Diplomatenjagd
Reinhard Mey| Versione italiana di Francesco Mazzocchi | |
LA CHASSE PRÉSIDENTIELLE Au château d’Anguilles-sous-Rochers C’est le jour traditionell: Le Duc Alfred a organisé Une chasse présidentielle Au canard sauvage De son élevage. On fera la fête A toutes ces bêtes Que le Duc a fait installer savamment Dans ses bois la veille pour beaucoup d’argent. Deux généraux arrivent haletants, Suivis du corps diplomatique. Après un cardinal armé jusqu’aux dents, Trois jeunes cadres dynamiques, Un syndicaliste, Quelques monarchistes, Un prix littéraire, De hauts fonctionnaires. Sortant d’un tailis, affolé, un vieillard, Quand sonnent les trompes, accourt sur son brancard. Les coups de feu claquent de tous les côtés. Un teckel émerge en boitant D’un épais nuage de fumée, On l’avait pris pour un faisan. Le Duc en déroute Abat le casse-croûte, Qu’un prêtre profane Avait sous sa soutane. Les plombs transpercent rillettes et camembert, Un sanglier se rend les deux pattes en l’air. «Que vois-je donc paraître à l’orée du bois?» Le vieillard ne voit plus très clair. «On va faire un sort à cette bête-là Qui ressemble assez à un cerf!» On met sa civière près de la lisière. Il prend l’escopette, Trouve la gâchette, Il vise, il tire, ainsi finit la carrière Du Ministre des affaires étrangères. Quand le vieillard crie «Hallali! Nous l’avons» L’ambiance devient pesante. On remet des notes de protestation Extrêmenent violentes. «Mais quoi qu’on en pense, A cette distance, Il faut reconnaître: C’est un coup de maître» Et d’ailleurs le ministre se raconte-t-on, Fréquentait des membres de l’opposition. La nuit tombe au château et la paix revient, La fumée de poudre envolée. Le Cardinal vient bénir le butin De pauvre gibier fatigué: La laie asthmatique, Les canards phtisiques, La chasse s’arrose, Et puis on propose D’offrir le butin, car on est généreux, A l’orphelinat des Enfants du Bon Dieu. | CACCIA DEI DIPLOMATICI Al castello di Hohenhecke a Niederlahr Ha appena fatto giorno ,– Il barone Bodo guida, come ogni anno, La caccia dei diplomatici; Per campi e ripe A irsuti cinghiali, In prati e cespugli A scovare il cervo, Che il barone Bodo con notevole spesa Ha introdotto lui stesso la vigilia. Già irrompe in boschi e campi, Il corpo diplomatico, I cavalieri dell’Ordine della Congiuntura, Davanti due generali. A squilli di corno, Con bastoni e fucili. Segue con furore Un monsignore. Perfino il decrepito antenato von Kieselknirsch, viene portato a caccia sulla lettiga! Sparano i fucili, un lampo di polvere, – Presto si dice, Che il tenente generale von Zitzewitz lamenta la perdita del suo bassotto. L’attendente Mehring Uccide un’aringa, Il surgelato Perforano le pallottole, Ancora nella confezione a tenuta di freddo, – è inaudito! – Un cinghiale si arrende, stravolto dal chiasso. „Si muove qualcosa là al margine del bosco?“ (L’antenato non vede più bene.) „Questo si becca al volo una schioppettata!“ (Perché sa tirare non male. Anzi, senza alcun dubbio: tira come il diavolo!) Lo si porta piano piano, Fino vicino alla tagliata. Gli si porge lo schioppo, partono i pallini: Così trova la morte il ministro degli esteri. Che l’antenato dopo di ciò ancora gridi „Buona caccia“, Ha colpito tutti molto spiacevolmente. Gli viene consegnato uno scritto di protesta (Formulato in modo particolarmente aspro), Ma al vecchio bisogna Considerare a giustificazione: Questo era, per Uberto, Uno splendido colpo di spalla, E che lui la parola caccia dei diplomatici, l’ha solo presa un po’ troppo alla lettera! Scende la notte, e il castello di Hohenhecke Offre un’immagine pacifica: Il monsignore benedice la preda Di selvaggina senza vita, vecchia, Già quasi dimenticata, Nessuno però vuol mangiare: I veterani, I tigliosi fagiani, La zia coi reumatismi, Il cinghiale coll’asma. Alla caccia si fa una bevuta, E poi si chiude: Tutto quanto viene, – perché qui si pensa alla grande, – Regalato al più vicino ospizio dei poveri! Così anche i più poveri partecipano della benedizione! Evviva la caccia, tre volte buona caccia! |
