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A Daniel, un chico de la guerra

Alberto Cortez
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OriginalVersione italiana di Fiamma Lolli
A DANIEL, UN CHICO DE LA GUERRAA DANIEL, UN RAGAZZO DELLA GUERRA
  
"A mí los dieciochoI miei diciotto anni
me pasaron de largo,li ho vissuti con calma,
estrenando opiniones,tra le prime opinioni,
intenciones y cantos.intenzioni, canzoni.
Como todos los chicos,Come tutti i ragazzi
con el puño cerradoaspettavo il futuro,
y en las puertas abiertasa pugno chiuso,
el futuro esperando.sulle porte aperte.
  
Al tuyo, bruscamenteIl tuo pugno, al contrario,
te lo desamarraronte lo fecero aprire
y te hiciste a la nieblae diventasti nebbia
en el mar del espanto.nel mare del terrore.
Encallaron tus sueños... DanielT’hanno azzittito i sogni... Daniel
en la turba y el barro.nella mischia e nel fango.
Fue la muerte bandera...La tua morte una bandiera...
y la vida un milagro.la tua vita un miracolo.
  
Lo mío fue distinto... Daniel...Per me fu diverso... Daniel...
lo mío no fue nada.per me fu poco o niente.
Yo no tengo esa sombra...Io non ce l’ho quell’ombra...
que vaga en tu mirada.che vaga nel tuo sguardo.
  
Mi batalla fue el riesgoLa mia lotta fu il rischio
de un machete escondidodi un machete nascosto,
y mi pozo de zorro,la mia bocca di lupo
un amor y un olvido.fu un amore e un addio.
Mi fusil, las pintadasIl mio fucile, scritte
en los muros vacíossu grandi muri vuoti;
y el morir por la Patria,morire per la Patria,
un discurso florido.solo belle parole.
  
Tu excusa de ser hombre:La tua scusa per essere un uomo:
algo más que el motivoqualche cosa di più del motivo
de la barba y el portedella barba, del comportamento
y el salir con los amigos,e di uscire insieme agli amici,
fue volverte habitante... Danielfu di farti abitante... Daniel
de la lluvia y el frío;della pioggia e del gelo;
asumir el naufragiofu assumere il naufragio
con los cinco sentidos.con tutti e cinque i sensi.
  
Lo mío fue distinto... Daniel...Per me fu diverso... Daniel...
lo mío no fue nada.per me fu poco o niente.
Yo no tengo esa sombra...Io non ce l’ho quell’ombra...
que vaga en tu mirada.che vaga nel tuo sguardo.
  
Mi asunto fue un asuntoLa mia preoccupazione non fu altro
de madre preocupadache la preoccupazione di mia madre,
que no fuera muy tardeche non tornassi tardi, troppo tardi
el regreso a la casa.la notte, a casa.
De domingo a domingoDa una domenica all’altra
me peinaba las alas,mi pettinava le ali,
sin andar cada juevessenza andare ogni giovedì
reclamando su alma.a reclamare l’anima.
  
La tuya, sin embargo,Al contrario, tua madre
agotaba hasta el albavegliava fino all’alba
las escasas noticiassulle scarse notizie
de las islas lejanas.dalle isole lontane.
Un indicio cualquiera... DanielUn indizio qualsiasi... Daniel
un rumor que saltara,una mezza parola,
por pequeño que fuera...per piccola che fosse...
era ya la esperanza.era già la speranza.
  
Lo mío fue distinto... Daniel...Per me fu diverso... Daniel...
lo mío no fue nada.per me fu poco o niente.
Yo no tengo esa sombra...Io non ce l’ho quell’ombra...
que vaga en tu mirada.che vaga nel tuo sguardo.
  
El tiempo irá trayendoCol tempo arriverà
la amnesia inexorable.l’amnesia inesorabile.
Habrá muchas condenasCi saranno molte condanne
y pocos responsables.e pochi responsabili.
Dirán que fue preciso,Diranno che fu giusto,
dirán, ""inevitable"",diranno, "inevitabile",
y al final como siempree infine, come sempre,
será Dios el culpable.la colpa sarà di Dio.
  
La historia necesitaLa storia ha bisogno,
en sus escaparates,nei suoi scaffali a vetri,
ocultar el trasfondodi nascondere le ragioni
de tanto disparate.di tanta bestialità.
No es tuya la derrota... DanielNon è tua la sconfitta... Daniel,
no cabe en tu equipaje,non ti entra nello zaino.
¿Acaso las gaviotas...Sono forse i gabbiani...
otra vez en el aire?che volano di nuovo?
  
Lo mío fue distinto... Daniel...Per me fu diverso... Daniel...
lo mío no fue nada.per me fu poco o niente.
Yo no tengo esa sombra...Io non ce l’ho quell’ombra...
que vaga en tu mirada."che vaga nel tuo sguardo.
N. d. T. (Nota della Traduttrice):

I golpisti di cui parla Alberto Cortez agirono nella notte del 24 marzo 1976 (i versi "senza andare ogni giovedì / a reclamare l’anima" si riferiscono alle Madres che, dall’aprile del 1977, ogni giovedì sono scese in Plaza de Mayo per rendere pubblica la loro fame di verità). Trent’anni dopo, oggi, rendo omaggio alle oltre trentamila persone che per mano di quei criminali hanno perso la vita e pure la morte, scomparendo fisicamente ma non dalla memoria di chi le ha presenti hasta siempre nel proprio cuore e nella propria testa. A loro e a chi da quel delirio ha fatto ritorno, agli ex desaparecidos e desaparecidas - e tra loro in particolare alle mie amiche e compagne Liliana Gardella e Miriam Lewin, che con Munú Actis, Cristina Aldini ed Elisa Tokar hanno raccontato in Ese infierno (pubblicato in Italia col titolo Le reaparecide) la loro storia di sequestrate, torturate e sopravvissute al terrorismo di Stato – e alle loro figlie e figli dedico questa traduzione. Quanto ai colpevoli, anche da parte mia mai potranno contare sulla benché minima assoluzione.



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