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Farewell To Sicily

Hamish Henderson
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Version française - ADIEU SICILE – Marco Valdo M.I. – 2011
FINE DI UNA CAMPAGNA

Vi sono molti morti nel selvaggio deserto,
che giacciono irrequieti
tra cespugli striminziti in un paesaggio di
stentata
cattiva volontà. Perché questa terra morta è
insaziabile
e necrofila. La sabbia continua ad accecarli.
Molti che per varie ragioni, o solo
per costrizione inappellabile, vennero qui
a combattere tra quelle prensili pietre tombali,
rabbrividirono e sudarono,
urlarono, patirono la sete,
furono stoicamente muti,
maledirono le sputacchianti mitraglie,
rimpiansero l’Europa
e presto risucchiati nelle sabbie mobili d’Africa
agonizzarono e morirono.
E ora dormono. Qui dormono il sonno della polvere.

C’erano i nostri, c’erano gli altri.
Le loro morti come le loro vite, umane ed animali.
Non c’erano dèi né pochi eroi perfetti.
Ciò che rimpiansero morendo non aveva nulla a che fare
con razza leader regno indivisibile
O elaborate orazioni su remoti retaggi imperiali.
(Avevano visto il ridicolo prima che la scure cadesse).
Ciò che agognavano
era un mondo perduto, a tratti ricordato nelle lettere:
una sera al cinema dove, nel complice buio,
due cospiratori si sorridono sussurrando segreti;
o anche
una famiglia che si riunisce in cucina
con la mamma così fiera dei suoi ragazzi in divisa:
i loro pensieri tremarono
tra momenti d’estraniazione e momenti estatici
di riconciliazione: e il loro anelito
si crocifisse contro l’indicibile ombra di qualcuno
la cui foto era nelle loro bisacce.
Quindi la morte compì la sua incisione.

C’erano i nostri, c’erano gli altri.
Perciò, seguendo la grande massima del figlio
di Glencoe, secondo cui non dobbiamo sfigurare noi stessi
con l’infamia dell’odio; e vedendo che tutti
come bastardi son caduti in un anonimo silenzio,
io darò testimonianza, perché io conobbi gli altri.
Vedendo che litorale e interno sono entrambi indifferenti
e che gli uccelli volano di nuovo verso il nostro accogliente settentrione,
Perché io non dovrei cantarli, loro, i morti, gli innocenti?
ADIEU SICILE

La cornemuse est somnolente, le cornemuseux est perdu.
Il ne viendra pas boire son vin aujourd'hui
Le ciel de Messine s'est obscurci
Et les chaumes luminescents de la cornemuse sonnent éperdus.

Adieu rives de Sicile, adieu vallées et bois clairsemés
Il n'y a plus de gars à pleurer
Pauvres soldats ensanglantés, vous êtes crevés.

Adieu rives de Sicile, adieu vallées et bois clairsemés
Il n'y a plus de maison attirante pour vous piéger
Pauvres soldats ensanglantés, vous êtes crevés.

Puis, là-bas sur le rivage
En attente de son tour, la malle est lointaine
Puis, là-bas sur le rivage
Les chaumes luminescents de la cornemuse sonnent éperdus.

La grosse caisse rutile, énorme
Lui, on ne le voit pas derrière ses lanières
Il peine à tendre le cou pour la photo
Et à laisser la douce Lolo.

Et Alors, adieu rives de Sicile
Adieu maisons et baraques des bergers
Déjà dans nos têtes reviennent les pubs et les cafés
Où le gars a donné rendez-vous à sa belle.

Alors, accordez les cornemuses et battez avec force le tambour
Abandonnez votre équipement de ce côté du mur
Alors, accordez les cornemuses et battez avec force le tambour
Les chaumes luminescents de la cornemuse sonnent éperdus.


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