS SPESSOTTO Somos da família dos Spessotto, desde recém-nascidos estamos por baixo sem colarinho, sem o penteado à risca, sem a atenção das meninas. Da família dos Spessotto, o chá de ontem requentado às oito, a lição de casa feita na cozinha na luz baixa da outra noitinha. Da família dos Spessotto, com o vazamento no barquinho, com o forro falso no paletó, com o uniforme sem a fita. Temerosos do amanhã, temerosos do final, somos da família dos Spessotto. Somos da estirpe de Zoquastro, os perpétuos destinados à confusão, no fogão enxuga a tinta das páginas caídas no córrego salobro. Da família da vaquinha, da água reusada na bacia, o telefone com cadeado e no Natal nada de bicicleta. Da família dos de Spessotto. e se não funciona é porque está quebrado; da família do p.q.p., e se não o entendeu então quebre-o. A escuridão como um guarda já me agarra a alma, demoramos por aqui no meio da rua; não torcemos por Daví, torcemos por Golias. Não por Daví e a sua risca, não pelos primeiros também em doutrina, com o caruncho dentro do ouvido, a flanelose que nos devora na cama; com os pecados a acertar, as penitências a dar um jeito; seis anos e você já está perdido, e quando te interrogam você fica mudo-- mudo! Da família dos Spessotto: que não falam com clareza, não falam a verdade, que não falam com sinceridade; guarde suas encrencas no cofrinho, se você ficar calado nunca mentirá. Adamo Nobile, Carmine Quirico, Rocco Crocco e o bando de Spessotto, emboscados no fundo do porão, mas últimas carteiras da fila; deslumbrados pela baleia, na barriga da mariposa, clandestinos sobre as costas, lançados ao mar das almas penadas; fugidos do dever de casa, fugidos da ordem, agachados debaixo de um banco de jardim brincando de esconde-esconde, esquivando-se do olhar divino. E o paraíso nosso é este aqui, fora da graça, fora do jardim... Até a noite que virá; Não somos mais filhos do Céu, filhos do Céu, filhos do Céu, mas daqueles desgraçados, de Adão e de Eva. A escuridão, como um gendarme já, me agarra a alma; demorou um tempo por aqui, no meio da rua, já me pega e me leva... Da família dos Spessotto, daqueles que acabaram por baixo... Mas acabamos todos no chão, todos a nos segurar as tripas, os bêbados, feios e danados, mas tambem os sóbrios, belos sortudos. E quando vier o dia em que terei juízo, direi de que lado enrosquei meu vício, por qual pena pagarei a taxa, em que resma estou desde o início; de que torrão levantei meu canto, de que pedra botei fogo no pranto, que céu espalhei o meu tiro: não de Daví, só de Spessotto! E o paraíso nosso é este aqui, até a noite que virá: não somos mais filhos do Céu, filhos do Céu, filhos do Céu, não de Daví, só de Spessotto! |
(*) "Malattia di mia invenzione, viene dalle lenzuola di flanella di mia madre che sono calde e mi imprigionano a letto. Uno come me può rimanerci a lungo." Vinicio Capossela |