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Schluß des 1650sten Jahres

Andreas Gryphius
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OriginaleVersione italiana di Riccardo Venturi 28 marzo 2007
SCHLUSS DES 1650STEN JAHRES

Nach Leiden, Leid und Ach und letzt ergrimmten Nöten,
Nach dem auf uns gezuckt- und eingesteckten Schwert,
Indem der süße Fried ins Vaterland einkehrt
Und man ein Danklied hört statt rasender Trompeten,

Indem wir eins aus Lust und nicht durch Glut erröten,
Schließ ich dies rauhe Jahr und was mein Herz beschwert,
Mein Herz, das nicht die Angst, die unser Land verheert,
Vermocht durch rauhen Sturm und linde Gift zu töten.

Gott, wir haben dies erlebt, was du uns verheißen hast,
Daß der unerhörten Schmerzen und der überhäuften Last
Letztes Ziel ist angebrochen.

Bisher sind wir tot gewesen, kann nun Fried ein Leben geben,
Ach so laß uns, Friedenskönig, durch dich froh und friedlich leben
Wo du Leben uns versprochen!

untgr
FINE DELL'ANNO 1650

Dopo pene, sofferenza, lamenti, e infin tremendi perigli,
dopo la spada che su di noi è guizzata e ci ha trafitti,
Or che la dolce pace ritorna nella nostra patria, e s'ode
un canto di ringraziamento invece delle trombe infuriate,

Or ch'arrossiamo sol di piacere, e non di rabbia e d'ira,
do fine a quest'anno crudele e a quel che mi tormenta il cuore.
Il mio cuore, il qual l'angoscia che domina il nostro paese
non è riuscito a uccidere con la rude tempesta o col subdolo veleno.

Dio, abbiam sofferto quel che ci avevi predetto,
che il fine ultimo delle inaudite e pene
e dell'oneroso gravame ha infine avuto inizio.

Sinora siamo stati morti; sol la pace può dar vita;
e quindi, Signore della Pace, facci vivere felici
e pacifici dove ci hai promesso vita!


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