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War an aod

Youenn Gwernig
Langue: breton


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Tenval an deiz
(Alan Stivell)
E kreiz an noz
(Youenn Gwernig)


[1963]

Youenn Gwernig (1925-2006)
Youenn Gwernig (1925-2006)


Riccardo, Lorenzo, Bernart, Krzysiek e a tutti Voi che bazzicate queste pagine, nell'augurarVi un anno nuovo migliore, leggete un po' cosa scriveva Youenn Gwernig, nel 1963. Forse qualcuno lo ricorda perchè Alan Stivell musicò e cantò un suo testo inserendolo giusto in apertura del meraviglioso Trema'n Inis nel 1976. Ma Gwernig spesso occupò la sua splendida poesia trilingue a parlare degli esclusi sociali, di quelli storici e delle povere vittime di queste società fondate sull'ingiustizia. Una delle sue figlie, Annaig, qualche anno fa mi ha mandato un cd in cui la sua "Grande Tribù" interpreta alcune delle sue canzoni, per fortuna è rimasta la dolce e inconfondibile voce di quest'uomo anziano, con la sua pipa, l'aspetto un po' alla John Wayne e dalle camicie da taglialegna canadese, che ogni tanto torna a farmi compagnia scendendo nella pianura padana dalle Montagnes Noires. Questa agghiacciante poesia non è mai stata musicata.

Flavio Poltronieri
Redet o deus a viliadoù d'an aod
tud a bep liou,
livioù ar bed, yezhoù ar bed
mesk-h-mesk,
treid ha divesker
korfoù beo
treid, treid, treid a viliadoù
n'eus hent ebet ken
debret eo bet
ha touzet raz ar geot.

Tammoù gwer a c'hoarzh d'an heol
'vel bragerizoù
(ur voutailh soda drailhet)
ar gwad o tiverañ ouz seul ar paotrig du
a zo ruz
met n'eus liou ebet d'e boan.

Traezhenn doueel,
gwez, geot ha traezh,
an oabl ken glan,
gro ar re baour
tud a bep liou,
traezhenn marc' had-mat
'vit ar re zu, ar re zamzu, ar re velen,
ar re wenn: Kelt, German, Magyar,
an oabl hag an traezh hat ar gwez
'vez roet d'ar re baour
evit netra.

envoyé par Flavio Poltronieri - 1/1/2019 - 12:59




Langue: italien

Versione italiana di Flavio Poltronieri
SULLA SPIAGGIA


A migliaia sono giunte in spiaggia
persone di tutti i colori
colori del mondo, lingue del mondo
promiscue
piedi e gambe
corpi vivi
piedi, piedi, migliaia di piedi
non c'è più strada
l'hanno inghiottita
e l'erba tagliata a zero.

Dei pezzi di vetro rotto giocano nel sole
come fossero diamanti
(una bottiglia di bibita gassata)
il sangue che sta colando dal tallone di un piccolo nero
è rosso
ma il suo dolore veramente non ha colore.

La spiaggia di Dio
degli alberi, dell'erba, della sabbia
il cielo così pulito
la spiaggia dei poveri
questa gente di tutti i colori
spiaggia comune
per neri, meno neri, gialli
per bianchi: Celti, Tedeschi, Magiari
il cielo, la sabbia e gli alberi
dati ai poveri
per un niente

envoyé par Flavio Poltronieri - 1/1/2019 - 16:45




Langue: basque

Forse è solo una mia impressione ma, ad occhio, la situazione mi sembra addirittura peggiorata dalla Orchard Beach, hañv 1963, a cui si riferiva Youenn Gwernig all'attualità italiana di 50 anni dopo...

http://papelmarelo.blogspot.com/2017/0...

...e comunque visto che c'è la traduzione spagnola del testo, non vorrei ci facessimo mancare quella di Koldo Izagirre che l'ha tradotta in basco, che, secondo me, da cantare è proprio una lingua meravigliosa:
HONDARTZAN

Milaka heldu da hondartzara
kolore guztietako jendea
munduko kolore, munduko hizkuntzak
nahasian
oin eta zango
bizidun gorputzak
oin, oin, milaka oin
xendarik gabe
irentsi egin baitute
eta belarra moztu.

Beira apurtua eguzkitan jolas
diamanteak iduri
(soda botilaren apurrak)
hara mutiko beltz baten orpoa
gorri
baina kolorerik ez bere minak.

Jainkoen hondartza
zuhaitz, belar, harea
zerua horren garbi
kolore guztietako
jende txiroaren hondartza
amankomuneko hondartza
beltz, gaztain, hori
zurientzat: zeltak, germaniarrak, magyarrak
zerua, harea eta zuhaitzak
musutruk emanak
txiroentzat.

envoyé par Flavio Poltronieri - 2/1/2019 - 18:04




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