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Τον πλούσιο Γιώργη ήβρηκα [Ο Πλουσιογιώργης]

anonyme
Langue: grec moderne (Cretese/Cretan)


Liste des versions


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Ton ploúsio Giórgi ívrika [O Plousiogiórgis]
Κρητικό παραδοσιακό
Tradizionale cretese
Προσαρμογή και ενορχέστρωση του Γιάννη Μαρκόπουλου
Ερμηνεία του Νίκου Ξυλούρη
'Αλμπουμ: Ριζίτικα [1971]
Arrangiamento e orchestrazione di Yannis Markopoulos
Interpretazione di Nikos Xylouris
Album: Rizitika [1971]

Sfakià.
Sfakià.


Non mi ero sbagliato “di pancia” quando, nell'ascoltare questo rizitiko, lo avevo subito riportato a Sfakià. Il territorio di Sfakià (Σφακιά), nella parte sudoccidentale di Creta, è considerata la contrada più inaccessibile e selvaggia di tutta l'isola, assai montagnosa com'è e un'immensa pietraia (come dice il suo stesso nome, dal greco classico σφάξ “pietraia, ravaneto”). E' una zona non soltanto celebre per il suo paesaggio assolutamente unico, ma anche per il carattere storico degli abitanti, considerati allo stesso tempo come dei fierissimi combattenti senza compromessi, sia come dei semiselvaggi dediti a interminabili faide e vendette di clan e in pessimi rapporti con tutto il resto dei cretesi. Sulle vicende degli Sfakianì sono fiorite, naturalmente, le leggende; ma non è certamente una leggenda, bensì la verità storica, che a Sfakià non siano mai entrati né i veneziani, né i turchi; e questi ultimi, che nel XVI e XVII secolo provarono a farlo, telarono alla svelta di fronte alla resistenza degli Sfakiani (che aveva il suo centro a Hora Sfakiòn). Sfakià è racchiusa tra il mare (tra i più belli del Mediterraneo) e le altissime Montagne Bianche; e a Anopolis (che significa “Città alta”), un paese vicino a Hora Sfakiòn, era nato Ioannis Vlahos, detto Daskalogiannis (1722-1771), uno dei più celebrati eroi cretesi che guidò una guerriglia di indipendenza contro i turchi nel XVIII secolo. Anche le leggende soprannaturali di Sfakià hanno a che fare con la lotta antiturca: la più famosa, quella dei Drosoulites, parla di una processione di fantasmi che si svolgerebbe presso Frangokastello (il veneto “Castelfranco”), e i fantasmi sono quelli dei combattenti sfakiani periti contro i turchi. Gli Sfakiani sono generalmente molto alti, e si dice che anche le donne sarebbero state capaci di sgozzare senza problemi qualsiasi turco che si fosse azzardato a sfiorarle. Ma la verità storica si intreccia con la leggenda; è un fatto che il britannico Patrick Leigh Fermor, che -per motivi suoi- era a Sfakià nel XVIII secolo all'epoca della rivolta antiturca, descrisse una serie continua di insurrezioni, azioni di guerriglia, pallikaria e assemblee rivoluzionarie. E s'andò avanti così; nel 1821, il primo governo rivoluzionario dell'intera Grecia si insediò nello scarno villaggio di Loutro (“Lavatoio”), a Sfakià. Le rovine della prima “Cancelleria” greca vi si possono ancora vedere; e, del resto, la prima scintilla dell'indipendenza greca era scoccata a pochissima distanza, nella chiesa Panagia Thymiani nel villaggio di Komitades. Si andò avanti così. Il 31 maggio 1941, dopo la battaglia di Creta che vide l'invasione nazista dell'isola, furono gli Sfakiani a aiutare a scappare per mare migliaia di soldati australiani e neozelandesi, patendo poi terribili rappresaglie da parte dei tedeschi; e così era accaduto prima al re Giorgio II di Grecia. L'asprezza del paesaggio sfakiano e la bellicosità dei suoi abitanti sono quindi celebri in tutta la Grecia, e Sfakià è sempre stata considerata un territorio autonomo dove le leggi dello Stato valevano fino a un certo punto (assai basso) e dove gli esattori delle tasse non osavano entrare se avevano cara la pelle. Le vendette per i furti di bestiame o per l'onore delle donne sono andate avanti fino agli anni '60 del XX secolo, quando un intero villaggio fu abbandonato per questioni del genere dopo essere stato dato alle fiamme. Furti e banditismo si riflettono addirittura in un particolare mito della Crezione, secondo il quale Dio stesso era uno Sfakiano. Niente di meno.

E' senz'altro tenendo presente tutto questo che va letto e interpretato questo splendido rizitiko sfakiano, magari nella sua versione completa (Xylouris ne canta una versione abbreviata). La versione originale e completa, Ο Πλουσιογιώργης, è nel linguaggio della zona, che mantiene caratteristiche antichissime (come la terminazione classica -σι della III persona plurale dei verbi); sembra quasi che il greco della notte dei tempi sia rimasto lì cristallizzato. Nella versione originale appare chiaramente l'origine sfakiana del canto, e la sua natura: il “ricco Giorgis” della vicenda è un agiato pastore cui qualcuno ha rubato i greggi. Se ne sta quindi sulle alte pietraie, con animo non tendente al bello, con la sua spada e dormendo sui nudi sassi. Sta cercando chi gli ha combinato lo scherzetto, e si può ipotizzare che costui non avrebbe fatto una bella fine se fosse stato trovato; nella versione completa qualcuno glielo dice, rivelando la presenza delle pecore rubate presso una fonte, Vàrsamo (che è il greco classico βάλσαμον "balsamo") dove sono stati visti pastori e cacate ovine.

Nel canto è presente una parola, αντάρα, che potrebbe avere tutta una storia. Derivata dal greco classico αναταράσσω “sconvolgere, portare scompiglio”, significa “burrasca, bufera” ed è probabilmente alla base della storica parola greca per “partigiano”: αντάρτης [andartis]. Il partigiano è “colui che porta bufera” o che “reca scompiglio”, insomma. Bella parola.

In un primo momento inserito negli “Extra”, questo canto è stato riportato ad una pagina propria per motivi “ambientali”, mettiamola così. In sé, la vicenda che vi si narra non sarebbe in alcun modo “in tema” con questo sito; ma, come si è visto da questa introduzione, serve alla perfezione per raccontare qualcosa su Sfakià e sulla sua storia di territorio arcaico e refrattario a qualsiasi invasore calato da qualche parte. La vicenda dei fierissimi Sfakiani che aiutarono soldati di paesi lontanissimi a scappare, ad un prezzo terribile, è però indicativa al massimo grado. Come è indicativo che, nella Grecia del 1971, i cretesi Markopoulos e Xylouris abbiano effettuato una certa scelta di rizitika, tra i quali questo. Era chiarissimo che cosa volevano significare, e a chi fossero diretti. Volevano ricordare ai tronfi e ridicoli fascisti al potere che la "tradizione ellenica" di cui cianciavano mentre prendevano, da brave marionette, soldi e ordini dalla CIA non era propriamente tranquillizzante per loro. [RV]


PIZITIKA [1971]
Yannis Markopoulos
Nikos Xylouris


rizzitica


Nel 1971 il genio di Yannis Markopoulos incontrò Nikos Xylouris, che del rizitiko, il canto tradizionale cretese delle “pendici” (ρίζες) delle alte montagne, era il massimo interprete vivente con la sua lira. Ne nacque un album storico, e non solo a Creta o in Grecia.


L'intero album

01. Πότε θα κάνει ξαστεριά
02. Ίντα ’χετε γύρου γύρου
03. Αγρίμια κι αγριμάκια μου
04. Μάνα κι αν έρθουν οι φίλοι μου
05. Ο χορός του Σήφακα
06. Από την άκρη των ακριώ
07. Κόσμε χρυσέ
08. Σε ψηλό βουνό (O αητός)
09. Ο Διγενής
10. Τον πλούσιο Γιώργη ήβρηκα [Ο Πλουσιογιώργης]
11. Μαδάρα [Κρητικό κανάλι]



Τον πλούσιο Γιώργη ήβρηκα
στα όρη κι εκοιμάτο
Κι είχε τ’ αέρι πάπλωμα
και το χαλίκι στρώμα
Και τ’ αργυρόν του το σπαθί
ώρηο προσκεφαλάδι
Σιμώνω και ξυπνώ τονε
λέω του «Γιώργη γεια σου
Ίντα γυρεύγεις Γιώργη επά
εις την ξερομαδάρα;»
«Τα στείρα μας εχάσαμε
κι ήρθα να τα γυρεύγω
κι έπιασ’ αντάρα στα βουνά
και καταχνιά ’ς ται ρίζες
και περπατώ θλιφτά θλιφτά
και παραπονεμένα.

envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμἠμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 17/4/2015 - 20:54




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
17 aprile 2015


Interpretato da Giannis Kondogiannis.
TROVAI IL RICCO GIORGIS

Trovai il ricco Giorgis
sui monti che dormiva
per coperta aveva il vento
e per giaciglio il pietrisco
e la sua spada d'argento
gli faceva da bel guanciale.
Mi avvicino e lo sveglio,
gli dico, “Salve, Giorgis
che ci giri, Giorgis, qua
in questa pietraia deserta?”
“Abbiam perso le nostre ricchezze
e son venuto a cercarle
e c'è burrasca sui monti
e bruma sulle pendici.
E io cammino triste triste
e in preda all'afflizione.”

17/4/2015 - 21:37




Langue: grec moderne (Cretese/Cretan)

Ο Πλουσιογιώργης: La versione completa.
Ο Πλουσιογιώργης: Complete version.

sfax
Ο ΠΛΟΥΣΙΟΓΙΩΡΓΗΣ

Τον Πλουσιογιώργη ηύρηκα στα όρη κι εκοιμάτο,
κι είχε τ`αέρι πάπλωμα και τα χαλίκια στρώμα,
και τ`αργυρόν του το σπαθί ώριο προσκεφαλάδι.
Και Σφακιανοί περνούσανε και Σφακιανοί του λέσι:
«Γιώργη, κι είντα γυρές επά, Γιώργη κι είντα νοδεύγεις,
είντα γυρεύεις εδεπά κι έναι βαρά η καρδιά σου;».
«Τα στείρα μας εχάσαμε κι ήρθα να τα γυρεύγω,
κι εγύρεψα τα βορινά και νοτικά δεν τα `βρα,
κι έπιασ`αντάρα στα βουνά και καταχνιά στσι ρίζες,
και περπατώ θλιφτά θλιφτά και παραπονεμένα».
«Είς του Βαρσάμου το νερό απού `ν` το δεντρουλάκι,
εις το σκιανιό του δεντρουλιού στέκ` ένα κουραδάκι.
Έδε κουράδι στρογγυλό κι έδε μπροστάρους τς` έχει!
Σείσε, κουρνέ, το τσάφαρο, κι εσύ, χελιέ, το λέρι».

envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 18/4/2015 - 00:07




Langue: italien

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
18 aprile 2015
IL RICCO GIORGIS

Trovai il ricco Giorgis sui monti che dormiva,
per coperta aveva il vento e per giaciglio il pietrisco
e la sua spada d'argento gli faceva da bel guanciale.
Passavano gli Sfakiani, e gli Sfakiani gli dicono:
“Giorgis, che ci giri qua, e perché sei d'animo cupo?”
“Abbiam perso le nostre ricchezze e son venuto a cercarle,
e ho cercato a nord e a sud ma non le ho trovate,
e c'è burrasca sui monti e bruma sulle pendici,
e io cammino triste triste e in preda all'afflizione.”
“Alla fonte di Vàrsamo dove c'è un alberello,
all'ombra dell'alberello c'è una cacata di pecora.
E' una merda rotonda e ci sono anche dei pastori!
Fonte, sciogli il mistero; e tu suona il campanaccio.”

18/4/2015 - 00:32




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