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Glasgerion [Jack Orion]

anonimo
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OriginaleTraduzione italiana di Jack Orion
GLASGERION [JACK ORION]

Glasgerion was a kings owne sonne,
And a harper he was good,
He harped in the kings chamber
Where cappe and candle yoode,
And soe did hee in the Queens chamber
Till ladies waxed wood.

And then bespake the Kings daughter,
And these words thus sayd shee [...]

Saide, Strike on, strike on, Glasgerrion,
Of thy striking doe not blinne,
Theres neuer a stroke comes ouer this harpe
But it glads my hart within.

Faire might you fall, Lady, quoth hee;
Who taught you now to speake?
I haue loued you, Lady, seuen yeere,
My hart I durst neere breake.

But come to my bower, my Glasgerryon,
When all men are att rest;
As I am a ladie true of my promise,
Thou shalt bee a welcome guest.

But hom then came Glasgerryon,
A glad man, Lord, was hee;
And come thou hither, Jacke, my boy,
Come hither vnto mee.

For the kings daughter of Normandye
Her loue is granted mee,
And before the cocke haue crowen
Att her chamber must I bee.

But come you hither, Master, quoth hee,
Lay your head downe on this stone,
For I will waken you, Master deere,
Afore it be time to gone.

But vpp then rose that lither ladd,
And did on hose and shoone;
A coller he cast vpon his necke,
He seemed a gentleman.

And when he came to that Ladies chamber
He thrild vpon a pinn,
The Lady was true of her promise,
Rose vp and lett him in.

He did not take the lady gay
To boulster nor noe bedd,
But downe vpon her chamber flore
Full soone he hath her layd.

He did not kisse that Lady gay
When he came nor when he youd;
And sore mistrusted that Lady gay
He was of some churles blood.

But home then came that lither ladd,
And did of his hose and shoone,
And cast that coller from about his necke,
He was but a churles sonne.

Awaken, quoth hee, my Master deere,
I hold it time to be gone, [...]

For I haue sadled your horsse, Master,
Well bridled I haue your steed;
Haue not I served a good breakfast
When times comes I haue need.

But vp then rose good Glasgerryon,
And did on both hose and shoone,
And cast a coller about his necke,
He was a Kinges sonne.

And when he came to that Ladies chamber
He thrild vpon a pinn;
The Lady was more then true of promise,
Rose vp and let him in:

Saies, Whether haue you left with me
Your braclett or your gloue,
Or are you returned backe againe
To know more of my loue?

Glasgerryon swore a full great othe
By oake and ashe and thorne:
Lady!, I was neuer in your chamber
Sith the time that I was borne.

O then it was your litle ffoote-page
Falsly hath beguiled me [...]

And then she pulld forth a litle pen-kniffe
That hanged by her knee;
Says, There shall never noe churles blood
Spring within my body.

But home then went Glasgerryon,
A woe man, good Lord, was hee,
Saies, Come hither, thou Iacke my boy,
Come thou hither to me.

For if I had killed a man to-night,
Iacke, I wold tell it thee;
But if I haue not killed a man to-night,
Iacke, thou hast killed three!
JACK ORION

Jack Orion era il miglior violinista
Che mai avesse suonato su corda,
Faceva impazzire le giovani donne
Quando suonava una melodia sul suo violino

Avrebbe fatto uscire i pesci dall'acqua salata
O acqua da una lastra di marmo,
O latte dal petto di una vergine
Sebbene mai avesse avuto figli

Prese il suo violino in mano
E si mise a suonare e a cantare;
E spesso suonava al cospetto del Re
Che mai se ne aveva a annoiare.

E continò a suonare nella sala del castello
Finché, suonando, non li fece addormentar tutti;
E tutto questo a causa della giovane principessa
Che per amore se ne stava sveglia.

E prima suonò una melodia solenne e lenta
E poi ne fece sgorgare una allegra;
E molti furono i sospiri e le parole d'amore
Che scorsero fra quei due.

Vieni in camera mi, dolce Jack Orion,
Quando tutti saranno a riposare;
Sono una donna fedele alla mia parola,
Sarai un ospite ben gradito.

Ripose il violino in una tela verde
E, com'è vero Iddio, era un uomo felice;
Poi corse via a casa sua
E disse, Tom, vieni qui da me

All'alba, quando i galli avranno cantato
E ben sbattuto le loro ali,
Sono stato invitato a entrare da quella dama
Per distendermi al suo fianco.

Giaci pure nel tuo letto, caro padrone,
E dormi quanto più puoi;
Farò buona guardia e ti sveglierò
Tre ore prima che faccia giorno.

Invece si alzò, quell'indegno ragazzo,
E indossò i vestiti del suo padrone;
Si mise pure un colletto al collo,
Sembrava proprio un gentiluomo.

Beh, non prese quella bella signora
Sul capezzale e neanche sul letto,
La rovesciò giù sul pavimento
E rapidamente la montò.

Non le diede un bacio né all'arrivo
E neppure quando andò via;
Splendeva la luna come brace
Guizzando dentro e fuori dalla finestra.

Le tue calze sono stracciate, amore,
Hai le guance ispide di barba,
Pieni di nodi sono i tuoi capelli biondi
Che ho visto solo ieri sera.

Le calze sono del mio paggio Tom,
Sono le prime che mi son capitate in mano,
I capelli me li ha annodati il vento
Mentre cavalcavo per la campagna.

Tom prese il violino in mano
E cantò in modo insolente,
Poi tornò alla casa del suo padrone
Il più veloce che poté.

Svegliati, svegliati, mio buon padrone,
Temo che sia quasi l'alba,
Svegliati, svegliati, il gallo ha cantato,
È ora che tu vada.

Allora si alzò veloce Jack Orion,
Si infilò il mantello e le scarpe,
E si mise un colletto al collo,
Era davvero figlio di un signore.

E quando giunse alla camera della signora
Toccò leggermente il battente;
La signora fu fedele alla sua parola,
Si alzò e lo fece entrare.

Oh, lai lasciato qui da me
Il tuo braccialetto o un guanto?
Oppure sei tornato
Per fare ancora l'amore con me?

Jack Orion tirò una bestemmia sanguinosa
Sulla quercia, le ceneri e le amare spine:
Disse, Signora, non sono mai stato in casa tua
Dal giorno che sono nato.

Oh, allora è stato il tuo paggetto
Che mi ha ingannata così crudelmente,
Che sventura che il sangue di quel furfante
Scorra dentro al mio corpo.

Allora sguainò un pugnaletto acuminato
Che teneva appeso al ginocchio.

Sui suoi candidi piedi scorse il sangue
Prima che mano la potesse fermare;
E morta giacque sul pavimento della camera
Mentre spuntava il giorno.

Jack Orion corse a casa,
Disse, Tom, ragazzo mio, vieni qua da me.
Vieni qua che ti devo pagare,
E ben pagato tu sarai.

Se io avessi ucciso un uomo stanotte
Tom, io te lo avrei detto;
Ma tu non hai preso una sola vita, stanotte,
Tom, tu stanotte ne hai prese tre.

E allora sguainò la sua spada brunita e lucente
E se la asciugò sulla manica;
Poi troncò la testa a quel ragazzo dappoco
E non chiese il permesso a nessuno.

Si appoggiò la punta della spada al petto
E l'impugnatura a una pietra;
Per la falsità di quel ragazzo bugiardo
Quelle tre vite se n'eran tutte andate.


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