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Lingua: Yiddish


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די שבועה
(S. [Semën Akimovič] An-skij / Семён Акимович Ан-ский / ש. אנ-סקי)
שפּאַציר אין וואַלד
(Klara Sheynis / קלאַראַ שײניס)


In zaltsikn yam
[1901]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Semën Akimovič An-skij
Musica / Music / Musique / Sävel: [?]

Da yiddishkayt.org. Nell'immagine, sulla bandiera, dall'alto in basso:<br />
1. &ldquo;Lavoratori di tutti i paesi, unitevi!&rdquo;<br />
2. &ldquo;Evviva il Primo Maggio e la giornata lavorativa di 8 ore!&rdquo;<br />
3. &ldquo;Abbasso la guerra, evviva la pace mondiale internazionale!&rdquo;<br />
4. &ldquo;I lavoratori americani e messicani appartengono a una sola classe!&rdquo;
Da yiddishkayt.org. Nell'immagine, sulla bandiera, dall'alto in basso:
1. “Lavoratori di tutti i paesi, unitevi!”
2. “Evviva il Primo Maggio e la giornata lavorativa di 8 ore!”
3. “Abbasso la guerra, evviva la pace mondiale internazionale!”
4. “I lavoratori americani e messicani appartengono a una sola classe!”


Il canto che segue, scritto nel 1901 da Semën Akimovič Rappoport, più noto come “S. An-skij”, assieme a Di shvue e noto anche come In zaltsikn yam fun di mentshlekhe trern e come Tsum Bund, è l'inno riconosciuto dell'Unione Generale dei Lavoratori Ebrei della Lituania, Polonia e Russia (Algemayner Yidisher Arbeter Bund in Lite, Poyln un Rusland), più nota semplicemente come “Bund”. Movimento fondato a Vilnius il 7 ottobre 1897, che si riprometteva di unificare tutti i lavoratori ebrei dell'Impero Russo sotto un unico partito socialista, e di allearsi con il movimento socialdemocratico russo per la realizzazione di una società democratica e socialista, e per ottenere il riconoscimento giuridico degli ebrei come minoranza nazionale.

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Tsum Bund WanDeRer

WanDeRer-Trio Efe Turumtay, Nikola Zaric, Hans Breuer. Yiddish poem written by S. Ansky in 1901, that became a popular Yiddish song when music was added to i...


La storia del Bund è complessa, e se ne farà qui solo un'estrema sintesi. Al suo interno, la corrente più spiccatamente socialista e democratica manteneva una posizione autonoma rispetto al resto del socialismo russo, e al contempo si scontrava decisamente con i bolscevichi (“massimalisti”); nel 1905, però, il Bund fu la forza trainante della rivoluzione nelle zone polacche dell'Impero. Nel 1906 si appoggiò ai menscevichi (“minimalisti”), ma cominciò a perdere terreno. Nel 1909-1910 si concentrò sulle problematiche del lavoro e organizzò diversi scioperi. Al momento della scissione del socialismo democratico russo, avvenuta nel 1912, il Bund seguì i menscevichi nella loro federazione; sostenne quindi con favore, nel 1917, la Rivoluzione di Febbraio, ma non quella d'Ottobre. Scoppiata la guerra civile, però, cominciarono i terribili pogrom antiebraici dell'Armata Bianca controrivoluzionaria, e i militanti del Bund combatterono in gran parte nell'Armata Rossa. Nel frattempo, il Bund era riuscito a far eleggere suoi militanti a livello locale. Durante la Rivoluzione d'Ottobre e la guerra civile russa, ad esempio, il sindaco della città ucraina di Berdyčev, abitata all'80% da ebrei, era un rappresentante del Bund. Con la sconfitta dell'Armata Bianca e il consolidamento della Rivoluzione bolscevica, il Bund tenne una conferenza a Gomel nell'aprile del 1920, scindendosi. Una minoranza rimase socialdemocratica, mentre la maggioranza passata al comunismo andò a formare il cosiddetto Kombund, che però si sciolse nel 1921 entrando nel Partito Comunista dell'Unione Sovietica. L'ultimo gruppo Bundista cessò di esistere nel 1923; una grande quantità di ex Bundisti perì durante le purghe staliniane degli anni '30. Il Bund continuò ad operare in maniera clandestina in Polonia. Nel 1942, il Bundista polacco Marek Edelman fu uno dei fondatori della Żydowska Organizacja Bojowa che guidò la rivolta del Ghetto di Varsavia e che fu parte del movimento di resistenza polacca. In Polonia, il Bund continuò la sua attività fino al 1948.

1917: Manifestazione del Bund.
1917: Manifestazione del Bund.
Una delle caratteristiche più notevoli del Bund è stata la sua feroce opposizione al Sionismo e alle visioni e iniziative di Theodor Herzl (morto nel 1904, quindi mentre il Bund già esisteva e prosperava). Tale caratteristica è ben espressa anche in questo canto, specialmente in due strofe dove l'autore, in linea con le posizioni del movimento, si scaglia contro il Sionismo visto come “roba da ricchi, da intellettuali e da rabbini” che distoglieva i lavoratori e i proletari ebrei dalle lotte e dall'impegno sociale e politico, nonché come una forma di estraniamento e di escapismo. Ancora più chiaramente e brutalmente: il Sionismo veniva visto nient'altro che come l'ennesimo ghetto, propugnato dalle classi ebraiche economicamente più elevate per mantenere il loro potere e addormentare la coscienza di classe. Il Bund non aveva rivendicazioni territoriali, ma praticava una forma di “nazionalismo culturale” ebraico. Il bund sosteneva l'uso esclusivo dello yiddish come lingua nazionale degli ebrei, opponendosi decisamente ai tentativi di usare e rivitalizzare la lingua ebraica classica. Si trattava di un movimento assolutamente laico e di classe. Di converso, è interessante notare che il suo materiale musicale di unione e di lotta (inni e canti che produceva, come questo) è scritto in uno yiddish assai arcaico, altisonante e letteralmente infarcito di parole ebraiche anche assai ricercate e di uso non comune. Un'analisi linguistica di questo testo rivela ad esempio che, da un lato, l'autore si scaglia contro i maskilem, gli “illuminati” procedenti dalla Haskalah settecentesca ebraica (l' “illuminismo religioso” che, tra le altre cose, propugnava l'uso integrale dell'ebraico classico e che rappresentò la prima scintilla del Sionismo) e, dall'altro, indulge all'uso smodato di ebraismi. In linea di massima, si può dire che si tratta di un testo appartenente a tutta quella corrente europea del canto politico e rivoluzionario che si rifaceva ad un linguaggio assai aulico e di non facile comprensione (si vedano ad esempio i canti socialisti e anarchici italiani).

Odessa, 23 ottobre 1905: Membri del Bund locale in posa con i cadaveri di tre compagni uccisi durante il Pogrom del 18 ottobre, coperti dalle bandiere dell'Unione.
Odessa, 23 ottobre 1905: Membri del Bund locale in posa con i cadaveri di tre compagni uccisi durante il Pogrom del 18 ottobre, coperti dalle bandiere dell'Unione.


Il testo originale e completo del canto si trova, in Rete, esclusivamente in questa pagina di yiddishkayt.org, dove è riprodotto in una foto che qui presentiamo. Non si trovano altre fonti complete, né in alfabeto ebraico, né in trascrizione (una versione molto parziale trascritta, ma con alcuni errori, si trova in una pagina di en.wikipedia); si è quindi proceduto alla solita lunghissima e integrale ricopiatura a mano. Ma c'è un'ulteriore complicazione: non solo il testo di S. An-skij è arcaico e pieno di ebraismi, ma anche redatto in un'ortografia che non è quella attuale unificata dello YIVO, e che presenta forme linguistiche locali russe e non standard (una cosa assai curiosa, è che segue pedissequamente l'ortografia tedesca del tempo: ad esempio, laddove il tedesco scriveva thut "fa", lo yiddish del testo ha טהוט /t-h-u-t/). Come sempre nella sezione yiddish di questo sito, ci siamo attenuti scrupolosamente alla grafia YIVO e alle forme linguistiche unificate, con le quali il testo trascritto è presentato. Chi ne è in grado, potrà confrontare il testo qui presentato con la sua forma originale desumibile dalla foto. [RV]

zaltsik
[1] אין זאַלציקן ים פֿון די מענטשלעכע טרערן
געפֿינט זיך אַ שרעקלעכער תּהום,
ער קען שױן ניט טיפֿר, ניט פֿינצטערער װערן,
אים צײכנט אַ בלוטיקער שטראָם.

דעם תּהומ האָבנ טױזנטער יאָרן געגראָבן
אמונה און שׂינאה און פּײַן,
און טױזנטער יאָרן, אַלץ טראָפּן נאָך טראָפּן
עס גיסנ זיך טרערן אַרײַן.

און פֿול איז דער תּהום...דאָס איז ידישע טרערן
נאָך האָט ניט קײן טעות אין זײ:
אַ בלוטיגע טרער טוט דעם קבּצן געוערן,
דעם נגיד - אַ װײַסע װי שנײ.

נאָר אײך בּעלי־מלאכֿות, אביונים, קבּצנימ,
געהערט דאָך דער בלוטיגער תּהום,
און אײערע "ברידער", די רײַכע גולנים,
געהערט נאָר פֿון אױבן דער שױם.

שױן פֿול איז דער ים און פֿאַרפֿלײצט אַלץ ברענען.
ווּו זענען די העלדען, די לײַט,
די, װעלכע זיך מוטיג דערװעגען
צו װאַרפֿן אין תּהום זיך, און שטרײַטן.

דעם אַרבעטער װער־זשע װעט ענדלעך דערלײזן
פֿון הונגער און אײביקע לײַד?
און װער װעט דעם װעג אים צו פרײַהײט באַװײַזן
צו ברידערשאַפֿט, גלײַכקײט און פֿרײַד?

די גבֿירישע קינדער, משׂכּילים, רבנים-
זײ רופֿען אין ציון דעם יֽד,
אַ לידל אַן אַלטע פֿון אונדזערע שונאים:
“אַ געטאָ דעם אײביקען זשיד!”

זײ רופֿן אין זוכען, די קאַלטינקע מתים,
פֿון הײליקע קבֿרים אַ לאַנד,
און דאָס, װאָס עס לײַדען און זיפֿצען "הקרושים" -
צו דעם איז מען טױב װי די װאַנד!

משיח און יִדנטום – בײדע געשטאָרבן,
אַן אַנדער משיח קומט אָן.
דער יִדישער אַרבעטער - גבירישער קרבן
הײבט אױף שױן פֿון פֿרײַהײַט די פֿאָן.

דער העלד װעט די װעלט אי באָפֿרײַען, אי הײלן,
ער װעט דערגרײכן דעם תּהום ביזן גרונד!
זאָל לעבען פֿון רוסלאַנד, פֿון ליטע אונ פּױלן
דער יִדישער "אַרבעטער־בונד" !
[1] IN ZALTSIKN YAM

In zaltsikn yam fun di mentshlekhe trern
gefint zikh a shreklekher thom,
er ken shoyn nit tifer, nit fintsterer vern,
im tseykhnt a blutiger shtrom.

Dem thom hobn toyznter yorn gegrobn
emune un sine un payn,
un toyznter yorn, alts tropn nokh tropn
es gisn zikh trern arayn.

Un ful iz der thom... dos iz yidishe trern
nokh hot nit kayn toes in zey:
a blutiger trer tut dem kabtsn gehern,
dem noged – a vayse vi shney.

Nor aykh baley-mlokes, evyoynem, kabtsonem,
geher dokh der blutiger thom,
un ayere “brider”, di raykhe galonem
gehert nor fun oybn der shoym.

Shoyn ful iz der yam un farfleytst brenen.
Vu zenen di helden, di layt
di, velkhe zikh mutig dervegen
tsu varfn in thom zikh, un shtraytn.

Dem arbeter ver-zhe vet endlekh derleyzn
fun hunger un eybike layd?
Un ver vet dem veg im tsu frayhayt bavayzn
tsu bridershaft, glaikhkayt un frayd?

Di gvirishe kinder, maskilem, rabonem -
zey rufn in Tsion dem yid,
a lidl an alte fun undzere sonem:
“a geto dem eybike zhid!”

zey rufn in zokn, di kaltinke meysem,
fun heylike kvorem a land,
un dos, vos es layden un ziftsn “hakedoyshem”,
tsu dem iz men toyb vi di vand!

Moshiyekh un yidntum – beyde geshtorbn
an ander moshiyekh kumt on.
Der yidisher arbeter – gvirisher korbn
heybt oyf shoyn fun frayhayt di fon.

Der held vet di velt i bafrayen, i heyln,
er vet dergreykhn dem thom bizn grund!
Zol leben fun Rusland, fun Lite un Poyln
der yidisher “Arbeter-bund”!

inviata da Riccardo Venturi - 20/11/2019 - 03:16




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / איטאַליעניש איבערזעצונג / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 20/22-11-2019

Si tratta di una traduzione per quanto possibile letterale del testo originale; servirà a mo' di confronto con la bella, ma liberissima versione d'arte inglese di Daniel Kahn.
NEL MARE SALATO

Nel mare salato delle lacrime umane
si trova un orribile abisso,
più esser non può né fondo, né oscuro,
macchiato da una corrente di sangue.

Abisso scavato da migliaia d'anni
di pietà, di odio e di pena,
e per migliaia d'anni, sempre goccia a goccia
lacrime vi si son versate.

E colmo è l'abisso...di lacrime degli ebrei,
e tuttavia non c'è da sbagliarsi:
del povero è una lacrima rossa di sangue,
del ricco, una bianca come la neve.

Ora, solo per i poveri, i mendicanti, gli operai
è l'abisso rosso di sangue;
mente i vostri “fratelli”, i ricchi e gli avari,
del mare han solo la spuma in superficie.

Già colmo è il mare e straborda.
Dove sono gli eroi, le guide
che osino gettarsi con coraggio
nell'abisso, e lottare?

Chi mai libererà alfine il lavoratore
dalla fame e dalla sofferenza eterna?
E chi gli mostrerà la via verso la libertà,
verso la fratellanza, l'uguaglianza e la pace?

Gli abbienti, gli “illuminati”, i religiosi
chiaman l'Ebreo a Sion.
E' la vecchia solfa dei nostri nemici:
“Un ghetto per l'eterno Ebreo!” [1]

Pregando e pregando, invocan dai progenitori
una terra, dalle loro sacre tombe;
mentre i poveracci, che penano e patiscon la fame,
verso di loro si è muti come un muro!

Messia ed ebraismo, son morti e sepolti,
un altro messia sta arrivando.
Il lavoratore ebreo – vittima dei ricchi!
già innalza il vessillo della libertà.

Quell'eroe libererà e risanerà il mondo,
arriverà fino al fondo dell'abisso!
Evviva di Russia, di Lituania e Polonia
l' Unione dei Lavoratori Ebrei!
[1] Occorre notare, in questa strofa di enunciazione chiara di opposizione al Sionismo, l'uso differente e significativo del termine per “Ebreo”. Nel secondo verso della strofa, il testo originale usa il comune termine yid (il tedesco Jüde); nell'ultimo verso della strofa, dove si riporta la “vecchia solfa” dei nemici degli ebrei, si usa la trascrizione del termine slavo (e ungherese) per “ebreo”, zhid.

22/11/2019 - 20:18




Lingua: Inglese

English version / Versione inglese / Version anglaise / Englanninkielinen versio:
Daniel Kahn (2008, The Unternationale)

Daniel Kahn.
Daniel Kahn.


The Unternationale è un album del 2008 di Psoy Korolenko, Daniel Kahn e Oy Division. La seguente traduzione d'arte in inglese è stata eseguita da Daniel Kahn, e riproduce in pieno lo stile aulico e roboante del canto sociale dell'epoca; si tratta però di una versione assolutamente libera (si veda la traduzione letterale italiana).
IN THE SALT SEA OF HUMANITY'S WEEPING

Beneath the salt sea of humanity's weeping
A terrible chasm abides
It couldn't be darker, it couldn't be deeper
It's stained with a bloody red tide.

And thousands of years have created this chasm
Of piety, hatred, and pain
And for thousands of years all humanity's weeping
Flows like a limitless rain.

So much of this sea has been filled with the sorrows
Endured by the suffering Jews
But only the tears of the poor ones are bloody
The rich cry as clear as the dew.

Yes only the worker, the pauper, the beggar
Belong to the bloody abyss
While those you call “brother,” the rich and the greedy,
Fly high overhead in their bliss.

The ocean flows over and floods out the levees
There isn't a hero in sight.
Yes, where are the ones that will stand at the ready
To dive in the chasm and fight ?

Yes, who will at last free the work from slavery,
Give hunger its final relief?
And who will be guiding the pathway to freedom,
To brotherhood, justice and peace?

The children of wealth, the enlightened, the clergy,
Into Zion the call the Hebrews.
We’ve heard this old story before from our enemies:
“A ghetto for the eternal Jew”

With Zion we answer the prayers of our fathers
From deep in their graves they must call
While souls who are living are hungry and crying
To them we are deaf as the wall.

Messiah and Jewry are both dead and buried
Another messiah is come
The new Jewish worker the banner will carry
To signal that justice is done.

The world will be freed and be healed by this hero,
Who dives to the root of its wound.
In Russia, in Vilna, in Poland all hail now
The Great Jewish Worker’s Bund!

inviata da Riccardo Venturi - 22/11/2019 - 20:26




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