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Sicilia mia

Etta Scollo
Lingua: Italiano


Etta Scollo

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(Etta Scollo)


[2008]
Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Ibn_Hamdis [عبد الجبار بن أبي بكر بن محمد بن حمديس الأزدي الصقلي أبو محمد]]

Musica / Music / Musique / Sävel:
Etta Scollo

Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
Etta Scollo

Album: Il-Fiore-Splendente
2008
fiore




Da “Il fiore splendente di Etta Scollo”

Chi dai paesi nordafricani, come il Marocco o la Tunisia, si avventura oggi in Sicilia, si scontra con una realtà discontinua e concentrata sulla quotidiana reinvenzione di se stessa che tenta così di sopravvivere all’oramai cronico stato di emergenza in cui si ritrova, dando luogo ad un “vuoto di memoria collettivo”. Fu forse dalla consapevolezza di questo ‘vuoto’ che nacque lentamente in me l’esigenza di tradurre in linguaggio musicale le parole dei poeti arabi-e-contemporanei e l’urgenza di cantarle. Così, partendo dalle immagini offerte da questa poesia onirica e lussureggiante, raffinata e delirante, che parla di una Sicilia inquietantemente bella, tra giardini di cui ci giunge oggi solo un vago ricordo, e della sofferenza, del rimpianto per la sua perdita nei versi di Ibn Hamdis, mio desiderio è di poter trasmettere, lungo un ponte immaginario steso tra passato e presente, quelle “immagini così lontane da sembrare illusioni (che) eppure sbocciano come fiori tra la maglia di versi di quell’epoca”[citazione da Francesca Corrao, Antologia dei poeti arabi di Sicilia]


Ibn Hamdis, nato a Siracusa verso il 1056, fu una figura di spicco nel panorama dalla poesia araba in Sicilia nell’ultimo periodo della dominazione araba, poco prima della conquista normanna, a seguito della quale prese la via dell’esilio in Andalusia.

La canzone fa parte del progetto poetico-musicale di Etta Scollo Il fiore splendente. Il testo è basato sugli ultimi 12 versi della poesia di Ibn Hamdis “In gioventù l’anima ha distrutto i suoi lacci” [ قَضَتْ في الصّبا النفسُ أوطارَها ], rivisitato da Toti Scialoja . Per completezza riportiamo il testo arabo integrale della qaṣīda [componimento poetico] di Ibn Hamdis. Ci sembra che la poesia di Ibn Hamdis sia per Etta Scollo una sorta di pretesto per cantare i suoi rimpianti struggenti per un mondo che fisicamente non c’è più, ma che continua a vivere nella mente e nelle emozioni. È la sua Sicilia ma è anche metafora per tutti coloro che lasciano il teatro della propria giovinezza continuando a vivere il distacco senza farsene una ragione.

Qualche anno dopo, nel 2013, Bob Salmieri compose la canzone ص ق ل ية أت ذك ر (Dhakartu Siqilliyata), basata sullo stesso testo proposto da Etta Scollo. Melodie, stile e ritmi delle due canzoni di Bob Salmieri e di Etta Scollo sono nettamente distinti. Non si tratta di due modi di interpretare ma di due progetti musicali per nulla sovrapponibili, se non nella traduzione del testo di Ibn Hamdis.
[Riccardo Gullotta]
Sicilia mia,
Disperato dolore si rinnova per te nella memoria.
Giovinezza, rivedo le felici follie perdute
e gli amici splendidi.

Oh paradiso da cui fui cacciato!
Che vale ricordare il tuo fulgore?
Mie lacrime
Se troppo non sapeste di amaro
formereste ora i suoi fiumi.

Risi d’amore a vent’anni sventato
a sessanta ne grido sotto il peso
Ma tu non aggravare le mie colpe
se l’Iddio tuo già concesse il perdono

In alto la penombra si dirada
agitata dai veli della luce
ma questa luce è un modo del distruggersi
manda luce chi perde la sua vita
ma questa luce è un modo del distruggersi
manda luce chi perde la sua vita...

inviata da Riccardo Gullotta - 7/9/2022 - 23:58



Lingua: Arabo

نص كامل / Testo integrale / Full text / Texte integral / Koko teksti
قَضَتْ في الصّبا النفسُ أوطارَها
وأبلغها الشيبُ إنذارها
نَعَمْ وأُجِيلَتْ قِداحُ الهوَى
عليها فتقسّمنَ أعشارها
وما غرسَ الدهرُ في تربة ٍ
غراساً ولم يجنِ أثمارها
فأفنيتُ في الحرب آلاتها
وأعددت للسلم أوزارها
كميتاً لها مَرحٌ بالفتى
إذا حثّ باللهو أدوارها
تناولها الكوبُ من دنّها
فتحسبه كانَ مضمارها
وساقية ٍ زرّرت كفُّها
على عُنُقِ الظبي أزرارها
تدير بياقوتة ٍ دُرَّة ً
فتغمسُ في مائها نارها
وفتيانِ صدقٍ كَزُهْرِ النجوم
كرام النحائز أحرارها
يديرون راحاً تفيض الكؤوس
على ظُلَمِ الليلِ أنوارها
كأنَّ لها من نسيج الحَبَاب
شباكاً تُعقّلُ أطيارها
وراهبة ٍ أغلقتْ دَبْرَها
فكنّا مع الليل زُوّارها
هدانا إليها شذا قهوة ٍ
تذيعُ لأنفك أسرارها
فما فاز بالمسك إلاَّ فتى ً
تَيَمّمَ دارِينَ أو دارها
كأنَّ نوافجَهُ عندها
دنانٌ مضمَّنَة ٌ قارها
طرحتُ بميزانها درهمي
فأجْرَتْ من الدنّ دينارها
خطبنا بناتٍ لها أربعاً
ليفترع اللهو أبكارها
من اللائي أعصارُ زُهر النجوم
تكادُ تُطاولُ أعمارها
تريك عرائسها أيدياً
طوالاً تصافح أخصارها
تفرّسَ في شَمِّهِ طيبَها
مجيدُ الفراسة فاختارها
فتى ً دارسَ الخمر حتى درى
عصيرَ الخمور وأعصارها
يَعدّ لما شئتَ من قهوة ٍ
سنيها ويعرفُ خمَّارها
وعدنا إلى هالة ٍ أطْلَعَتْ
على قُضُبِ البان أقمارَها
يرى مَلكُ اللهو فيها الهمومَ
تثورُ فيقتلُ ثوّارَهَا
وقد سكّنَتْ حركاتِ الأسى
قيانٌ تُحرّكُ أوتارها
فهذي تعانِقُ لي عودها
وتلك تقبّل مزمارها
وراقصة ٍ لقطتْ رِجلها
حسابَ يدٍ نَقَرَتْ طارَها
وقضبٍ من الشمع مصفَرة ٍ
تريك من النار نوارها
كأنَّ لها عمدا صُفّفَتْ
وقد وزن العدلُ أقطارها
تقلّ الدياجي على هامها
وتهتك بالنور أستارها
كأنَّا نُسلّطُ آجالها
عليها فتمحقُ أعمارها

ذكرتُ صقلية ً والأسى
يُهيّج للنفس تذكارها
ومنزلة ً للتصابي خلتْ
وكان بنو الظرف عُمَّارها
فإن كنتُ أخرجت من جنة ٍ
فإني أحدث أخبارها
ولولا ملوحة ُ ماء البكا
حَسِبْتُ دموعيَ أنهارها
ضحكتُ ابنَ عشرين من صبوة ٍ
بكيت ابنَ ستين أوزارها
فلا تعظمنّ لديك الذنوب
فما زال ربّك غفّارها

inviata da Riccardo Gullotta - 8/9/2022 - 07:38




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