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Las canciones

León Gieco
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OriginaleMi ricorda un'altra canzone sulle canzoni in un sito di canzoni...
LAS CANCIONES

Pobre la canción que llega tarde
que aparece cuando todo pasó.
Viene atrás corriendo, como el paisaje
que dejamos cuando nos estamos yendo.

Cristal débil de hielo que se rompe
de un mal paso de tropezar.
Que pretende tomar la vida en un trago
y se ahoga al comenzar.

Mas osada es la canción que te acompaña,
de dos caminos te hace uno solo,
brota de la nada y te señala
que el lugar del alma está nuboso.

Acompaña a un corazón sediento
y a un amor que floreció,
Te habla de ocasos y de nacimientos
de abandonos y salvación.

Mucho más valientes son las canciones
que tocan los fuegos y los dolores.
Falsas bendiciones, falsas cadenas,
falsas curaciones y falsas guerras.

Falsos ojos, falsas religiones,
falsos modos, falso escritor,
falsos cuentos y falsas las palabras,
falsos todos y falso yo.

Están las que te encantan y las que desencantan,
las que sin palabras lo dicen todo,
las siempre presentes, y las inadvertidas,
Las que son como armas y están prohibidas.

Las que viajan y las que no despegan,
Las de ayer y las de hoy,
centenarias, himnos de una patria
para niño y dictador.
UNA CANZONE

La canzone è una penna e un foglio
così fragili fra queste dita,
è quel che non è, è l’erba voglio
ma può essere complessa come la vita.
La canzone è una vaga farfalla
che vola via nell’aria leggera,
una macchia azzurra, una rosa gialla,
un respiro di vento la sera,
una lucciola accesa in un prato,
un sospiro fatto di niente
ma qualche volta se ti ha afferrato
ti rimane per sempre in mente
e la scrive gente quasi normale
ma con l’anima come un bambino
che ogni tanto si mette le ali
e con le parole gioca a rimpiattino.

La canzone è una stella filante
che qualche volta diventa cometa
una meteora di fuoco bruciante
però impalpabile come la seta.
La canzone può aprirti il cuore
con la ragione o col sentimento
fatta di pane, vino, sudore
lunga una vita, lunga un momento.
Si può cantare a voce sguaiata
quando sei in branco, per allegria
o la sussurri appena accennata
se ti circonda la malinconia
e ti ricorda quel canto muto
la donna che ha fatto innamorare
le vite che tu non hai vissuto
e quella che tu vuoi dimenticare.

La canzone è una scatola magica
spesso riempita di cose futili
ma se la intessi d’ironia tragica
ti spazza via i ritornelli inutili;
è un manifesto che puoi riempire
con cose e facce da raccontare
esili vite da rivestire
e storie minime da ripagare
fatta con sette note essenziali
e quattro accordi cuciti in croce
sopra chitarre più che normali
ed una voce che non è voce
ma con carambola lessicale
può essere un prisma di rifrazione
cristallo e pietra filosofale
svettante in aria come un falcone.

Perché può nascere da un male oscuro
che è difficile diagnosticare
fra il passato appesa e il futuro,
lì presente e pronta a scappare
e la canzone diventa un sasso
lama, martello, una polveriera
che a volte morde e colpisce basso
e a volte sventola come bandiera.
La urli allora un giorno di rabbia
la getti in faccia a chi non ti piace
un grimaldello che apre ogni gabbia
pronta ad irridere chi canta e tace.
Però alla fine è fatta di fumo
veste la stoffa delle illusioni,
nebbie, ricordi, pena, profumo:
son tutto questo le mie canzoni


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