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Die Legende der Dirne Evelyn Roe

Bertolt Brecht
Lingua: Tedesco


Bertolt Brecht

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[1917]
Poesia di / A poem by / Poème de Bertolt Brecht – Bertolt Brechtin runo
Musica / Music / Musique / Sävel: Hans-Dieter Hosalla (1919-1995)

Bertolt Brecht (a sinistra)
Bertolt Brecht (a sinistra)


Molti credono che Bertolt Brecht sia nato marxista, e che i suoi primi vagiti siano stati i versi dell'Interrnazionale (peraltro non ancora tradotti in tedesco, visto che Bert era del 1898). Invece no: al marxismo, Brecht arrivò non prima degli anni '30. In compenso, Bertolt Brecht era nato Bertolt Brecht, e in quel lasso di tempo adolescenziale, giovanile e “premarxista” scrisse un sacco di poesie di Bertolt Brecht -quasi tutte, prima o poi, messe in musica e cantate: si vedeva subito che quel ragazzaccio aveva talento come paroliere. Cominciò a scriverne a quindici anni, nel 1913; e questa appartiene, appunto, grosso modo a quel periodo dal 1913 al 1930. A volte, lo dico chiaramente, non mi va di fare il “filologo”: tutto questo per dire che non so esattamente in quale anno sia stata scritta la storia di Evelyn Roe, né mi va di cercarlo (magari lo farò quando mi andrà; si dice comunque che facesse parte della primitiva stesura del Baal, la prima opera teatrale di Brecht messa poi in scena nel 1923). Messa in musica e cantata, comunque, lo è stata. Da un sacco di gente: Gisela May, Christel Peschke...il compositore si chiama, invece, Hans Peter Hosalla. Questa è la storia di una puttana che, evangelicamente assai, sente di appartenere a Gesù Cristo e vuole andare a trovarlo in Terrasanta. Si fa dare quindi un passaggio su una nave, vestita solo dei suoi meravigliosi capelli; ma si può ben immaginare che il capitano e i marinai tutti si guardano bene dall'arrivare, preferendo vagare per il vasto mare e deliziarsi delle grazie della povera e devota Evelyn, fino a ridurla ad uno straccio. Il resto non ve lo racconto, o meglio: se conoscete la poesia / canzone, è inutile che ve lo racconti; se non la conoscete, non voglio farvi lo spoiler. Dirò soltanto che il giovane Bert Brecht, anche se ancora non marxista ma decisamente brechtiano, si dev'essere divertito un sacco a fare strame di edificanti raccontini evangelici su prostitute, adultere ecc. ecc., mettendo davanti ai nostri occhi -e a quelli della disgraziata Evelyn Roe- la nuda e cruda verità: cara mia, tu sei una puttana e non sei altro che una puttana. Niente Cristi, niente paradisi, e neppure inferni. Non ti resta che rendertene conto, accettarlo e zitta. Chi ti credevi di essere, Annabel Lee? Però, in tutto questo, c'è sempre quella cosa che fa di Bert Brecht un Brecht fin da quando era un ragazzo: si chiama empatia. Perché, alla fine, l'empatia totale, assoluta, va a chi si ritrova nella più disperata, cosmica ed eterna solitudine. Altro che vangelo. Altro che Terrasanta. Non ci son proprio cristi. Solitudine, morte e dispersione. [RV]

Als der Frühling kam und das Meer war blau
Da fand sie nimmer Ruh'
Da kam mit dem letzen Boot an Bord
Die junge Evelyn Roe!
 
Sie trug ein härenes Tuch auf dem Leib
Der schöner als irdisch war –
Sie trug kein and'res Gold und Geschmeid'
Als ihr wunderreiches Haar!
 
"Herr Kapitän, lass mich mit dir ins heil'ge Land fahr'n
Ich muss zu Jesus Christ!"
"Du sollst mitfahr'n, Weib, weil wir Narr'n
Und du so herrlich bist!"
 
"Er lohn's Euch! Ich bin nur ein arm' Weib
Mein' Seel' gehört dem Herrn Jesu Christ!"
"So gib uns deinen süßen Leib
Denn der Herr, den du liebst, kann das nimmermehr zahl'n
Weil er gestorben ist!"
 
Sie fuhren hin in Sonn' und Wind
Und liebten Evelyn Roe –
Sie aß ihr Brot und trank ihren Wein
Und weinte immer dazu!
 
Sie tanzten nachts, sie tanzten tags
Sie ließen das Steuern sein –
Evelyn Roe war so scheu und so weich
Sie waren härter als Stein!
 
Der Frühling ging – der Sommer schwand
Sie lief wohl nachts mit zerfetztem Schuh
Von Raa zu Raa und starrte ins Grau
Und suchte einen stillen Strand
Die arme Evelyn Roe!
 
Sie tanzte nachts, sie tanzte tags.
Da ward sie wie ein Sieches matt.
„Herr Kapitän, wann kommen wir
In des Herrn heilige Stadt?“
 
Der Kapitän lag in ihrem Schoß
Und küßte und lachte dazu:
„Und ist wer schuld, dass wir nie hinkommen:
So ist es Evlyn Roe.“
 
Sie tanzte nachts, sie tanzte tags.
Da ward sie wie ein Leichnam matt.
Und vom Kapitän bis zum jüngsten Boy
Hatten sie alle satt.
 
Sie trug ein seiden Gewand auf dem Leib
Der siech und voll Schwielen war
und trug auf der entstellten Stirn
Ein schmutzzerwühltes Haar.
 
"Nie seh' ich dich, Herr Jesus Christ
Mit meinem sündigen Leib –
Du darfst nicht geh'n zu einer Hur'
Und bin ein so arm Weib!"
 
Sie lief wohl lang von Raa zu Raa
Und Herz und Fuß taten ihr weh
Sie ging wohl nachts, wenn's keiner sah –
Sie ging wohl nachts in die See!
 
Das war im kühlen Januar –
Sie schwamm einen weiten Weg hinauf
Und erst im März oder im April
Brechen die Blüten auf!
 
Sie ließ sich den dunklen Wellen
Und die wuschen sie weiß und rein –
Nun wird sie wohl vor dem Kapitän
Im heiligen Lande sein!
 
Als im Frühling sie in den Himmel kam
Schlug Petrus die Tür ihr zu:
“Gott hat mir gesagt: 'Ich will nit han
Die Dirne Evelyn Roe!'"
 
Doch als sie in die Hölle kam
Sie riegeln die Türen zu
Der Teufel schrie: "Ich will nit han
Die fromme Evelyn Roe!"
 
Da ging sie durch Wind und Sternenraum71
Und wanderte immerzu –
Spätabends durchs Feld sah ich sie schon geh'n
Sie wankte oft, nie blieb sie steh'n
Die arme Evelyn Roe!

inviata da Riccardo Venturi - 31/1/2023 - 01:59



Lingua: Italiano

Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio:
Riccardo Venturi, 31-1-2023 02:03
La leggenda della prostituta Evelyn Roe

Venne primavera, il mare era azzurro,
E lei non trovava mai pace.
Salì a bordo con l'ultimo battello,
La giovane Evelyn Roe.

Era vestita solo dei suoi capelli,
Più belli di quanto ci sia in terra -
Non aveva né oro, né altro ornamento
Che la sua chioma favolosa.

“Signor Capitano, portatemi con voi in Terrasanta,
Ché io devo andare da Gesù Cristo!”
“Vieni con noi, perché noi siamo folli,
E tu sei davvero meravigliosa.”

“Vi ripagherò. Son solo una poveraccia,
Ma la mia anima appartiene a Cristo!”
“E allora dacci il tuo corpo soave,
Ché il tuo amato Cristo è morto stecchito
E non può più pagare un bel niente.”

Navigavano nel sole e nel vento,
E facevan l'amore con Evelyn Roe -
Lei mangiava il loro pane, beveva il loro vino,
E intanto non faceva che piangere.

Ballavan la notte, ballavano il giorno
Lasciando stare il timone -
Evelyn Roe era timida e dolce,
E loro eran più duri d'un sasso.

Passò primavera, passò l'estate,
E lei, la notte, batteva il ponte
Con le sue scarpe sùdice, si fermava al buio
Cercando di scorgere una spiaggia tranquilla,
La povera Evelyn Roe.

Ballava la notte, ballava il giorno,
E si stancò fino a esaurirsi.
“Signor Capitano, quando arriveremo
Nella Santa Città del Signore?”

Il capitano le stava in collo,
E la baciava, e ridacchiava:
“Di chi sarà la colpa, se non arriviamo mai?
E' per forza di Evelyn Roe.”

Ballava la notte, ballava il giorno,
Ed era stanca da morire;
Dal capitano fino all'ultimo mozzo
Tutti s'eran saziati di lei.

Aveva addosso un vestito di seta
Pieno di strappi e di rammendi;
E sulla fronte sfigurata ci aveva
Un grumo di capellacci sporchi.

“Non ti vedrò mai, Signore Gesù,
Con questo mio corpo di peccatrice -
Non ti farai mai vedere da una puttana,
Non sono altro che una poveraccia.”

E lei correva e batteva il ponte,
E le dolevano il cuore e i piedi.
E una notte, quando nessuno vedeva,
In quella notte si gettò in mare.

Fu nel gelido mese di gennaio,
Per un bel pezzo fu portata al largo,
Finché in marzo, o forse era aprile,
Non si schiusero i bocci dei fiori.

Si era data ai flutti oscuri,
La dilavarono, la ripulirono -
E forse è arrivata in Terrasanta
Ben prima del capitano.

In primavera arrivò in Paradiso,
Ma San Pietro le chiuse il portone:
“Iddio m'ha detto: Io non la voglio
Quella bagascia di Evelyn Roe.”

E allora, quando arrivò all'Inferno
Le sbatterono la porta in faccia;
Il Diavolo urlò: “Io non la voglio,
Quella baciapile di Evelyn Roe!”

E allora vagò per il vento e lo spazio,
E continua a vagare per sempre.
A tarda sera l'ho vista batter la campagna:
Zoppicava e non si reggeva in piedi,
La povera Evelyn Roe!

31/1/2023 - 02:04




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