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טרעבלינקע

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La traduzione tedesca (presumibilmente della stessa Karsten Troyke)...
LA CANZONE DI TREBLINKA

In un piccolo shtetl, molto prima dell'alba
si sentono lamenti, pianti e grida;
gente seminuda buttata giù dai letti,
Ebrei sono portati via alla stazione!

La penna, no, non può descrivere
come girano quelle ruote!
I vagoni sono pieni, là trasportano
gli ebrei verso il martirio 1

A Treblinka.

E i nostri fratelli di là dall'oceano
non sapranno tutta l'amarezza, 2
non sapranno del nostro bisogno,
e che ogni giorno ci aspetta la morte

Finirà la guerra una volta o l'altra
e il mondo ne avrà crudele terrore;
trabocca di dolore il cuore degli ebrei,
chi può capire la nostra pena?

Fiumi di lacrime scorreranno
quando una volta sarà ritrovata
la più grande tomba del mondo:
là giacciono milioni di martiri,

a Treblinka.
[TREBLINKA]

In einer kleinen Stadt, lange vor Tag
hört man Geschrei, Weinen und Klage
halbnackte Menschen, aus den Betten geholt,
Juden, die zur Bahn gebracht werden.

Niemand kann das beschreiben
Wie die Räder sich drehen
volle Waggons
dort führt man die Juden in den Tod: nach Treblinka.

Unsere Brüder auf der anderen Seite des Meeres,
wissen sie nicht die bittere Wahrheit?
Sie haben von unserer Not nicht erfahren
wo jede Stunde uns den Tod bringt.

Auch dieser Krieg wird einmal ein Ende nehmen
Einen grausamer Schock für die Welt.
Voller Sehnsucht das jüdische Herz
Wer kann unseren Schmerz verstehen?

Flüsse von Tränen werden fließen
Wenn man es entdeckt:
Das größte Grab der Welt
Es sind Millionen, die dort liegen - tot (in Kiddusch Haschem) - in Treblinka.
NOTE alla traduzione

[1] Per il kidesh hashem dell'originale, ovvero il kiddush hashem in pronuncia ashkenazita, è opportuno riportare interamente il relativo articolo Wikipedia:

"Kiddush HaShem (in ebraico קידוש השם‎ "santificazione del nome") è un precetto dell'Ebraismo e include la santificazione del nome di Dio rendendosi "santi". La frase "santificazione del Nome" non appare nella Bibbia ebraica, ma l'istruzione di "santificare il Suo Nome" e viceversa "Non profanare il Suo Nome" (Levitico 22:32) viene frequentemente espressa. Qualsiasi azione compiuta da un ebreo che porti onore, rispetto e gloria a Dio, è considerata una santificazione del Suo Nome, mentre qualsiasi comportamento o azione che disonori, danneggi o profani il Nome di Dio e la sua Torah, è considerato un Chillul Hashem (profanazione del Nome). Il martirio durante le persecuzioni dell'imperatore Adriano è chiamato "santificazione del Nome" nel Talmud babilonese Berachot 20a e Midrash Tehillim. L'atto ultimo di santificazione del Nome viene compiuto quando l'ebreo è pronto a sacrificare la vita piuttosto che trasgredire una qualsiasi delle tre leggi cardinali, cioè adorare idoli (Avodah Zarah, che è culto straniero, commettere certi atti sessuali (come l'incesto o l'adulterio), o commettere un omicidio. Gli ebrei che vennero uccisi o esiliati dalla Spagna e Portogallo durante l'Inquisizione spagnola o portoghese perché non rinunciarono alla loro religione, sono chiamati santi, perché hanno rispettato i comandamenti di non votarsi all'idolatria e hanno quindi santificato in questo modo il nome di Dio. Un altro modo per essere eletti kedoshim è di venir uccisi perché ebrei, anche se non venisse data la costrizione di convertirsi o comunque dissociarsi dalla fede ebraica. Così gli ebrei assassinati durante l'Olocausto perché ebrei, sono considerati kedoshim."


Appare quindi chiaro che la traduzione più appropriata è "martirio", e "martiri".

[2] Il termine ebraico tam significa sia "gusto, sapore", che "ragione, motivo". Qui potrebbe quindi intendersi sia come "l'amaro sapore", che "l'amaro motivo"; è stato scelto di risolvere con l'astratto "amarezza".



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