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Morti bianche

Carlo Soricelli
Lingua: Italiano


Carlo Soricelli

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Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Carlo Soricelli

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Ai 19 verdi anni di Samuel Cuffaro e a Elisabetta D’Innocenzo, madre, morti sul lavoro a Gubbio il 7 Maggio 2021

Samuel avrebbe voluto leggere questa sua lettera in una manifestazione indetta a Gubbio per l’indomani sabato 8 Maggio
Mi sento perso. Mi sento proprio abbandonato a me stesso. Sento una libertà interiore data dalla mia età probabilmente. Ma fuori di me c'è il caos, sento che appena ho un confronto con la realtà di questa città mi si smonta l'idea di mondo felice. Vedo che è difficile esporsi come persona sincera, perché le persone ti giudicano anche per come respiri. Vedo molti giovani che si perdono nel trovare un modo di approccio con i genitori. Vedo e sento tante mentalità chiuse e mi dispiace molto per questo. Mi mancano più sicurezze nella vita. Sto capendo che siamo pieni di incertezze. Sogno di non perdermi più su stupidaggini e cose superficiali, sogno di arrivare al fulcro della situazione e riuscire a convivere con l'inferno.
Purtroppo le grandi aziende o la gente con più soldi di noi ci comanda. Quindi c'è sicuramente gente che sta meglio di noi. Ma i soldi non fanno la felicità completa. Secondo me la felicità consiste nello stare bene prima di tutto con sé stessi e con gli altri. Secondo me la vera potenza nel mondo, anche in questo momento, non sono i soldi ma è l'energia che ci lega, quell'energia che nel silenzio ci accomuna a tutti. L'energia che ci dona la vita. Dentro me sento un'energia illimitata. Sento un'energia che non dipende solo da me, ma anche da voi.
E secondo me se riusciamo ad alimentare bene le nostre energie potremmo arrivare a fare grandi cose. E non parlo di pensioni, strade o cose che hanno a che fare con lo stato. Ovviamente sarebbe bello eliminare tutti i problemi che ha il nostro stato, ma purtroppo le mafie non ce lo permettono. Ma possiamo lavorare sull'amore che trasmettiamo a noi stessi e a gli altri. Parlando personalmente è l'unica cosa che mi tiene veramente in vita, oltre l'ossigeno e il cibo.
Dobbiamo capire veramente cosa ci rende felici nella vita o finiamo ad essere tristi quando avremo una maggiore età. Comunque io sto bene, non mi è mancato mai nulla nella vita. Anche se potevo avere molto di più non mi lamento perché c'è tanta gente che soffre e che ha sofferto molto più di me. Mi piace essere empatico, vedo e sento tante persone tristi e non sono contento per questo. Cerchiamo di unire tutti le nostre energie in un canale positivo, vedrete che ne varrà la pena.
Pace e amore
Chiamatele pure morti bianche.
Ma non è il bianco dell’innocenza
non è il bianco della purezza
non è il bianco candido di una nevicata in montagna
E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli
che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto
occhi spalancati dal terrore
dalla consapevolezza che la vita sta scappando via.
Un attimo eterno che toglie ogni speranza
l’attimo di una caduta da diversi metri
dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni
del trattore senza protezioni che sta schiacciando
dell’impatto sulla strada verso il lavoro
del frastuono dell’esplosione che lacera la carne
di una scarica elettrica che secca il cervello.
E’ un bianco che copre le nostre coscienze
e il corpo martoriato di un lavoratore
E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso
di una vita che si spegne lontana dagli affetti
di lacrime e disperazione per chi rimane.
Anche quest’anno oltre mille morti
vite coperte da un lenzuolo bianco.
Bianco ipocrita che copre sangue rosso
e il nero sporco di una democrazia per pochi.
Vite perse per pochi euro al mese
da chi è spesso solo moderno schiavo.

inviata da Riccardo Gullotta - 22/5/2021 - 22:36




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