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Kalender 1913

Erich Mühsam
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OriginalVersione italiana di Francesco Mazzocchi
KALENDER 1913


Januar:
Der Reiche klappt den Pelz empor,
und mollig glüht das Ofenrohr.
Der Arme klebt, daß er nicht frier,
sein Fenster zu mit Packpapier.

Februar:
Im Fasching schaut der reiche Mann
sich gern ein armes Mädchen an.
Wie zärtlich oft die Liebe war,
wird im November offenbar.

März:
Im Jahre achtundvierzig schien
die neue Zeit hinaufzuziehn.
Ihr, meine Zeitgenossen wißt,
daß heut noch nicht mal Vormärz ist.

April:
Wer Diplomate werden will,
nehm sich ein Muster am April.
Aus heiterm Blau bricht der Orkan,
und niemand hat`s nachher getan.

Mai:
Der Revoluzzer fühlt sich stark.
Der Reichen Vorschrift ist ihm Quark.
Er feiert stolz den ersten Mai.
(Doch fragt er erst die Polizei.)

Juni:
Mit Weib und Kind in die Natur
zur Heilungs-, Stärkungs-, Badekur.
Doch wer da wandert bettelarm,
Den fleppt der würdige Gendarm.

Juli:
Wie so ein Schwimmbad doch erfrischt,
wenn`s glühend heiß vom Himmel zischt!
Dem Vaterland dient der Soldat,
kloppt Griffe noch bei dreißig Grad.

August:
Wie arg es zugeht auf der Welt,
wird auf Kongressen festgestellt.
Man trinkt, man tanzt, man redet froh,
und alles bleibt beim status quo.

September:
Vorüber ist die Ferienzeit.
Der Lehrer hält den Stock bereit.
Ein Kind sah Berg und Wasserfall,
das andre nur den Schweinestall.

Oktober:
Zum Herbstmanöver rücken an
der Landwehr- und Reservemann.
Es drückt der Helm, es schmerzt das Bein.
O welche Lust, Soldat zu sein!

November:
Der Tag wird kurz. Die Kälte droht.
Da tun die warmen Kleider not.
Ach, wärmte doch der Pfandschein so
wie der versetzte Paletot!

Dezember:
Nun teilt der gute Nikolaus
die schönen Weihnachtsgaben aus.
Das arme Kind hat sie gemacht,
dem reichen werden sie gebracht.
CALENDARIO 1913

Gennaio:

Il ricco si tira su la pelliccia,
e il tubo della stufa piacevolmente è rosso.
Il povero per non aver freddo incolla
carta da pacchi a chiudere la finestra.

Febbraio:

A carnevale il ricco signore si contempla
volentieri una povera ragazza.
Spesso com’era tenero l’amore
diventa chiaro in novembre.

Marzo:

Nel Quarantotto sembrò
che fosse giunto un tempo nuovo.
Voi, miei contemporanei, sapete
che oggi non è ancora di nuovo Vigilia di marzo.

Aprile:

Chi vuole diventare diplomatico,
prenda come modello aprile.
Dall’azzurro sereno scoppia l’uragano,
e nessuno poi ce l’ha fatta.

Maggio:

Il rivoluzionario si sente forte.
L’ordine dei ricchi per lui è latticino molle.
Egli festeggia fiero il Primo maggio.
(Ma prima chiede la polizia.)

Giugno:

Con moglie e bimbo nella natura
per le cure della salute, del vigore, i bagni.
Ma il povero che gira da quelle parti,
lo ferma per i documenti il degno gendarme.

Luglio:

Ma quanto rinfresca una piscina,
quando viene giù caldo rovente dal cielo!
Il soldato serve la patria,
si esercita col fucile anche a trenta gradi.

Agosto:

Quanto va male nel mondo,
lo si constata nei congressi.
Si beve, si danza, si chiacchiera allegramente,
e tutto resta allo status quo.

Settembre:

È finito il tempo delle vacanze.
Il maestro tiene pronto il bastone.
Un bambino ha visto montagna e cascata,
l’altro soltanto il porcile.

Ottobre:

Ritornano alle manovre d’autunno
il territoriale ed il riservista.
Pesa l’elmo, fa male la gamba.
Che soddisfazione, essere soldato!

Novembre:

Il giorno diventa corto. Il freddo incombe.
Servono i vestiti caldi.
Ah, se la polizza di pegno riscaldasse
come il cappotto impegnato!

Dicembre:

Ora il buon San Nicola distribuisce
i bei doni di Natale.
Il bimbo povero li ha fatti,
vengono portati a quello ricco.


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