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Ja nus hons pris

Richard I Lionheart, King of England / Riccardo I Cuor di Leone, re d'Inghilterra
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Versione italiana di Federico Maria Sardelli
[JA NULS OM PRES]

Ja nuls om pres non dira sa razon
Adrechament si com om dolens non
Mas per conort deu om faire canson
Pro n'ai d'amis mas paure son li don
Anta lur es si per ma rezenson
So çai dos ivers pres

Or sapchon ben miei om et miei baron
Angles norman peitavin et gascon
Qu'ieu non ai ja si paure companhon
Qu'ieu laissasse per aver en preison
Non o dic mia per nula retraison
Mas anquar soi ieu pres

Car sai ieu ben per ver certanament
Qu'om mort ni pres n'a amic ni parent
E si'm laissan per aur ni per argent
Mal m'es per mi mas pieg m'es per ma gent
Qu'apres ma mort n'auran reprochament
Si çai me laisson pres

No'm meravilh s'ieu ai lo cor dolent
Que mos senher met ma terra en turment
No li membra del nostre sagrament
Que nos feimes els sans cominalment
Ben sai de ver que gaire longament
Non serai en çai pres

Suer comtessa vostre pretz sobeiran
Sal Dieus e gart la bela qu'ieu am tan
Ni per cui soi ja pres
MAI NESSUN PRIGIONIERO

Mai nessun prigioniero potrà esprimere
Bene quel che sente, senza lamentarsi:
Ma sforzandosi puo' comporre una canzone.
Ho molti amici, ma poveri sono i loro doni.
Saranno biasimati, se per non darmi riscatto,
Son già due inverni che sono qui prigioniero.

Ma i miei uomini e i miei baroni,
Inglesi, Normanni, Pittavini e Guasconi,
Sanno bene che non lascerei marcire in prigione
Per denaro neanche l'ultimo dei miei compagni.
E non lo dico certo per rimproverarvi,
Ma perché sono ancora qui prigioniero.

Ora so bene, con certezza,
Che un prigioniero non ha più parenti nè amici,
Poiché mi si tradisce per oro o per argento.
Soffro molto per me, ma più per la mia gente,
Poiché, dopo, la mia morte sarà biasimata
Se a lungo resterò prigioniero.

Non c'è da meravigliarsi se ho il cuore dolente,
Dato che il mio Signore tormenta la mia terra.
Se si ricordasse del nostro giuramento
Che entrambi facemmo di comune accordo,
So con certezza che mai, adesso,
Da così tanto sarei prigioniero.

Lo sanno bene gli Angioini e i Turennesi,
Quei baccellieri che son sani e ricchi ora,
Che io sono lontano da loro, in mano ad altri.
Mi aiuterebbero molto, ma non ci sentono.
Di belle armi e di scudi sono privi,
Perché io sono qui prigioniero.

Sorella Contessa, che conservi e protegga
Il vostro alto pregio Colui cui mi appello
E per cui sono prigioniero.
E non lo dico certo a quella di Chartres,
La madre di Luigi.


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