Ο]ἰ μεν ἰππήων στρότον [Ode ad Anattoria / Frammento 16 V. - Ode to Anactoria / Fragment 16 V.]
Angélique Ionatos & Nena Venetsanou / Αγγελική Ιονάτου και Νένα ΒενετσάνουTraduzione italiana di Salvatore Quasimodo da “Lirici greci”... | |
ODE A ANATTORIA Quale la cosa più bella sopra la terra bruna? Uno dice una torma di cavalieri, uno di fanti, uno di navi. Io, ciò che s'ama. Farlo capire a tutti è così semplice! Ecco: la donna più bella del mondo, Elena, abbandonò il marito (era un prode) e fuggì verso Troia, per mare. E non ebbe pensiero per sua figlia, per i cari parenti: la travolse Cipride nella brama. Anche in me d'Anattoria ora desta memoria, ch'è lontana. Di lei l'amato incedere, il barbaglio del viso chiaro vorrei scorgere, più che i carri dei Lidi e le armi grevi dei fanti. | FRAMMENTO 16 Un esercito di cavalieri, dicono alcuni, altri di fanti, altri di navi, sia sulla terra nera la cosa più bella: io dico, ciò che si ama. È facile far comprendere questo ad ognuno. Colei che in bellezza fu superiore a tutti i mortali, Elena, abbandonò il marito pur valoroso, e andò per mare a Troia; e non si ricordò della figlia né dei cari genitori; ma Cipride la travolse innamorata… … ora mi ha svegliato il ricordo di Anattoria che non è qui; ed io vorrei vedere il suo amabile portamento, lo splendore raggiante del suo viso più che i carri dei Lidi e i fanti che combattono in armi. |