Wreccan wifes ged [The Wife's Lament; The Wife's Complaint]
anonimo
La traduzione italiana di Roberto Sanesi. | |
Ic þis giedd wrece bime ful geomorre minre sylfre sið ic þæt secgan mæg hwæt ic yrmþa gebad siþþan icupweox niwes oþþe ealdes noma þon nu aicwite wonn minra wræcsiþa ærest minhlaford gewat heonan ofleodum ofer yþa gelac hæfde ic uht ceare hwærmin leodfru ma londes wære. ða icme feran gewat folgað secan wineleas wræcca forminre weaþearfe. Ongunnon þæt þæs monnes magas hycgan þurh dyrne geþoht þæthy todælden unc þætwit gewidost inworuldrice lifdon laðlicost ondmec longade. Hetmec hlaford min her heard niman ahte icleofra lyt onþissum londste de holdra freonda forþonismin hyge geomor. ðaicme fulgemæcne monnan funde heard sæligne hyge geomorne mod miþendne morþor hycgendne bliþe gebæro fuloftwit beotedan þætunc nege dælde nemne deað ana. owiht elles eft isþæt onhworfen is nuswa hit nowære freond scipe uncer scealicfeor ge neah mines fela leofan fæhðu dreogan heht mec mon wunian onwuda bearwe under actreo inþam eorð scræfe. Eald is þes eorð sele eal iceom oflongad. sindon dena dimme duna upheabitre burgtunas brerum beweax ne wicwynna leas ful oft mecher wra þe begeat from siþ frean frynd sind oneorþan leofe lifgende leger weardiað þonne icon uhtan ana gonge under ac treo geond þas eorð scrafu þæric sittan mot sumor langne. dæg þæric wepan mæg mine wræcsiþas earfoþa fela forþonic æfre nemæg þære modceare minre gerestan. neealles þæs longaþes þe mec onþissum life begeat ascyle geong mon wesan geo mor mod heard heortan geþoht swylce habban sceal bliþe gebæro eacþon breost ceare sinsorgna gedreag syæthim sylfum gelong ealhis worulde wyn syfulwi de fah feorres folc londes þætmin freond siteð understan hliþe storme behrimed wine werig mod wætre beflowen ondreor sele dreogeð semin wine micle mod ceare hegemon tooft wynlicran wic wabið þamþe sceal oflangoþe leofes abidan. | IL LAMENTO DELLA MOGLIE ESILIATA Canto questo lamento di me misera, e della mia dolorosa esperienza, e posso dire che tutte le mie afflizioni antiche e nuove sopportate da me da quando sono donna non furono mai così atroci come lo sono ora. Sempre nella mia vita ho dovuto combattere contro durissime pene. Il mio signore un giorno partì sopra le onde che si frangono, abbandonò il suo popolo, e io rimasi insonne nell'angoscia, e mi chiedevo in quali terre il mio principe vivesse. Allora anch'io me ne andai, misera e senza amici, alla ricerca d'un nobile che mi potesse accogliere al suo servizio. Ma i più vicini congiunti di mio marito, in segreto consiglio, complottarono contro di noi per poterci dividere, perché su questa terra vivessimo nell'odio, l'uno dall'altra separati, mentre mi consumavo per amore di lui. Ma il mio spietato signore ordinò che venissi condotta in questa terra dove non ho amici leali, o sinceri compagni, e il mio cuore è triste, perché ho scoperto che l'uomo che a me si addiceva è di animo cupo e cuore miserabile, nasconde i suoi pensieri e medita un delitto. Con volto sempre sereno avevamo giurato che soltanto la morte ci avrebbe separati. Come tutto è mutato da allora: il nostro amore è come se non fosse mai esistito. Vicino o lontano che sia, ora devo soffrire l'odio del mio signore tanto amato. Fui costretta a passare la vita nella caverna scavata nella terra, sotto la quercia nel folto del bosco, e la caverna è antica, e mi consumo d'amore per lui. Vi sono oscure vallate e ripide colline, tetre foreste simili a fortezze, coperte di rovi - una triste dimora. L'assenza del mio sposo spesso mi affligge amaramente. Nel mondo vi sono amanti che vivono, e si dividono un letto, l'uno all'altro cari; io solitaria nell'alba cammino fra queste caverne nascoste dalle querce. Durante il lungo giorno dell'estate resto seduta a piangere tutte le mie miserie, tutti i miei duri affanni. Per questo non potrò mai trovare riposo all'ansia del mio spirito, nessuna quiete alla pena che affligge la mia vita. Sia sempre triste l'animo di quel giovane, e amari i suoi pensieri; per quanto lieto il suo volto, possa provare il peso dell'angoscia, l'atroce tormento di un continuo dolore. E la sua gioia mondana sia disprezzata ovunque, ed egli stesso sia esiliato in paesi lontani; perché il mio amante, il mio sconsolato signore sta sotto dirupi di roccia, e lo copre il nevischio di forti bufere, le acque lo circondano in luoghi dolorosi. Il mio signore soffre, gli affanni lo tormentano, ché troppo spesso ricorda una dimora più lieta. Amare pene pesano su chi inutilmente si strugge per il suo amore lontano. |