Langue   

Canzone del demonio in mezzo al mare

Desueta
Langue: italien


Desueta

Peut vous intéresser aussi...

Custodi
(Alessio Lega)
L’uomo dell’ombrello – elegia per Idy Diene
(Alessio Lega)


[2018]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Daniele Tarantino - Giuseppe Santoro - Riccardo Notarpietro (Desueta)
Album / Albumi: C'era una svolta

demonio

I (o “la”?) Desueta sono tre ragazzi salentini: si chiamano Giuseppe Santoro (frontman e autore), Daniele Tarantino e Riccardo Notarpietro.

I Desueta. Da sinistra: Daniele Tarantino, Giuseppe Santoro, Riccardo Notarpietro.
I Desueta. Da sinistra: Daniele Tarantino, Giuseppe Santoro, Riccardo Notarpietro.


Il frontman e autore, Giuseppe Santoro, si è trasferito a Milano; ne parla, tra luci, ombre e nostalgie per Lecce, nell'intervista linkata e che è per me fonte di ogni notizia (ma non di eterna salvezza, tranquilli). In detta intervista si parla anche di artisti salentini; a me, però, un leccese a Milano ne ha ricordato un altro di vecchia, vecchissima conoscenza. L'album di esordio dei (o “della”) Desueta si chiama: C'era una svolta, e a mio parere è un titolo assolutamete geniale. Dall'intervista a Giuseppe Santoro estrapolo questa breve presentazione della canzone che forma l'oggetto di questa pagina:

"C’è fermento, ma non direi riguardo al genere che facciamo noi. Nel nostro linguaggio confluiscono vari elementi, in primis certamente un cantautorato al passo coi tempi, che cerca di ispirarsi ai grandi cantautori degli anni ’60 e’70. Nel brano Canzone del demonio in mezzo al mare, ad esempio, ci sono dei richiami alla musica di De André e al suo modo di scrivere, anche se poi il mio stile è molto diverso. Cerchiamo di unire testi impegnati ad un sound internazionale che non si sente più tanto spesso in giro. Vogliamo racchiudere molti generi, dal jazz al progressive rock."

È una bella canzone, secondo il mio più che modesto parere. Parla di un argomento, come dire, piuttosto attuale. È opportuno, a questo punto, un breve cenno su come l'ho trovata in mezzo all'oceano della Rete: stavo cercando una canzone italiana sul Diavolo. Ogni tanto, lo riconosco, certo come sono del mio futuro destino nelle Malebolge, cerco canzoni sataniche in ogni lingua (da chi credete che provengano le mie capacità linguistiche? Naturalmente, alla scadenza del contratto a suo tempo firmato con Satana, mi avvierò a bruciare per l'eternità tra le fiamme infernali, ed è forse per questo che, in casa mia, in gennajo c'è sempre una gradevolissima temperatura di al massimo 4/5 gradi centigradi con la quale sto benissimo -non avessi a liquefarmi come il dottor Múñoz del Cool Air lovecraftiano). La ricerca di stasera, ad un certo punto, mi ha indirizzato verso questa canzone dal titolo parecchio intrigante, e per la quale mi sono precipitato a trascrivere il testo direttamente dal video presente sul Tubo (non trovandosi traccia delle Lyrics). Sono quindi diabolicamente lieto di dare spazio qua dentro ai (o alla) Desueta e alla loro civile e umanissima canzone.

In effetti, chi arriva da queste parti sui barconi stracolmi e talmente strabordanti da trascinarsi migliaia di vite umane in fondo al mare persino stringendo una pagella scolastica, ora come ora viene presentato e raffigurato come il Demonio. Avendo una certa consuetudine con quest'ultimo, posso però assicurare che pure lui è notevolmente indignato, e che declina categoricamente ogni responsabilità. Come dargli torto, visto che questi esseri umani vengono generalmente demonizzati brandendo crocifissi, rosari e presepi del cazzo? Mi associo quindi alle rimostranze del mio illustre Contraente. Cercando le canzoni diaboliche, naturalmente, mi sono imbattuto in decine di pagine su Sympathy For The Devil; ma c'è Demonio e demonio. C'è anche un demonio di serie Z che si strippa in continuazione di ogni troiaio possibile e immaginabile e che chiude i porti, verso il quale non nutro nessunissima simpatia -a differenza di tanti abitanti ed elettori di questo paese così squisitamente cattolico romano apostolico, la Pontificia Repubblica Italiana. [RV]
A bordo è salito un uomo con gli occhi stanchi,
Le mani che sembran bianche come due guanti,
Il viso colore nero come la notte,
Scappa via da guerre mai interrotte.

C'è la donna che porta in grembo un'altra vita,
Vorrebbe tornare indietro, ma ormai è partita,
Una speranza lontana che fa da motore
Dividerà un corpo più dell'amore.

È il Demonio che sta per arrivare,
È proprio il Demonio e deve annegare.
È rimasta la sua testa fuori dal mare,
Bandiera dell'ipocrisia mondiale.

Siamo un po' troppi su questo barcone,
Lo avevano detto già in televisione,
Ogni tanto qualcuno getta la spazzatura,
È questa la triste legge della natura.

C'è un bambino con il volto già da uomo
Ma lì seduto non riesce a stare buono,
Lancia sassi di terrore dentro l'acqua,
Lo schizzo del mare arriva e un po' lo sciacqua.

Così distante dalla promessa di una bomba
Il rumore che porta il vento già rimbomba.
Questo è un prezzo troppo caro da pagare,
È forse la nostra tomba questo mare?

È il Demonio che sta per arrivare,
È proprio il Demonio e deve annegare.
È rimasta la sua testa fuori dal mare,
Bandiera dell'ipocrisia mondiale.

Eppure l'uomo, quella donna ed il bambino
Non hanno chiesto, in fondo, che un posto diverso.
Essere accolti per quel che sono,
Esseri umani nell'universo.

Ma dopo un lampo c'è ancora un tuono,
E resta un grido come disperso,
Muore con loro quello che siamo:
Esseri umani nell'universo.

envoyé par Riccardo Venturi - 17/1/2020 - 20:06




Page principale CCG

indiquer les éventuelles erreurs dans les textes ou dans les commentaires antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org