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Lent a vén Doberdón fütyül a szél

anonimo
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OriginaleTraduzione italiana di Riccardo Venturi
LENT A VÉN DOBERDÓN FÜTYÜL A SZÉLLÀ SOTTO SULLA VECCHIA DOBERDÒ FISCHIA IL VENTO
  
Lent a vén Doberdón fütyül a szél,Là sotto sulla vecchia Doberdò fischia il vento,
elkerül az álom, nem alszom én.ecco che arriva il sogno, ma non dormo.
Rőzselángja 1 mellett dúdolgatom 2,Canticchio accanto a un fuoco di sterpi,
sújt engem az élet, fogoly vagyok.mi affligge la vita, sono prigioniero.
  
Kis tanyám a régi, cseréptetősLa mia piccola e vecchia cascina col tetto di tegole rosse,
szomszédom egy régi jó ismerős.il mio buon vicino che conosco da tanto tempo.
Asztalomon ott áll amint szokásLà, sulla mia tavola, sta come sempre
egy üveg kadarka, s fehér kalács.una bottiglia di kadarka 1 e pandolce nero 2.
  
Asszonyom ruhát varr a kis padonMia moglie cuce il suo vestito sul panchetto,
én a hamvas ajkát csókolgatom.io le baciucchio le sue labbra cinerine.
Átölele tartom kis gyermekem,Tengo abbracciato il mio bambino piccolo,
ő a szabadságrol beszél nekem.lui mi parla della libertà.
  
Megzörren az ablak, felébredekCigola la finestra, mi risveglio,
álmos két szememből a könny pereg.da miei occhi assonnati scorre una lacrima.
Álom volt csupán hogy szabad vagyok,Sognavo soltanto che ero libero,
sújt engem az élet, fogoly vagyok.mi affligge la vita, sono prigioniero.
  
Lassan évek multán időm lejár,Lento col volger degli anni mi passa il tempo,
bezörgetnek hozzám, szabad vagy már.bussano alla mia porta, sono già libero.
Elindulok lassan hazafelé,Parto lentamente verso casa mia,
a sok ismerős már nevet felém.Tanti amici già ridono accanto a me.
  
Templom elé érve térdre rogyom 3,Arrivando davanti alla chiesa mi inginocchio,
reszkető kezekkel imádkozom.tremando con le mie mani dico una preghiera.
Imádkozom hozád bűneimértTi prego per i miei peccati,
Imádkozom hozzád kegyelemért.ti prego perché tu abbia pietà di me.
Note alla traduzione

[1] Il kadarka è un vino rosso ungherese molto leggero, quel che si direbbe un “vinello”. E' bevuto anche in Bulgaria, ottenuto con il medesimo tipo di uva, ma è detto Gămza. Ha una lunga storia, ma è attualmente in declino come vino autonomo anche se è tra i costituenti di due tra i più importanti vini ungheresi, il “Sangue di Toro di Eger” (Egri Bikavér) e lo Szekszárd. Il kadarka è di origine ungherese, ma il nome sembra provenire dalla variante Skadarska, che riporta al lago di Scutari al confine tra l'Albania e il Montenegro.

kadarka


[2] Diffuso in tutti i Balcani e in Russia, il kalács è un pandolce di forma rotonda simile, come consistenza, a una brioche. Il nome è russo: калач (dalla variante кoлач appare chiaro che il nome proviene da кoлo “ruota”). In Ungheria si usa mangiarlo leggermente bruciacchiato, per cui viene detto “nero”; è un tradizionale dolce pasquale.

kalacs


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