Language   

4 maggio 1944 - In memoria

Gang
Back to the song page with all the versions


Canzone del gruppo 'Gang' adattata alla Strage Nazifascista della...
In Memory of 4 May 1944

At dusk of May 4th
The murderous hordes came
The were bringing hooked crosses [1]
Symbol of the Third Regime
 
They were led by watchdogs
The guards of the republicans
Were a lot, more than two thousands
Two thousands vile tormentors
 
And at dusk here on the mount
Saint Angel woke up
When they opened fire
And broke through the doors
 
And thus hell came into
Hell here on Earth
Hell, the one of the living
The hell that they call war
 
And we begged for mercy
Between tears and moaning
After trees and walls,
We also fell innocently
 
Mazzarini Maria present
Mazzarini Lello present
Mazzarini Marino present
Mazzarini Pietro present
Mazzarini Rosa present
Mazzarini Santa present
Mazzarini Palmina 6 years old
Present
 
At dusk of May 4th
They pierced our eyes and hands
Because it was our fault
To be friends of the partisans
 
But our spilled blood
Is the thing that feeds the earth
At the promised moment
We'll be now and always the Resistance
 
Mazzarini Maria present
Mazzarini Lello present
Mazzarini Marino present
Mazzarini Pietro present
Mazzarini Rosa present
Mazzarini Santa present
Mazzarini Palmina 6 years old
Present
 
It was at dusk of May 4th
We will always remember it
Because it was the morning of a day
That made our history
 
So that will never come back
Hell here on Earth
Hell, the one of the living
The hell that they call war
 
Mazzarini Maria present
Mazzarini Lello present
Mazzarini Marino present
Mazzarini Pietro present
Mazzarini Rosa present
Mazzarini Santa present
Mazzarini Palmina 6 years old
Present
 
18 MARZO 1944

All'alba del 18 Marzo
arrivarono le orde assassine
portavano croci uncinate
la feccia del terzo regime

Li guidavano i cani da guardia
la guardia dei repubblichini
in tanti più di duemila
duemila vili aguzzini

E all'alba quassù sopra il monte
Susano s'era svegliato
quando aprirono il fuoco
e a calci le porte sfondarono

ed entrò così l'inferno
l'inferno qui sulla terra
l'inferno quello dei vivi
l'inferno che chiamano guerra

E pietà, pietà gridammo
fra le lacrime e i lamenti
prima gli alberi e le mura
poi noi cademmo innocenti

Albicini Delia presente (1)
Albicini Osilia presente (2)
Albicini Orfeo presente (3)
Albicini Gherardo presente (4)
Albicini Filippo presente (5)
Garzoni Francesca presente (6)
E il piccolo Carlo (7) di anni due
presente

Era l'alba del 18 Marzo
per sempre ne avremo memoria
perché è l'alba di un giorno
che fa nostra la storia

Perché mai più ritorni
l'inferno qui sulla terra
l'inferno quello dei vivi
l'inferno che si chiama guerra

Albicini Delia presente
Albicini Osilia presente
Albicini Orfeo presente
Albicini Gherardo presente
Albicini Filippo presente
Garzoni Francesca presente
E il piccolo Carlo di anni due
presente
[1] He means swastika.
Mi permetto una piccola nota, i nomi a parte due sono "sbagliati", è una evidente licenza poetica, che penso sia sempre lievemente "pericolosa": è evidente che una canzone è un'opera d'arte, ma nel momento in cui non è fedele alla realtà potrebbe essere pretesto per sminuire la realtà stessa

(1) Delia o Dalia Albicini in Marastoni: nata a Montefiorino (MO) il 13 novembre 1899 (secondo Giovanni Fantozzi il 21 settembre 1898), figlia di Felice e Lovinia Prati, residente a La Buca, mugnaia, civile. Coniugata Marastoni, il 18 marzo 1944 rimane vittima della strage nazista a Susano: i soldati tedeschi la uccidono insieme ai figli piccoli Ursilia e Orfeo, poi gettano i cadaveri tra le fiamme. Dopo la Liberazione è stata riconosciuta partigiana della Brigata “Comando” della Divisione Modena Montagna: l’ANPI promosse questa concessione per tracciare un legame con le comunità colpite dalla violenza nazista e fascista.

(2) Osilia o Ursilia Marastoni: nata a Montefiorino (MO) il 17 giugno 1930 (secondo Ilva Vaccari nel 1934, il foglio di riconoscimento partigiano la afferma – erroneamente – nata il 21 agosto 1920), figlia di Luigi e Dalia Albicini, residente a La Buca, civile. Il 18 marzo 1944 rimane vittima della strage
nazista a Susano: i soldati tedeschi la uccidono insieme alla madre Dalia Albicini e al fratellino Orfeo, poi gettano i cadaveri tra le fiamme. Dopo la Liberazione è stata riconosciuta partigiana della Brigata “Comando” della Divisione Modena Montagna poiché si è prodotto un fraintendimento sulla sua data di nascita: l’ANPI promosse questa concessione per tracciare un legame con le comunità colpite dalla violenza nazista e fascista.

(3) Orfeo Marastoni, detto “Titti”: nato a Montefiorino (MO) il 7 novembre 1936, figlio di Luigi e Dalia Albicini, residente a La Buca, civile. Il 18 marzo 1944 rimane vittima della strage nazista a Susano: i soldati tedeschi lo uccidono insieme alla madre Dalia Albicini e alla sorella Ursilia, poi
gettano i cadaveri tra le fiamme.

(4) Filippo Gherardo: nato in Piemonte, di anni 67, civile, marito di Francesca Garzoni, torna in Italia dalla Francia e si sistema presso alcuni parenti a Savoniero. Nei mesi dell’occupazione tedesca va a vivere insieme alla moglie nella casa di Delia Albicini e dei suoi figli, in località Buca di Susano. Il 18 marzo 1944 rimane vittima della strage nazista: i tedeschi gettano i cadaveri dei due anziani coniugi piemontesi tra le fiamme della cascina.

(5) Filippo Gherardo: nato in Piemonte, di anni 67, civile, marito di Francesca Garzoni, torna in Italia dalla Francia e si sistema presso alcuni parenti a Savoniero. Nei mesi dell’occupazione tedesca va a vivere insieme alla moglie nella casa di Delia Albicini e dei suoi figli, in località Buca di Susano. Il 18 marzo 1944 rimane vittima della strage nazista: i tedeschi gettano i cadaveri dei due anziani coniugi piemontesi tra le fiamme della cascina.

(6) Francesca Garzoni in Gherardo: moglie di Filippo Gherardo, di anni 74, civile, originaria del Piemonte, torna in Italia dalla Francia e si sistema presso alcuni parenti a Savoniero. Nei mesi dell’occupazione tedesca va a vivere insieme al marito nella casa di Delia Albicini e dei suoi figli, in località Buca di Susano. Il 18 marzo 1944 rimane vittima della strage nazista: i tedeschi gettano i cadaveri dei due anziani coniugi piemontesi tra le fiamme della cascina

(7) Carlo di N.N.: fanciullo di circa tre anni, affidato da un orfanotrofio a Delia Albicini su indicazione delle autorità provinciali di Modena, in cambio di un piccolo indennizzo economico. Il 18 marzo 1944 viene ucciso insieme alla donna e alla sua famiglia: il cadavere è gettato tra le fiamme della cascina.




Back to the song page with all the versions

Main Page

Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.




hosted by inventati.org