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King Orfeo [feat. Harpens kraft]

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
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HARPENS KRAFT: Traduzione italiana
Harpens Kraft
Dgf 40 E, 1778
Il potere dell'arpa
Vilmund og hans væne Brud
— Strængen er af Guld. —
de legte Tavel i hendes Bur.
Saa liflig legte han for sin Jomfru.

De legte Tavel med Guld saa rød,
og endda græd den væne Mø.
Vilmund e la sua bella [1] promessa sposa
— La corda dell'arpa è d'oro. —
giocavano a tric-trac [2] nella sua dimora. [3]
Sí dolcemente suonava per la sua donzella. [4]

Giocavano a tric-trac con sí rosso oro, [5]
eppure piangeva la bella fanciulla.
Hver Gang Guldtærning rand paa Bord,
den Jomfru fælded saa modig Taar.
Ogni volta che il dado d'oro scorreva sul tavolo,
la fanciulla si metteva a piangere a dirotto.
»Hvad heller for Guld I græde?
eller for gode Klæde?
” Stai piangendo forse per l'oro?
Oppure per dei bei vestiti?
Græde I Guld, eller græde I Jord?
hvad heller den Svend, I har givet Tro?
Piangi per l'oro o per avere terra?
Oppure per quel giovane, cui ti sei promessa?
Græde I Sadel, eller græde I Hest?
eller den Svend, der eder haver fæst?«
Piangi per una sella, o piangi per un cavallo?
Oppure per quel giovane, cui ti sei fidanzata?”
»Ikke for Guld jeg græder,
og ej for gode Klæder.
”Per l'oro non piango di certo,
e nemmeno per dei bei vestiti.
Jeg græder ikke Guld, jeg græder ikke Jord,
saa gjærne da gav jeg eder min Tro.
Non piango per l'oro, non piango per la terra,
Assai volentieri mi ero a Voi promessa.
Jeg græder ikke Sadel, jeg græder ikke Hest,
alt med min Vilje have I mig fæst.
Non piango per una sella né per un cavallo,
e di mia piena volontà mi sono fidanzata.
Mere græder jeg for mit gule Haar,
at det skal raadne i Vendelsaa.
Piuttosto piango per i miei biondi capelli,
ché s'imputridiranno nel fiume Vendel. [6]
Mere græder jeg for Blide,
som jeg skal over ride.
Piuttosto piango per il ponte Blide [7]
che ci dovrò passare sopra.
Jeg maa vel græde for Blide-Bro:
dèr sunke ned mine Søster to.
E pianger devo per il ponte Blide :
là sono annegate le mie due sorelle.
Dér sunke ned mine Søster to,
den Tid de lode deres Bryllup bo.
Là sono annegate le mie due sorelle,
le volte che andavano alle loro nozze.
Og det var mig spaat, meden jeg var Barn:
at jeg skulde drukne min Bry’lupsdag.«
E mi fu predetto, quand'ero bambina,
che sarei annegata il giorno delle mie nozze.”
»I skulle ikke græde for Blide-Bro:
den lader jeg al med Jærne slaa.
”Non dovete piangere per il ponte Blide:
lo farò forgiare tutto quanto in ferro.
Jeg lader bygge den Bro saa bred,
hun koster mig tusend Gylden i Fæ.
Farò costruire quel ponte tanto largo
che mi costerà mille fiorini in bestiame.
I skulle ikke græde for Blide:
mine Svende skulle med eder ride.
Voi non dovete piangere per il ponte Blide :
i miei servi cavalcheranno assieme a Voi.
Tolv ved hver eders Side,
selv holder jeg Bidsel og Mile.«
Dodici a ciascun Vostro fianco,
io stesso terrò il freno [8] e il computo delle miglia.” [9]
Hun lod lægge under Gangeren røde Guldsko,
og saa rider hun til Blide-Bro,
Fece ferrare il destriero in rosso oro,
e cosí ella cavalca verso il ponte Blide,
Men der hun kom dèr midt paa Bro,
da snaved hendes Ganger i fire Guldsko.
Ma quando giunse a metà del ponte,
il destiero scivolò sui quattro ferri d'oro.
Hendes Ganger skrænted paa femten Guldsøm,
neder sank den Jomfru for striden Strøm.
Il suo destriero inciampò sul quinto chiodo d'oro,
e la fanciulla cadde giù nel fiume impetuoso.
Jomfruen rakte op sin hvide Hand:
»Vilmund! Vilmund! hjælp mig til Land!«
La fanciulla sollevò e tese la sua candida mano:
”Vilmund! Vilmund! Aiutami a tornare a terra!”
»Hjælp dig saa sandt nu den Hellig-Aand,
som jeg dig ikke nu hjælpe kan!«
”Invero, ti aiuti ora lo Spirito Santo,
ché io adesso non ti posso aiutare!”
Hr. Vilmund taler til Smaadreng sin:
»Du hent mig flux Guldharpe min!«
Messer Vilmund dice al suo paggio:
”Porgimi sùbito la mia arpa d'oro!”
Vilmund tager Harpe i Hande,
han ganger for Strømmen at stande.
Vilmund prende la sua arpa in mano,
e va in riva al fiume stando ritto in piedi.
Han slog Harpen saa saare,
det hørtes over alle de Gaarde.
Suonò [10] l'arpa tanto forte, [11]
che la si udì per tutte le campagne. [12]
Han slog Harpen over den By,
og Fuglen af den høje Sky.
Suonò l'arpa da farla udire in città, [13]
e dagli uccelli su in alto nel cielo. [14]
Han slog Løv af Lindetræ
og Hornen af det levende Fæ.
Suonando fece smuovere le foglie dei tigli
e le corna del bestiame vivo.
Han slog Bark af Birke
og Knappen af Mari-Kirke.
Suonando fece smuovere la corteccia delle betulle
e la cima del campanile della chiesa di Santa Maria.
Han slog mer end han skulde:
han slog de Lig af Mulde.
Suonò più forte che poté:
suonando fece smuovere i morti da sottoterra.
Han slog Harpen af ret Harm:
han slog sin Brud af Troldens Arm.
Suonò l'arpa con la mano destra :
suonando tirò via la sua sposa dalle braccia del troll.
Op kom den Trold fra Bunde
med Hr. Vilmunds Mø ved Haande.
E allora il troll venne su dal fondo del fiume
con la fidanzata di messer Vilmund tra le mani.
Og ikke hans Brud alene,
men baade hendes Søster væne.
E non soltanto la sua promessa sposa
ma anche tutte e due le sue belle sorelle.
»Vilmund! Vilmund! stil din Ljud!
her haver du igjen din unge Brud!
”Vilmund! Vilmund! Smetti di suonare!
Rièccoti qui la tua giovane sposa!
Vilmund! du stil din Runeslæt!
raade nu hver, som han haver Ret!
Vilmund! Smetti con la tua musica magica! [15]
e ora tutti convengano che lui ha ragione!
Vilmund! Vilmund! tag din Mø!
du lad mig volde mit Vand under Ø!«
Vilmund! Vilmund! Prenditi la tua fidanzata!
Ma lasciami in pace in acqua sotto il fiume!” [16]
»For vist skal jeg vinde min væne Mø,
men aldrig skalt du volde Vand under Ø.«
”Di certo ecco qui che ritrovo la mia bella sposa,
però in pace in acqua sotto il fiume non ti ci lascerò mai.”
Vilmund han legte, den Trold til Men.
han sprak i de haarde Flintesten.
E Vilmund continuò a suonare a danno del troll,
tanto da spaccare la dura pietra di selce.
Hr. Vilmund han red sig op under Ø,
— Strængen er af Guld. —
saa drak han Bryllup med sin Mø.
Saa liflig legte han for sin Jomfru
Messer Vilmund guadò a cavallo il fiume
— La corda dell'arpa è d'oro. —
e così brindò alle nozze con la sua sposa.
Sí dolcemente suonava per la sua donzella.
[1] Væn ”bello” è aggettivo di uso raro e arcaico in danese (conservato piuttosto nell'arcaizzante nynorsk vænn).

[2] Cfr. lo sved.tavla. Si tratta del gioco del backgammon (e del ”trich-trach” nominato da Niccolò Machiavelli nella sua celeberrima lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513).

[3] In danese moderno il termine bur significa solo “gabbia”. Qui è chiaramente omologo dell'ingl. bower “dimora, appartamento”, termine onnipresente nelle ballate. Si tratta di uno dei tanti derivati della radice del verbo presente in norreno e islandese come búa “abitare”, ted. bauen “costruire; coltivare la terra” ecc.

[4] Jomfru, propr. “vergine; fanciulla, pulzella” (ted. Jungfrau).

[5] Nelle balladries di qualunque area linguistica, i colori vengono assegnati “per decreto” e rimangono sempre gli stessi. Curiosamente, l'oro è sempre rosso (mai giallo).

[6] Interessante notare che il fiume Vendel si trova in Svezia, nella regione dell'Uppland. Ma la ballata, come detto (v. introduzione) è pan-scandinava.

[7] (Sostituisce vecchia nota errata) Si tratta del nome del ponte, che ha una connotazione quasi di humour nero: "Ponte Blide" significa qualcosa come "Ponte Allegro, Ponte Gioioso".

[8] Vale a dire il “morso”, la “mordacchia” (dan. bidsel da bide “mordere”).

[9] Il tradizionale miglio danese corrisponde a circa 10 km.

[10] L'arpa nordica (e celtica) non si “suona”, né tantomeno si “pizzica”, ma si “batte”, si “percuote” (slå, corr. al tedesco schlagen). Chiunque abbia preso in mano una volta un'arpa nordica, anche senza saperla suonare, e abbia provato a far vibrare una sua corda, si sarà accorto quanto è dura, e che occorrono tutt'altro che dita delicate per suonarla. - Nota 10bis di Cattia Salto

[11] Cioè, la suonò in modo talmente forte da provare dolore (dan. saare “molto, assai”, ted. sehr; ma anche “ferita”, ingl. sore “doloroso”).

[12] O “fattorie, terreni, tenute di campagna”.

[13] By è una città, un centro abitato di piccole dimensioni; il suo significato sconfina in ciò che in italiano sarebbe un “paese”. Ancora una volta la radice è quella di isl. búa ecc.

[14] Sky, in danese, significa propriamente “nube, nuvola”. Ma si può capire come mai, ai tempi del Danelaw, il termine sia passato in inglese col significato di “cielo”, che qui adotto nella traduzione.

[15] In Runeslæt, slæt è sostantivo corrispondente allo slå inteso come “suonare percuotendo”; rune è “magia; mistero”, ma se a qualcuno va di collegarlo con le rune ne ha qualche motivo (“runa” è, propriamente, “segno misterioso”). - Nota 15bis di Cattia Salto

[16] Il verbo volde in danese moderno significa solo “causare, arrecare, produrre”. Qui ha ancora il significato primitivo di “regnare, dominare”: lad mig volde mit vand “fammi dominare la mia acqua”. Ø in danese moderno significa “isola”, ma occorre tornare qui all'etimologia profonda (protogermanico *ahwa, imparentato direttamente con il latino aqua): “corso d'acqua”. Tale significato è rimasto soltanto nei nomi di alcuni corsi d'acqua, specialmente in Norvegia.


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