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Tazult n Lambèse

Ferhat Mehenni (Ferḥat Mhenni)
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Traduzione italiana di Vermondo Brugnatelli
TAZULT N LAMBÈSETAZULT DI LAMBÈSE
  
Tazult n LambèseTazult di Lambèse
Lambèse d lḥebsLambese e un carcere
Yessargagayen s tnebdar n yisem-isChe fa tremare al solo nominarlo
Tazult d taddartTazult è il villaggio
I yettcemmitChe esso deturpa
Akken yetcemmit ugaẓuẓ amgarḍCome un gozzo deturpa un bel collo
  
Tazult n LambèseTazult di Lambèse
Akken i s-qqarenCome viene chiamato
Deg wakkʷen i t-yunzaPoiché Batna ce l’ha con lui (1)
Batna tessusef-it-idLo ha sputato fuori
D acu, teḍra yid-es am winnaMa le è successo come a colui
A yessusufen s igenniChe sputa verso il cielo. (2)
  
Tazult n LambèseTazult di Lambèse:
I t-ikeččmen mačči ḥacaNon vi entra solo
win ixedmen kraChi ha commesso reati
Lbatel ma skud izdi lqeddFinché è l’ingiustizia che comanda.
Yezmer a kʷen-iddem ula d kʷenwiPotrebbe portarvi via perfino voi stessi
Win i t-ikecmen, yekcem aẓekkaChi vi è entrato, è entrato in una tomba
D lmut ur tt-tettaggʷad araE non teme la morte
Imi yessen i tt-yugarenPerché ha conosciuto qualcosa di peggio (3)
  
Tazult n LambèseTazult di Lambèse
D ğahannama yugarenÈ un inferno peggiore
tin yettrağun di laxartdi quello che ci aspetta nell’aldilà
Axater ma dɣa d Rebbi yellaPerché se esiste un Dio
Mačči d win ara iserɣen tarwa-sNon è uno che bruci i propri figli
Ur umineɣ ar’ as-teqqer tasaNon credo che il suo cuore sia duro
Akken i d assen-teqqur i yemdanenCome quello degli uomini
Ur ssinen ansi-t tilisaChe non conoscono limiti
nlbatel akʷ i xeddmena tutto il male che compiono
Lbatel ladɣa f umeḥbusE a chi vi è prigioniero
Yugar učči i s-d-ttakenSomministrano più maltrattamenti che cibo
Ɣef ulac a t-ndabenPer un nonnulla lo picchiano
A t-ğğen ur ireffed ur isrusLo obbligano a stare né in piedi ne seduto
A s-anfen akken d aεryanE lo lasciano tutto nudo
S idammen s ufella n ssimanE insanguinato su un blocco di cemento
Uḍan d uḍan i usemmiḍPer notti e notti all`addiaccio.
  
Tazult n LambèseTazult di Lambèse
Lambèse d lḥebsLambèse è un carcere
Yesɣilifen s tnebdar n yisem-isChe dà la nausea solo a nominarlo
Tazult d taddartTazult è un villaggio
Ur yuklalen a tt-ittcemmitChe non meritava di essere deturpato
lbatel n lḥebs-isDal male della sua prigione:
Yenɣa iεeggeb, yesru irgazenHa ucciso, mutilato, fatto piangere uomini
Yetth'eccim deg isem n izzayriyenHa gettato la vergogna sul nome degli Algerini
Yetsḥeccim aḍu i d-isuḍenHa gettato la vergogna sul vento che soffia
D yitij i d-inekkren fellasE sul sole che su di esso si leva.
Note:

(1) Batna, capoluogo della regione dell’Aurès, in cui si trova Lambèse.

(2) Allusione al modo di dire cabilo “Am win issusfen s igenni uɣalen-d s udem-is”, “Come uno che lancia uno sputo verso il cielo e gli torna sul viso”.

(3) Ferhat ama ricordare che queste parole disperate gli sono state dette da un italiano che era detenuto a Lambèse nel suo stesso periodo.


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