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Ballata del sale [Cialoma]

Mario Modestini
Lingua: Siciliano


Mario Modestini

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il brano proposto è eseguito da Rosa Balistreri a 8'15" dall’inizio.

Ballata del sale - Cialoma
(Riccardo Gullotta)

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Ballata del sale [Cialoma]

Testo / Lyrics / Paroles / Sanat :
Salvo Licata

Musica / Music / Musique / Sävel:
Mario Modestini

Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat
Rosa Balistreri




"La ballata del sale" è un’opera di teatro musicale basata sui canti di mare dei pescatori di tonno tratti dal Corpus di Musiche popolari Siciliane dell’etnomusicologo Alberto Favara. È un’opera epica di grande respiro, sulla scia del teatro dei cuntastorie. L’organico orchestrale comprende un quartetto d'archi e un trio di violino, chitarra e fisarmonica.
Salvo Licata e Mario Modestini concepirono l’opera pensando già a Rosa Balistreri. La sua prima nel 1978 al Biondo di Palermo fu un evento memorabile. Dell’opera si propone qui uno dei brani, la Cialoma, cioé il canto di lavoro con cui i pescatori della tonnara cadenzavano il ritmo durante le fasi della pesca.
L’ opera andò in onda nel 1990 sempre al Biondo. Fu ripresa da Rai3. La durata dell’opera è di circa un’ora.Nel link alla riproduzione, riportato di seguito, il brano proposto è eseguito da Rosa Balistreri a 8'15" dall’inizio.




Su Salvo Licata così si espresse l’accademico Piero Violante, critico musicale de la Repubblica :

“Un poeta, un contastorie, un uomo di teatro, un giornalista, il cantore infaticabile della «Palermo nera», quella dei vicoli segreti, delle brutali spietatezze e dei codici rigidi e privati, in contrapposizione alla Palermo «bianca», per lui più fosca e indigeribile. Salvo Licata era osservatore attento della lingua e dei modelli di vita della casbah palermitana. Ironico e beffardo, le sue storie sono fulminanti, paradossali, ma riproducono fedelmente vizi e virtù del popolo della città. Cronache di un giornalista atipico, totalmente immerso nella realtà che raccontava, dai pupari ai cantanti di quartiere, dai ladri di borgata ai venditori di panelle, dagli scrittori del Gruppo ’63 ai saltimbanchi“.

Per una felice circostanza siamo riusciti a mettere a segno un poker d’assi: Rosa Balistreri, Salvo Licata, Mario Modestini, Alberto Favara.
[Riccardo Gullotta]
E li muschi di Scupeddu
ailamò, ailamò
ca si tiranu lu vasceddu
ailamò, ailamò
n'acchianamu nni lu patruni
ailamò, ailamò
n’assittamu nni lu saluni
ailamò, ailamò
'aspittamu lu patruni
ca li beddi dinari nni duna
ailamò, ailamò
Poi di cazza e portal‘allocu
ailamò, ailamò
megghiu lu piru ca lu varcocu
ailamò, ailamò
ai li cazza e l' arripigghia
ailamò, ailamò
prima la matri e poi la figghia
ailamò, ailamò.
Poi di cazza e portal‘allocu
ailamò, ailamò
megghiu lu piru ca lu varcocu
ailamò, ailamò
ai li cazza e l' arripigghia
ailamò, ailamò
prima la matri e poi la figghia
ailamò, ailamò.

inviata da Riccardo Gullotta - 17/1/2021 - 22:13



Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Traduzzioni taliana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
CIALOMA dalla “Ballata del sale”

E le mosche di Scopello [1]
ailamò, ailamò
che si tirano appresso la barca
ailamò, ailamò
e saliamo [2] dal padrone
ailamò, ailamò
ci sediamo in salotto
ailamò, ailamò
aspettiamo il padrone
che ci dà i bei denari
ailamò, ailamò.
Poi dai con la cima e portatela lì
ailamò e ailamò
meglio il pero dell'albicocco[3]
ailamò, ailamò.
ahi la tira con la cima e la riacciuffa
ailamò, ailamò.
prima la mamma e poi la figlia [4]
ailamò, ailamò.
Poi dai con la cima e portatela lì
ailamò e ailamò
meglio il pero dell'albicocco
ailamò, ailamò.
ahi la tira con la cima e la riacciuffa
ailamò, ailamò.
prima la mamma e poi la figlia
ailamò, ailamò.
[1] Ridente località marinara a ovest di Palermo dove era attiva una tonnara (la stessa in cui sono ambientati almeno un paio di episodi di Montalbano). Singolare l’immagine delle mosche che infestavano la tonnara a maggio; per indicarne la grande quantità l’autore fa immaginare che riescono a trainare una barca.

[2] Il padrone abita ai piani alti

[3] In siciliano varcocu o fraccocu o piricocu deriva dall’arabo البرقوق [ al barquq ] che oggi sta per susina ma secoli fa si riferiva all’albicocca . In effetti la nomenclatura dell’albicocco è Prunus armeniaca.

[4] Nonostante fossero trascorsi otto-nove secoli dallo jus primae noctis la violenza e l’abuso erano sempre attivi, anche di giorno.
[RG]

inviata da Riccardo Gullotta - 17/1/2021 - 22:19




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