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Un monito ai tiranni e agli oppressori [Inno popolare dedicato all'Eroe Gaetano Bresci]

anonimo
Lingua: Italiano



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In questa oscura cella
(anonimo)
Misteri paradisiaci
(Pardo Fornaciari)


[post 1900]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Autore sconosciuto / Unknown Author / Auteur inconnu / Tuntematon
Musica / Music / Musique / Sävel: In questa oscura cella

innopopolarebresci


L'impareggiabile Pardo Fornaciari, born in Leghorn (hangman, dé), reca in questo sito il numero 152; poiché gli artisti (autori, interpreti, musicisti ecc.) registrati sono oramai quasi diecimila, significa che appartiene veramente agli inizi delle “CCG”, ed è tutt'altro che un caso. Con Pardo, oltre a un'oramai àvita conoscenza personale e a varie scorribande non di rado annaffiate da boccioni di vino bòno (oltre che, ovviamente, da canzoni della tradizione livornese, toscana, birmana antica, groenlandese, dell'antico regno del Benin e di Fauglia), condivido la passione di andare a scovare qua e là testi autenticamente dimenticati da Iddìo, dal Grande Manitù e da altre più peregrine deità; attività, va senz'altro detto, in cui Pardo eccelle assai più del sottoscritto. Quando, però, Pardo trova non si sa come delle cose come questa, è assai spesso convinto che sulle “CCG” ci sia di già, magari seppellito nel mare magnum che oramai questo sito è diventato. Talmente convinto, da ritrovarsi in una piazzetta dell'antica cittadina lunigiana di Fosdinovo per ricordare due vecchi amici che non ci sono più (Ivan Della Mea e Paolo Ciarchi) e sentirsi comunicare -quasi con stupore!- che, stavolta, le “CCG” proprio erano del tutto all'oscuro di questa trouvaille fornaciariana da cantarsi sull'aria di In questa oscura cella. Poiché il Pardo ha voluto immediatamente farcene parte, rimediamo una volta rimessici all'opra in sulla fin dell'estate, sebbene in una città ancora rovente e deserta negli ultimi scampoli delle ferie agostane.

In che cosa, ordunque, consiste la trovaglia pardiana? In un'immagine reperita chissà dove nella Grande Rete. L'immagine di un antico volantino, tutto lacero, sbertucciato, in larga parte illeggibile, che reca, giustappunto sull'aria di In questa oscura cella, il seguente Monito ai tiranni e agli oppressori, un Inno popolare dedicato all'Eroe Gaetano Bresci di anonimo autore, stampato a Montevideo nella República Oriental del Uruguay presumibilmente non molto tempo dopo il fatale e fatidico ventinove di luglio del 1900. Nulla si sa né dell'autore del testo, né delle circostanze esatte in cui esso fu composto; persino il nome della tipografia (qualcosa che finisce in “-elle”) non è chiaramente leggibile. Si può soltanto, ragionevolmente, ipotizzare l'ambiente dell'emigrazione italiana nel paese sudamericano, presso la quale l'Anarchismo trovava parecchi proseliti nonché militanti o simpatizzanti. Il gesto del “Paìno”da Coiano di Prato, che un dì ripartì da Paterson col piroscafo per andarsene a fare un giretto al Parco di Monza, fu così celebrato anche nella lontanissima Montevideo. Il problema, come detto, è che tentare di decifrare interamente un testo dall'immagine di un volantino di circa centovent'anni fa in condizioni davvero miserevoli, è impresa improba.

Da consumato filologo quale Pardo Fornaciari è (perché di un'opera filologica si tratta, una vera e propria editio diplomatica con precise tecniche di critica testuale, congetture e persino cruces desperationis che riportano alle ricostituzioni di papiri della più remota antichità classica; e se non ci credete, andatevi a leggere -che so io- il manualetto che D'Arco Silvio Avalle scrisse sulla genesi del metodo del Lachmann, e qui parlo con uno zìnzo di cognizione di causa), trattando il volantino uruguagio con il canto dedicato a Gaetano Bresci come fosse un testo frammentario d'Alceo o di Saffo, il testo è stato almeno parzialmente ricostruito perlomeno nelle sue parti certe; e così, nella sua precisa ricostruzione pardiana, lo presentiamo. Non solo; poiché, fortunatamente, se ne conosce la melodia, Pardo Fornaciari ha imbracciato el guitarrón e lo ha cantato nelle strofe ricostruite con certezza (indicate in neretto nel testo). Che dire? Soltanto un ringraziamento. Non soltanto a Pardo, va da sé, ma anche -e ci sta sempre bene!- a Gaetano Bresci. [RV]
1 Vedevi il bel giardino
++ ++ fiori
++++ albori
++++ nguir
Pr ++++ aschir

2 Ti parve r+++ cosa
Vedere de ++++
++ tutti ++
di chi +++ lavorar
Nutri++ gli oppressor

3 Vedevi il gran carname
Che il regno di Savoia
Che ha capo umberto il boia
Facea degl [italian]
Ai Siculi e a Milan

4 Ai Siculi e a Milano
E nell’Italia tutta
La stirpe farabutta
Nata per fucilar
Distruggere e rubar

5 Di coraggio sublime
o baldo eroe t'armasti
L’arma furente [alzasti]
Sul vile inquisitor
Capo degli oppressor


6 Stirpe bastarda e vile
È casa di Savoia
Z ++ d ++++
Ignorati\ingordi di ira

7 Gridaro i tristi eunuchi
Nostri dissanguatori
Che degno era +++
Il loro gran [sovran]
Primo tra i [ruffian]

8 La bassa plebe applaude
Al grande tuo coraggio
E te ne darà omaggio
Quando si [alzerà]
E ti vendicherà


9 O Bresci o grande eroe
O tempra di [combattente]
Il popolo innocente
L’hai fatto palpitar
E mai ti [scorderà]

10 I grandi magistrati
T’apriran
+++
+++
L’

11 N++++ ++anni
+++++
Che alfin ++++
La ++orta ++sta

12 Spera nel forte gruppo
Di chi t’invidia e ammira
Di chi ++++ ed ira
+++
Giustiziar tale re

13 Il dì verrà fatale
pei grandi sfuttatori
Tutti i dissanguatori
Porranno sotto i piè
Coi preti, sbirri e re

14 Un’era allor novella
Sfolgorerà nel mondo
E il popolo giocondo
Contento allor sarà
Che più non soffrirà


Montevideo Tipografia del ++lle

inviata da Riccardo Venturi - 17/8/2019 - 16:08




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