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Bruno Neri

Gasparazzo
Lingua: Italiano


Gasparazzo

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pane

Testo fornitoci direttamente dai Gasparazzo (nella persona di Generoso Pierascenzi)



BRUNO NERI, nato a Faenza nel 1910, negli anni ’30 fu un calciatore professionista arrivando a vestire la maglia viola e poi quella del Torino (cresciuto nel Faenza, giocò anche nella Lucchese allenata dall' ungherese di origini ebree Erno Egri Erbstein, perseguitato in seguito dalle leggi razziali). Nel 1931 Bruno Neri passò alle cronache del tempo per non aver fatto il saluto romano alle autorità presenti sugli spalti in occasione dell’inaugurazione del nuovo stadio di Firenze dedicato ad un gerarca fascista (quello che oggi è l’ Artemio Franchi). Uomo dalla grande sensibilità umana e artistica (amava leggere poesie, in particolare quelle di Dino Campana) si unì alla Resistenza con Berni come nome di battaglia (battaglione Ravenna). Morì sull’ Appennino tosco-romagnolo all’Eremo di Gamogna nei pressi di Marradi il 10 luglio 1944. Recentemente il MEI insieme alla Regione Emilia Romagna ha dedicato alla sua figura il contest Materiale Resistente 2.0 che ha permesso a molti, come è successo a noi, di scoprire questa importante figura della Lotta per la Liberazione dal Nazifascismo.

La palla tra i piedi lui ha
non ha paura sa farsi valere
nato in terra di cordialità
in tempi codardi
lui gioca mediano
prima viola e poi granata
agli albori di un calcio
fatto di polvere
ragazzi che sono nati già adulti

Le squadre entrano in campo
in fila al centro del terreno
Bruno il saluto romano non fa
dentro ripete un mantra
“Mai mai no mai
non sarò mai come voi
Mai mai no mai
non sarò mai come voi”

Nelle mani dei libri lui ha
la voglia di vita e di cambiare il mondo
niente timore si va
la Linea Gotica il campo di gioco
la bestia feroce il suo avversario
fra difesa e l’ attacco
il mediano ha un nome di battaglia
che i compagni gli han dato
è Berni

Le squadre entrano in campo
in fila al centro del terreno
Bruno il saluto romano non fa
dentro ripete un mantra
“Mai mai no mai
non sarò mai come voi
Mai mai no mai
non sarò mai come voi”

Chi ha coraggio non muore mai
la sua chimera è libertà
e tra i castagni di Marradi
respira ancora

“Mai mai no mai
non sarò mai come voi
Mai mai no mai
non sarò mai come voi”

inviata da Dq82 + Generoso Pierascenzi - 21/11/2019 - 12:06


Tutto molto bello e mi fa estremo piacere che esista una canzone dedicata a Bruno Neri e al suo gesto. Anche un altro calciatore della Fiorentina di quegli anni,

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Armando Frigo - Wikipedia



morì in guerra, fucilato dai nazisti dopo l'8 settembre 1943:

[...]Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 al suo reparto fu ordinato di difendere la strada tra Crkvice e Ledenice; gli italiani, poco meno di 40 uomini, resistettero per un mese, permettendo a gruppi di alpini della Divisione Taurinense e di partigiani slavi di sganciarsi per raggiungere Nikšić. Il 9 ottobre 1943 si arresero ai nazisti per la mancanza di munizioni e viveri. Il giorno successivo i quattro ufficiali presenti (oltre a Frigo, il tenente Pietro Arcuno, il sottotenente Luigi Sedea e un non meglio identificato sottotenente Valentini), che si erano rifiutati di togliere le mostrine nonostante le richieste dei propri uomini, furono sommariamente processati e fucilati. Nel portafoglio di Frigo fu trovata la sua tessera di calciatore della Fiorentina.


armfrig


Una sola precisazione riguardo una lieve imprecisione nella presentazione della canzone. Lo stadio di Firenze appena inaugurato non prendeva nome da un "gerarca", bensì da uno squadrista fascista:

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Giovanni Berta - Wikipedia



che fu ammazzato e gettato nell'Arno da un ponte a Firenze il 28 febbraio 1921 da militanti comunisti durante gli scontri del Pignone.

La partita inaugurale dello stadio "Giovanni Berta", vale a dire quella in cui Bruno Neri compì il suo gesto di rifiuto del saluto fascista, si svolse il 13 settembre 1931 con una partita amichevole tra la Fiorentina e l'allora fortissima squadra austriaca dell'Admira Vienna: vinse la Fiorentina per 1-0 con un goal dell'oriundo Petrone. Si noti che gli ingegneri Pier Luigi Nervi e Gioacchino Luigi Mellucci avevano progettato lo stadio a forma di "D", vale a dire l'iniziale di "Duce". Assistettero alla gara circa 12.000 spettatori.

Qui sotto un'altra foto di quel giorno, scattata probabilmente poco prima del calcio d'inizio e senza saluti romani. Bruno Neri è qui il primo a sinistra con indosso anche la giacca.

fioadvak

Riccardo Venturi (Forza Viola eternamente!) - 22/11/2019 - 01:38




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