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Quattro signori a Parigi vanno

anonimo
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OriginaleIl testo della canzone originale (1919) da cui questa riprende...
QUATTRO SIGNORI A PARIGI VANNO

Quattro signori a Parigi vanno
a commerciare e a dividere il bottino;
la guerra han fatto, altro più non sanno,
e la vittoria vuoI la pace-inganno.

Il tribunale han confezionato
di giudicare la pace imputata
e la giustizia han dimenticato:
han troppa fame, han voglia di rubar,

Finito giugno, pace non è fatta
in sette mesi e più di discussione;
fan fallimento, tutto il mondo scatta,
gambe per aria par che debba andar,

Evviva dunque la rivoluzione,
la borghesia più non regnerà,
il bolscevismo sta per trionfare:
o dunque, o popolo, unito sta!

La dittatura del proletariato,
dopo la Russia, avremo in tutto il mondo;
viva il Soviet, Lenin glorificato
in un gran simbolo di civiltà!

Evviva dunque la rivoluzione,
la borghesia più non regnerà,
il bolscevismo sta per trionfare:
o dunque, o popolo, unito sta!
BAMBOLA

Notte d'ottobre, nuvole nel cielo,
il tenentino sogna la sua sposa,
ti vede o dolce bambola in un velo
nel reggimento stanco che riposa.
Quando ad un tratto fischia la mitraglia,
tuona il cannone nell’oscurità.
Avanti, avanti! Ferve la battaglia
ed il tenente ardito innanzi va!

Notte d'ottobre bambola sognava
e sorrideva d'un sorriso lieve,
nel suo lettuccio bambola sembrava,
un fiorellin che sbuca tra la neve.
A un tratto mille grida in lontananza
si desta e getta un urlo di terrore:
un uomo vede lì nella sua stanza
un uomo armato: il barbaro invasor!

Notte d'ottobre, bambola piccina,
non v'è il tuo amore nella notte oscura
quel soldataccio ride e s’avvicina
ed il tuo sguardo è pieno di paura.
in quella notte tutto fu devastato
perché il nemico infame vi passò,
ma l'indomani all’alba quel soldato
in quella stanza ucciso si trovò!


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