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Ël canarin

Piero Novelli
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Tentativo di traduzione di Bernart Bartleby.
ËL CANARINIL CANARINO
  
Cara mama con questa miaCara mamma con questa mia
i veuj dite che domanvoglio dirti che domani
ij fassista 'm pòrto viai fascisti mi portano via
e 'm fusilio come 'n can.e mi fucilano come un cane.
  
Sì, lo sai, a son ròbe nèireSì, lo so, è brutto
che 'n pòvr lader come mi,che un povero ladro come me
na ligera a deubia meuireun poco di buono debba morire (1)
për la facia 'd chissa chi.senza motivo (2)
A le "Neuve" a l'han ficameAlle Nuove mi hanno messo in cella (3)
ansema un cap dij soversiv:con il capo dei sovversivi:
"Fa che canti - a l'han dime -“Fa' in modo che parli – mi hanno detto -
riferisci e it seurte viv".riferisci e ne esci vivo”.
  
Cara mama, ò mama mia,Cara mamma, oh, mamma mia
i lo sai bin che 'l mè mestélo so bene che il mio mestiere
a l'é col ëd fé la spiaè quello di fare la spia
e an questura 'ndé a subié.e di andare a spifferare in questura.
  
A lo diso tuti a TurinLo sanno tutti a Torino
ch'i faso 'l canarinche faccio il “canarino”
i son la pì bela spiaio sono la migliore spia
ch'a-i é là an Vanchija.che ci sia in Vanchiglia. (4)
Coi parafanghi a scotéCon le orecchie ad ascoltare
peui an Via Grattòni a subiépoi in via Grattòni a riferire (5)
ij colp ch'a fà la malasui colpi che fa la malavita
'd Lusengh ò 'd Pòrta Pila.di Lucento e di Porta Palazzo
  
Ma con lorsì a l'é diversMa con questi qui è diverso
pen-a ch'i-j vëddo mi i son ësversappena li vedo mi sento male
e 'd gumité am ven veujae mi viene voglia di vomitare
con lorsì mi i sai nencon questi qui io non so nulla
subio nen, subio nennon parlo, non spiffero
con lorsì, dime fòl,a questi qui, dimmi pure che sono pazzo,
s’i deurbo 'l bech j'ëspuvo a còl.se apro il becco è per sputarci addosso.
  
Cara mama sta ligeraCara mamma, a questo poco di buono
ch'a l'ha fate tribuléche ti ha dato tante preoccupazioni
da sì 'n pòch a-j fan la fèrada qui a poco gli fanno la festa
ma ti i't deuve nen pioré.ma tu non devi piangere.
  
Mi i son ëstàit sempre na lan-aSono sempre stato un dritto
andrinta e fòra 'd na përzondentro e fuori di prigione
ant la mia vita nen na sman-ain tutta la mia vita nemmeno una settimana
a travajé mi i son stàit bon.son stato buono a lavorare.
Fin-a ij lader am disìo:Persino i ladri mi dicevano:
"Vigio sghija fòra dij ciàp",“Luigi, togliti dalle balle!” (6)
fin-a lor a lo savìopersino loro lo sapevano
che mi i j'era 'n grand vigliach.che ero un gran vigliacco.
  
Adess i lo giuro, bòja brichètMa ora lo giuro, boia fiammifero, (7)
ch'im la faso nen adòssche non me la faccio addosso
i vado a meuire al Martinete vado a morire al Martinetto (8)
sì, ma i meuiro për quaicòs.sì, ma muoio per qualcosa.
  
Ma con lorsì a l'é diversMa con questi qui è diverso
pen-a ch'a-i vëddo mi son ësversappena li vedo m'incazzo
e 'd gumité am ven veujae mi viene voglia di vomitare
con lorsì mi i sai nencon questi qui io non so nulla
subio nen, subio nennon parlo, non spiffero
con lorsì 'l canarincon questi qui il canarino
as fà spiumé, ma a parla nen!si fa spiumare, ma non parla!
(1) ligera: il termine ligéra o lingéra indicava la piccola criminalità milanese fino alla prima metà del 900. La parola è identica in piemontese ma significa più che altro vagabondo, poco di buono, scappato-di-casa.

(2) Letteralmente, “per la faccia di chissà chi”

(3) La Nuove: storico complesso carcerario torinese (l'ingresso principale è in corso Vittorio Emanuele II, oggi davanti al nuovo Palazzo di Giustizia e al nuovo grattacielo San Paolo). Le Nuove furono molto utilizzate da fascisti e nazisti per imprigionare, torturare ed uccidere oppositori politici e partigiani.




(4) Borgo Vanchiglia, uno dei quartieri storici di Torino, alla confluenza tra Po e Dora Riparia. E' il quartiere dove da molti anni è attivo il Centro Sociale Askatasuna, uno dei “covi” del movimento antagonista torinese.

Borgo Vanchiglia. Murale dedicato a Dante Di Nanni e Vittorio Arrigoni. L'opera si trova sul muro dell'ex casa rionale del Balilla.
Borgo Vanchiglia. Murale dedicato a Dante Di Nanni e Vittorio Arrigoni. L'opera si trova sul muro dell'ex casa rionale del Balilla.


(5) In via Grattoni, tra corso Vinzaglio e corso Bolzano, c'è ancora oggi l'ingresso laterale della Questura, quello da cui accedono le volanti.

(6) Letteralmente: “scivola fuori dalle chiappe”

(7) brichèt ha molti significati, i più comuni sono zolfanello, acciarino. Le imprecazioni, anche insensate, con “bòja” seguito da un sostantivo sono in peimontese le più varie, ma la più comune di tutte è sicuramente “bòja fàuss”.

(8) Il Martinetto di corso Svizzera era un'area destinata a poligono di tiro. Tra il 1943 ed il 1945 i nazifascisti vi fucilarono oltre 60 oppositori e partigiani, tra cui 8 esponenti del CLN piemontese.




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