Il proconsole Dione e il fante Massimiliano
Anton Virgilio SavonaOriginale | Μετέφρασε στην Ελληνική καθαρεύουσα ο Ρικάρντος Βεντούρης |
IL PROCONSOLE DIONE E IL FANTE MASSIMILIANO | Ο ΔΙΩΝ Ο ΑΝΘΥΠΑΤΟΣ ΚΑΙ Ο ΜΑΞΙΜΙΛΙΑΝΟΣ Ο ΠΕΖΟΣ |
[Parlato:] Questa è una storia vera, accaduta 1670 anni fa, a Tebessa, nella Numidia. È stata tratta da documenti storici raccolti dal manoscritto "Atti sinceri de' primi martiri". | Αὐτὴ εἶναι ἀληθινὴ ἱστορία, ἡ οποία συνέβη πρὸ 1670 ἐτῶν εἰς τὴν Θεβέστην τῆς Νουμιδίας. Πηγάζει ἐκ ἱστορικῶν ἐγγράφων περισυλλεχθέντων εἰς τὸ χειρόγραφον “Acta Primorum Martyrum Sincera”. |
Dione proconsole romano fece condurre in catene al suo cospetto il 12 di marzo del 300 d.C: il fante Massimiliano. | Ὁ Δίων ὁ Ῥωμαῖος ἀνθύπατος ἀλυσοδεμένον νὰ προσαχθῆ ἐπέταξε εἰς τὰς 12 Μαρτίου τοῦ 300 μ.Χ. τòν Μαξιμιλιανòν τòν πεζόν. |
Gli chiese cos'era quella storia che gli era stata dai capi riferita, se era una menzogna, o se era cosa vera. Rispose Massimiliano: | Τοῦ ἐρώτησε τί ἦτο ἡ ἱστορία ποù οἱ ἡγεμώνες τοῦ εἶχαν ἀναφέρει, ἂν ἦτο ψεῦδος ἢ ἀλήθεια. Ἀπάντησε ὁ Μαξιμιλιανός· |
« È vero, proconsole Dione, non prendo il Segno(1), non prendo la daga: Io, Massimiliano, sono cristiano e non combatterò per la coorte Porto la pace non porto la morte ». | “Εἶν' ἀλήθεια, ὦ Δίον ὦ ἀνθύπατε, Σημεῖον οὔτε ξιφίδιον δὲ θὰ φέρω. Ἐγώ, Μαξιμιλιανός, Χριστιανὸς εἶμαι, δὲ θὰ μαχηθῶ ὑπὲρ τῆς κοόρτιος, εἰρήνην θὰ φέρω, ὄχι θάνατον.” |
Dione gli disse: « Scellerato chi ti ha condotto a questa conclusione Se non accetti il Segno, se rifiuti la milizia sarai decapitato | Αὐτὸ τοῦ εἶπε ὁ Δίων· Μοχθηρός εἶν' αὐτός, ποὺ σ' ἔπεισε. Τὸ Σημεῖον ἂν δὲ δεχθῆς καὶ ἂν λειποστρατήσης, θὰ καρατομηθῆς. |
Rinnega il gretto ciarlatano che ti ha ispirato stupide teorie.. Avrai salva la vita e sarai riabilitato ». Rispose Massimiliano: | Ἀπαρνήσου τὸν κακοδαίμονα ποὺ σοῦ ἐνέπνευσε ἀνόητας θεωρίας, καὶ ἀβλαβὴς θα ἀποκατασταθῆς.” Ἀπάντησε ὁ Μαξιμιλιανός· |
« La vita, proconsole Dione, non è nel Segno, non è nella daga: Io, Massimiliano, sono cristiano e accetto con amore la mia sorte e, con amore, accetto la morte ». | “Δὲν εἶναι ἡ ζωή, ὦ Δίον ὦ ἀνθύπατε, οὔτε ἐν Σημείῳ οὔτε ἐν ξιφιδίῳ· Ἐγώ, Μαξιμιλιανός, Χριστιανòς εἶμαι. Τὴν μοῖραν μου δέχομαι μ' ἀγάπην καὶ μ' ἀγάπην δέχομαι τòν θάνατον.” |
Massimiliano data la risposta, cadde in ginocchio – ed abbassò la testa.. | Αὐτὸ τοῦ ἀπάντησε ὁ Μαξιμιλιανός καὶ ἐγονάτισε καὶ τὴν κεφαλὴν ἔσκυψε. |
(1) Il signum o signaculum era il vessillo di ciascuna coorte, simbolo della milizia e della sovranità di Roma. I signa (signacula) portati dai signifer, erano aste con in cima una punta di lancia ornamentale o una mano alzata in bronzo dorato o dipinta di bianco, decorate con ghirlande e larghi dischi in numero variabile che indicavano le singole centurie: la mano alzata probabilmente stava a significare il gesto fatto nel giuramento, o il saluto militare, o una minaccia ai nemici.
Secondo altri i signacula erano invece delle piccole custodie di pelle indossati alle caviglie riportanti i dati personali del legionario romano allo scopo di identificarne il corpo. La stessa funzione cioè dei moderni dog tags. Signaculum - Wikipedia