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Oesterheld

Rocco Rosignoli
Langue: italien


Rocco Rosignoli

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[2013]
Testo e musica di Rocco Rosignoli
Lyrics and Music by Rocco Rosignoli
Palabras y música de Rocco Rosignoli
Album: Testuggini

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Rocco Rosignoli.
Rocco Rosignoli.




Una delle opere più belle dedicate alla libertà e alla resistenza è un fumetto: l'Eternauta. Non a caso uscì negli anni '50, a ridosso dell'esperienza europea di resistenza al nazismo. La fantascienza di matrice americana è stata identificata come una sublimazione della paranoia collettiva degli Stati Uniti, in cui l'Alieno era un alias del comunismo. L'Eternauta, opera argentina, si colloca invece su un altro versante; l'invasione aliena è solamente uno scenario, entro il quale sono protagonisti gli uomini. L'umanità, sull'orlo del disastro, riesce a dare il meglio di sé nel tentativo di resistere all'invasore.

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Questa storia di fantascienza è stata vista come una sorta di profezia, in cui lo sceneggiatore Héctor Oesterheld precorreva quello che sarebbe stato il triste destino del suo paese: la dittatura autoritaria di Jorge Videla, gli stadi usati come campi di concentramento, i trentamila desaparecidos. Forse proprio per questa sua lungimiranza, Oesterheld fu uno di quei trentamila. E a lui, e al concetto di libertà, Rocco Rosignoli ha dedicato questa canzone, contenuta nel cd Testuggini.

Héctor Oesterheld
it.wikipedia


oesterHéctor Germán Oesterheld (Buenos Aires, 23 luglio 1919 – 21 aprile 1977) è stato un fumettista argentino.

Nacque nel 1919 da una famiglia di origine tedesca. Nonostante la laurea in geologia la sua passione rimase per tutta la vita quella della letteratura, in particolare quella per l'infanzia (grazie alla sua professione di geologo, contemporaneamente alla sua attività di correttore per una casa editrice, iniziando a scrivere le sue prime opere, per un pubblico infantile, ebbe la possibilità di attraversare l'Argentina per delle ricerche petrolifere per conto dell'allora statale YPF).

Iniziò a lavorare come correttore di bozze presso una tipografia, poi a scrivere dei racconti per ragazzi e in seguito, a partire dal 1949, a sceneggiare le prime storie a fumetti per la Editorial Abril, di proprietà di Cesare Civita, un ebreo italiano fuggito in Argentina per evitare le persecuzioni razziali. Presso questo editore lavorò a serie quali Ray Kitt, Sargento Kirk, Bull Rockett, Uma-Uma, Alan y Grazy, Lord Commando.

Nel 1957 fondò, con il fratello Jorge, l'Editorial Frontera: con questa nuova casa editrice pubblicò testate fondamentali per la storia del fumetto argentino quali Hora Cero e Frontera, che videro proprio nelle sceneggiature di Oesterheld una delle ragioni principali del loro successo. Proprio nel 1957 l'autore argentino scrisse la prima storia di Ernie Pike sul primo numero del mensile argentino Hora Cero: questo primo episodio è disegnato dal già famoso Hugo Pratt, che in tutto ne realizzerà 34. Nel creare il protagonista di tale serie Oesterheld ha preso spunto da un noto reporter americano, Ernie Pyle che venne ucciso dai giapponesi nel 1945 a Okinawa. Pyle fu corrispondente di guerra dal 1941 al 1945 al seguito delle truppe americane in Africa del nord, in Italia, in Inghilterra e poi in Francia.

oestedonSempre per l'Editorial Frontera scrisse altre famose serie quali Ticonderoga (anche questa disegnata da Pratt, come pure la nuova riproposizione del Sgt. Kirk), Randall (con i disegni di Arturo del Castillo), Sherlock Time e Dottor Morgue, questi ultimi hanno come disegnatore Alberto Breccia, col quale avrebbe collaborato anche nel 1968 per la realizzazione di una biografia su Ernesto Guevara, pubblicata postuma in Spagna nel 1987 a causa dell'ostracismo del governo dittatoriale argentino: al progetto ha anche collaborato Enrique, figlio di Alberto.

Per la stessa casa editrice pubblicò anche quella che resta una delle più belle ed importanti opere del fumetto mondiale e di genere fantascientifico in particolare: L'Eternauta. La saga, pubblicata a puntate su Hora Cero Semanal e disegnata da Francisco Solano López, a molti è sembrata una chiaroveggente metafora della dittatura che di lì a poco avrebbe sconvolto l'Argentina.

Oesterheld scomparve il 27 aprile del 1977 a La Plata, prelevato da una squadra armata. Da allora è entrato a far parte della numerosa schiera dei desaparecidos argentini. Dal giugno dell'anno precedente erano sparite due sue figlie, Beatriz Marta e Diana Irene, quest'ultima incinta di sei mesi. Nel novembre 1977 a scomparire è una terza figlia, Marina (incinta di otto mesi e il cui marito era già desaparecido). Il mese dopo viene uccisa, insieme al marito, anche Estela Inés, l'ultima figlia fino ad allora sopravvissuta alla Guerra sporca della giunta militare argentina.

Secondo i registri raccolti dal CONADEP, fu detenuto nella caserma Campo de Mayo e nei centri di detenzione clandestina conosciuti come El Vesubio e El Sheraton e fu visto anche nel Batallón de Arsenales 601 Domingo Viejobueno; fu assassinato, si crede, a Mercedes, in provincia di Buenos Aires, nel 1978.
Vorrei parlare della tua storia,
ma non so se lo posso fare:
ci sono trappole e luoghi comuni
difficili da evitare.

Hai preso la parte migliore dell'uomo,
mostri i miracoli che lui fa
mentre affronta chi non mostra la faccia
e vuole togliergli la libertà,

che è una parola di poco conto,
usata troppo da chicchessia,
chiunque se ne riempie la bocca,
che parli di comunismo o di economia.

È una parola contenitore,
e quando è vuota non vuol dir niente.
Ma quello che tu racconti
sono i miracoli della mente.

E se oggi nevica a Buenos Aires
nessuno scorda la storia tua,
perché resistere è più che un obbligo,
prerogativa della natura.

La storia eterna non si interrompe
se chi la scrive viene a mancare,
le tue scintille nella penombra
nessun orrore può soffocare.

E mentre ancora manchi all'appello
con trentamila dopo la bufera
su Buenos Aires cade la neve:
da novant'anni non si vedeva.

envoyé par Andrea Paoli - 14/9/2013 - 11:58




Langue: espagnol

Traducción al castellano por Riccardo Venturi
14.9.2013

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Una de las obras más bellas que hayan sido dedicadas a la libertad y a la resistencia es una historieta: El Eternauta. No es por acaso que fue publicada en los Cincuenta, es decir no mucho tiempo después de la experiencia de la resistencia europea al nazismo. La ciencia ficción de matriz norteamericana ha sido considerada la sublimación de la paranoia colectiva de los Estados Unidos, en que el Alienígena encarnaba al comunismo. El Eternauta, obra argentina, está situada por otro lado: la invasión extraterrestre sólo es el escenario donde los protagonistas son los hombres. La humanidad al borde del desastre logra dar lo mejor de sí en su intento de resistir al invasor.

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Esta historia de ciencia ficción ha sido considerada como una profecía, en que el guionista Héctor Oesterheld adelantaba lo que sería el triste destino de su país: la dictadura autoritaria de Jorge Videla, los estadios usados como campos de concentración, los treinta y mil desaparecidos. Quizás exactamente por su capacidad de previsión, Oesterheld fue uno de aquellos treinta y mil. Y a él, y al concepto de libertad, Rocco Rosignoli ha dedicado esta canción incluída en el cd Testuggini (Tortugas) y que aquí se da traducida al castellano y al alemán. [Andrea Paoli, trad. RV]
OESTERHELD

Quisiera hablar de tu historia
pero no se si lo puedo hacer :
hay trampas y lugares comunes
que es difícil evitar.

Tomaste la parte mejor del hombre,
muestras los milagros que hace
mientras enfrenta a quien no muestra su cara
y quiere quitarle la libertad,

Que es palabra no muy importante
y que todos usan tan mucho,
todos se hartan la boca con ella, no importa
que se hable de comunismo o economía.

Es una palabra contenedor
y cuando está vacía no quiere decir nada.
Pero lo que tú cuentas
son los milagros de la mente.

Y si hoy nieva en Buenos Aires
nadie se olvida de tu historia,
porque resistir es más que un deber,
es característica de la naturaleza.

La historia eterna no se interrumpe
si falleciera quien la escribe,
tus centellas en la penumbra
ningún horror puede destrozarlas.

Y mientras aún sigues ausente
con treinta y mil después la tormenta,
sobre Buenos Aires la nieve cae:
hace noventa años que no se la veía.

14/9/2013 - 14:06




Langue: allemand

Deutsche Übersetzung von RV
16. Semptember 2013

Le quattro figlie di Héctor Oesterheld. Scomparse.<br />
Las cuatro hijas de Héctor Oesterheld. Desaparecidas.<br />
Die vier Töchter Héctor Oesterhelds. Verschwunden.
Le quattro figlie di Héctor Oesterheld. Scomparse.
Las cuatro hijas de Héctor Oesterheld. Desaparecidas.
Die vier Töchter Héctor Oesterhelds. Verschwunden.


Eine der schönsten Werke, die der Freiheit und dem Widerstand gewidmet sind, ist eine Bildstreifengeschichte: El Eternauta. Nicht zufalls wurde sie in den Fünfzigjahren publiziert, kurz nach der europäischen Erfahrung des Widerstandes gegen den Nazismus. Die Sciencefiction amerikanischen Ursprungs wird als Sublimation der Kollektivparanoia der Vereinigten Staaten gesehen, wo das außerirdische Wesen für den Kommunismus steht; El Eternauta, ein Werk aus Argentinien, hat aber einen einen sehr verschiedenes Grund. Die außerirdische Invasion ist hier nichts anders als eine Szenerie, und die Hauptfiguren sind die Menschen. Am Rande der Katastrophe gibt die Menschheit ihr Bestes beim Widerstand gegen den Invasor.

Diese Utopiegeschichte wurde als eine Art Weissagung gesehen, in der der Textverfasser Héctor Oesterheld das tragische Schicksal seines Vaterlandes weissagte: die autoritäre Militärdiktatur Jorge Videlas, die Stadien als Konzentrationslager gebraucht, die dreißigtausend Desaparecidos. Vielleicht für seine Weitsicht, fiel Oesterheld unter diese dreißigtausend. Und ihm, und dem Begriff von Freiheit, hat der italienische Liedermacher Rocco Rosignoli dieses Lied gewidmet, das wir hier in spanischer und deutscher Übersetzung präsentieren. [Andrea Paoli, deutsch von RV]
OESTERHELD

Ich möchte deine Geschichte erzählen
ich weiß aber nicht, ob ich es tun kann.
Es gibt ja Fallen und Gemeinplätze
die man mit Schwierigkeit vermeiden kann.

Du nahmst des Menschen besten Teil
und zeigst die Wunder, die er wirkt
während er sich stellt wem sein Gesicht nicht enthüllt
und will ihm die Freiheit wegnehmen.

Freiheit ist kein bedeutendes Wort,
zuviele brauchen es unangebracht.
Damit füllt sich jedermann den Mund
ob er über Kommunismus oder Ökonomie unterhält.

Das ist ein echtes Behälterwort,
wenn es inhaltslos ist, bedeutet es nichts.
Aber was du erzählst,
das sind die Wunder des Geistes.

Und wenn es heute in Buenos Aires schneit
so vergißt niemand deine Geschichte
weil der Widerstand mehr als eine Pflicht ist,
das ist eine Eigenschaft der Natur.

Die ewige Geschichte unterbricht sich nicht
wenn der Erzähler plötzlich ausbleibt,
deine Funken im Halbschatten
kann kein Greuel löschen.

Und während du noch auf den Ruf nicht antwortest
sowie andere dreißigtausend nach dem Sturm
fällt über Buenos Aires der Schnee:
seit neunzig Jahren war er nicht gefallen.

16/9/2013 - 21:34




Langue: français

Version française – OESTERHELD – Marco Valdo M.I. – 2013
Chanson italienne – Oesterheld – Rocco Rosignoli – 2013
Texte et musique de Rocco Rosignoli

Une des plus belles œuvres dédiées à la liberté et à la résistance est une bande dessinée : El Eternauta (L'Éternaute). Ce n'est pas un hasard s'il sortit dans les années 1950 en se fondant sur l'expérience européenne de résistance au nazisme. La science-fiction de matrice américaine a été identifiée comme une sublimation de la paranoïa collective des États-Unis, dans lesquels l'Extraterrestre était un alias du communiste. L'Eternauta, œuvre argentine, se place par contre sur un autre versant ; l'invasion extraterrestre est seulement un scénario, dans lequel les hommes sont les protagonistes. L'humanité, au bord du désastre, réussit à donner le meilleur d'elle-même dans la tentative de résister à l'envahisseur.
Cette histoire de science-fiction a été vue comme une sorte de prophétie, dans laquelle le scénariste Héctor Oesterheld pressentait ce qui sera le triste destin de son pays : la dictature autoritaire de Jorge Videla, les stades employés comme camps de concentration, les trente mille « desaparecidos » (disparus). C'est sans doute précisément en raison de sa clairvoyance qu'Oesterheld fut un de ces trente mille. Et à lui, et au concept de liberté, Rocco Rosignoli a dédié cette chanson, contenue dans les cd Testuggini (Tortues).

oesterHéctor Germán Oesterheld (Buenos Aires, 23 Juillet 1919 – 21 avril 1977) était un auteur de bandes dessinées argentin.

Il naquit en 1919 d'une famille d'origine allemande. Malgré une licence en géologie, sa passion resta pour toute sa vie la littérature, en particulier celle pour l'enfance (grâce à sa profession de géologue, et à son activité parallèle de correcteur pour des éditions, en commençant à écrire ses premières œuvres, pour un public enfantin, il eut la possibilité de traverser l'Argentine pour des recherches pétrolifères pour le compte de la société YPF, alors d'État).
Il commença à travailler comme correcteur d'épreuves auprès d'une imprimerie, puis à écrire des récits pour enfants et en suite, à partir de 1949, à adapter ses premières histoires à des bandes dessinées pour l'Editorial Abril, propriété de Cesare Civita, un juif italien réfugié en Argentine pour éviter les persécutions raciales. Auprès de cet éditeur, il travailla à des séries telle que Ray Kitt, Sergento Kirk, Bull Rockett, Uma-Uma, Alan y Grazy, Lord Commando.

En 1957, il fonda avec son frère Jorge l'Editorial Frontera ; avec ces nouvelles éditions, il publia des titres fondamentaux pour l'histoire de la bande dessinée argentine comme Hora Cero et Frontera, qui virent vraiment dans les scénarios d'Oesterheld une des raisons principales de leur succès. En 1957, l'auteur argentin écrivit la première histoire d'Ernie Pike sur le premier numéro du mensuel argentin Hora Cero ; ce premier épisode est dessiné par le déjà célèbre Hugo Pratt, qui en tout en réalisera 34. Pour créer le protagoniste de cette série, Oesterheld a pris la figure d'un reporter américain connu, Ernie Pyle qui fut tué des Japonais en 1945 à Okinawa. Pyle fut correspondant de guerre de 1941 à 1945 à la suite des troupes américaines en Afrique du nord, en Italie, en Angleterre et ensuite en France.

Toujours pour l'Editorial Frontera , il écrivit d'autres séries fameuses comme Ticonderoga ( elle aussi dessinée par Pratt, tout comm la nouvelle version du Sgt. Kirk), Randall (avec les dessins d'Arturo de Castillo), Sherlock Time et Doctor Morgue, ces derniers ont comme dessinateur Alberto Breccia, avec lequel il collaborerait aussi en 1968 à la réalisation d'une biographie d'Ernesto Guevara, publiée posthume en Espagne en 1987 à cause de l’ostracisme du gouvernement dictatorial argentin ; au projet, a collaboré aussi Enrique, fils d'Alberto (Breccia).

Pour la même maison d'éditions, il publia aussi celle qui reste une des plus belles et importantes oeuvres de la bande dessinée mondiale et du genre science-fiction en particulier : El Eternauta. La saga, publiée en feuilleton sur Hora Cero Semanal et dessinée par Francisco Solano López, à beaucoup a semblé un métaphore annonciatrice de la dictature qui pau après avait bouleversé l'Argentine.

Oesterheld disparut le 21 avril 1977 à la Plata, enlevé par une bande armée. De ce moment, il a fait partie de la nombreuse cohorte des desaparecidos argentins. En juin de l'année précédente avaient disparu deux de ses filles, Beatriz Marta et Diana Irene, cette dernière enceinte de six mois. En novembre 1977 à disparaître, ce fut une troisième de ses filles, Marine (enceinte de huit mois), dont le mari était déjà disparu. Le mois après fut tuée, avec son mari, Estrela Inés, la dernière de ses filles, qui jusqu'alors avait survécu à la sale Guerre de la junte militaire argentine.

Selon les registres récoltés par la CONADEP, il fut détenu dans la caserne Campo de Mayo et dans les centres de détention clandestine connus comme El Vesubio et El Sheraton et il fut même vu dans le Batallón de Arsenales 601 Domingo Viejobueno ; il fut assassiné, on croit, à Mercedes, en province de Buenos Aires, en 1978.

Ora e sempre : Resistenza !

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I et Lucien Lane

(reprenant en chœur leur sentence favorite, tirée de l'Ode à Kesselring de Piero Calamandrei)
OESTERHELD

Je voudrais raconter ton histoire,
Mais je ne sais si je saurai le faire :
Il est des lieux communs et des pièges
Difficiles à éviter.

Tu as saisi la meilleure part de l'homme,
Montré les miracles qu'il fait
Quand il affronte qui ne montre pas son visage
Et veut lui ôter la liberté,

C'est un petit mot,
Employé trop,
N'importe qui s'en emplit la bouche,
Qui parle de communisme ou d'économie.

C'est un mot bien joli
Qui vide ne veut rien dire .
Mais ce que tu racontes
Ce sont les miracles de l'esprit.

Quand aujourd'hui, il neige à Buenos Aires
Tout le monde se souvient de ton histoire ,
Car résister est plus que nécessaire,
C'est une exigence de la nature.

L'histoire éternelle ne peut s'interrompre
Même si qui l'écrit vient à disparaître,
Tes étincelles dans la pénombre
Nulle horreur ne pourra les éteindre.

Alors qu'à l'appel tu manques encore
Comme les trente mille après l'ouragan
Sur Buenos Aires tombe la neige :
On ne l'avait pas vue depuis nonante ans.

envoyé par Marco Valdo M.I. - 23/9/2013 - 22:24


L'ETERNAUTA


leternauta


L'Eternauta (El Eternauta) è un fumetto di fantascienza sceneggiato da Héctor Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López. È stato pubblicato per la prima volta in Argentina tra il 1957 ed il 1959 sul periodico Hora Cero Semanal. In Italia è stato pubblicato nel 1977 sul settimanale Lanciostory e successivamente in una rivista omonima. Negli anni novanta viene ristampato a Roma dalla casa editrice Eura in 3 volumi cartonati della collana Eurocomix (numeri 55-56-57) e nei primi tre volumi in brossura Fantacomix Day. In seguito, per lungo tempo non è stato possibile ristampare questo capolavoro per problemi sui diritti: solo nel 2011 la casa editrice 001 edizioni ha ristampato il capolavoro argentino nella versione originale integrale in volume unico, con nuova traduzione e adattamento editoriale originale.

La trama è spesso considerata una sorta di anticipazione della tragica realtà che l'Argentina avrebbe in seguito conosciuto: il dramma dei desaparecidos, della dittatura militare argentina (il cosiddetto Processo di Riorganizzazione Nazionale) e persino lo stadio. Gli autori avevano certo intuito il clima politico che permeava il loro paese. Lo stesso Oesterheld scomparve nel 1977, vittima della dittatura assieme alle sue quattro figlie.

Trama della prima serie
Khruner

eternprim


La storia inizia con la materializzazione di un uomo sulla sedia di fronte alla scrivania di uno scrittore di fumetti di Buenos Aires: è una notte di un giorno imprecisato della seconda metà del XX secolo (alcuni poster nella stanza dello scrittore, sembrano indicare l'epoca degli anni delle prime missioni spaziali). L'ospite si presenta come Khruner, ossia "il vagabondo dell'infinito" (nella versione originale Juan Salvo, nell'edizione italiana Juan Galvez) che spiega di essere "l'Eternauta", un pellegrino dei secoli che vaga alla ricerca della sua epoca e del suo mondo perduti (sempre Buenos Aires e sempre un periodo imprecisato della seconda metà del XX secolo ma questo secondo dato verrà comunicato allo scrittore dall'"eternauta" solo dopo avergli raccontato la propria storia per tutta la notte).

La nevicata

nevada


Tutto inizia con una misteriosa "nevicata". Con il passare delle ore si scopre (dopo aver visto degli aerei militari venir distrutti in cielo da uno strano fascio di luce e aver assistito alla discesa dal cielo di numerosi globi luminosi) che questa "neve", che ha decimato gli abitanti di Buenos Aires, non è altro che un'arma aliena. I sopravvissuti al primo attacco (la "nevicata") si organizzano con tute e respiratori fabbricati artigianalmente per poter uscire dalle abitazioni. Infatti la "neve" uccide istantaneamente solo per contatto diretto nel suo stato "solido", e dunque non è necessaria nessuna stanza di decontaminazione e le tute sono semplici impermeabili che coprono tutto il corpo e i respiratori semplici filtri dell'aria.

Lo stadio

estadio


All'esterno ci sono anche altri sopravvissuti. I militari li stanno organizzando alla difesa contro gli invasori in quanto è oramai chiaro che l'umanità deve combattere contro un'invasione aliena. Per prima cosa si decide di raggruppare tutti i sopravvissuti nello stadio di calcio monumentale del River Plate. Dopo vari attacchi (sia durante il tragitto per arrivare allo stadio, sia dentro lo stadio) di insetti-robot (che siano telecomandati lo si intuisce dalla presenza sulle loro nuche di un particolare apparecchio) in qualche caso armati di micidiali "fasci di luce" e che i nostri riescono a respingere (compreso un attacco di un'astronave aliena anch'essa dotata del "fascio di luce" e che si schianta contro la facciata esterna dello stadio), si ha la consapevolezza che questi, come dice Ferri (in originale Favalli), uno dei protagonisti, non sono gli alieni invasori, ma solo l'avanguardia. Infatti la nevicata radioattiva cessa, ma prende avvio quasi una guerra di logoramento psicologico: gli assediati dello stadio incominciano ad avere allucinazioni che Khruner scopre essere provocate da una nuvola bianca artificiale posizionata dagli alieni sopra lo stadio e nascosta da molte altre nuvole artificiali nere sottostanti essa. Nuvola che Khruner stesso distrugge centrandola con un colpo di bazooka e fermando così le allucinazioni collettive.

La sortita

eterrobot


Khruner (l'eternauta) ed Alberto tentano una "sortita" per capire cosa preparano gli invasori. Fuori dello stadio si imbattono in "traditori" (come loro inizialmente li chiamano). Gli alieni hanno applicato sulla nuca di alcuni umani degli apparecchi (gli stessi presenti sulla nuca degli insetti-robot) per ridurli alla loro volontà e ora questi "uomini-robot" combattono a fianco degli alieni.

L'invasore

etersol


Khruner ed il suo compagno vengono sopraffatti da un "raggio paralizzante" e si ritrovano faccia a faccia con uno degli invasori: un alieno dalle sembianze umanoidi, con mani composte da tredici dita ciascuna. Vengono anche loro applicati gli apparecchi elimina-volontà, ma si scopre che il kol (così si presenta l'alieno) non li ha ridotti ad uomini-robot perché li vuole utilizzare quali cavie in un esperimento. I nostri però riescono a liberarsi e a sopraffare il kol che prendono come prigioniero.

I kol, i gurbos e Loro

minio


Il kol, morente, rivela che loro, i veri invasori, hanno innestato ai kol una ghiandola che li fa morire al manifestarsi della paura, per poterli così sottomettere ai loro voleri. Inoltre hanno sottomesso anche i gurbos, delle mostruose creature che fanno parte anch'esse dell'avanguardia dell'invasione. Khruner torna allo stadio per riferire quanto ha scoperto.

Il contrattacco

Il "maggiore", che comanda militarmente il gruppo, decide di uscire dallo stadio per attaccare gli invasori. Sembra infatti che gli invasori si siano ritirati, ma si tratta di un'imboscata. In città i militari vengono accerchiati da una muraglia di fiamme che provoca il panico nella colonna. Le fiamme erano delle allucinazioni ma così dispersi vengono decimati dagli uomini-robot prima e dai gurbos poi. Khruner, Ferri ed Alberto si ritrovano soli a fronteggiare un altro kol ed i suoi subdoli metodi.

Nel cuore dell'invasione

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I tre arrivano nel quartier generale dell'invasione aliena. Il kol di turno manovra degli apparecchi che comandano i gurbos, gli uomini-robot e micidiali "fasci di luce" che distruggono gli aerei inviati in soccorso da altri difensori umani. L'unica loro possibilità è neutralizzare il congegno (una sorta di "sfera luminosa") che comanda a distanza tutto ciò. È Alberto che riesce nell'impresa, con l'ausilio di un bazooka e la battaglia cessa improvvisamente.

L'esplosione nucleare

I difensori, non più ostacolati dagli alieni, riescono a lanciare una testata nucleare che colpisce il centro di Buenos Aires. Gli alieni sembrano sconfitti e Khruner ritrova la sua famiglia, perduta all'inizio dell'avventura.

Non è finita

Ma non è finita: essi vedono che si avvicina loro un kol, apparentemente con intenzioni pacifiche. Sembra proprio così, ma improvvisamente riprende a nevicare. La nevicata radioattiva: e quindi l'invasione aliena è ricominciata.

La zona di raccolta

tuttodiverso


La radio comunica che ci sono sopravvissuti in altre parti del mondo e si stanno organizzando centri di raccolta. I nostri, indossate le tute, si dirigono verso il luogo fuori città loro indicato. Ma si tratta di un nuovo inganno. Ad accoglierli trovano dei militari che altro non sono invece che uomini-robot. Khruner e la sua famiglia vengono salvati da Ferri e gli altri amici fin qui sopravvissuti che distraendo gli uomini robot permettono al futuro eternauta di salvarsi, a scapito della loro salvezza (verranno catturati e a loro volta "robotizzati").

L'astronave

Per sfuggire alla cattura Khruner riesce a rifugiarsi nell'astronave degli alieni e, tentando di manovrarla, aziona casualmente una sorta di macchina del tempo e si ritrova al di fuori dello spazio e del tempo conosciuti. L'eternauta inizia così a girovagare per mondi paralleli (continuum) gridando nell'infinito i nomi della moglie e della figlia, senza speranza di ritrovarle. Qui finisce la sua storia allo scrittore di fumetti e si spiega l'improvvisa materializzazione di Khruner davanti al primo poche ore prima. Khruner intuirà di essere riuscito a tornare nel suo universo, correndo verso la sua casa, con Marta ed Elena ad attenderlo fuori. E lo scrittore, invece, che quello che gli ha raccontato corrisponde a ciò che poco dopo accadrà, anche dal primo fiocco della strana neve che sta per cadere: la storia si conclude quindi dal momento dove l'aveva iniziata Khruner, dalla partita a ramino con i suoi amici che aveva iniziata in casa sua.

Storia editoriale

La copertina di Hora Cero Semanal con la prima puntata dell'Eternauta
La copertina di Hora Cero Semanal con la prima puntata dell'Eternauta
L'Eternauta è stato inizialmente pubblicato sul periodico Hora Cero Suplemento Semanal a partire dal 4 settembre 1957, e nel 1961 è stato ristampato in una rivista omonima. In Italia, pubblicata sul settimanale Lanciostory, la storia è stata rimontata editorialmente da Stelio Rizzo e graficamente da Ruggero Giovannini, dietro approvazione di Solano López, per essere adattata dal particolare formato orizzontale originale a quello più tipico della rivista. Infatti, in questa nuova versione, una pagina dell'edizione originale, composta da una decina di vignette, non riusciva a entrare interamente (Quelle delle prime quattro tavole orizzontali sono state ad esempio distribuite nelle prime cinque pagine della nuova edizione) e le vignette di forma tonda, con un riquadro irregolare o senza, sono opera di Giovannini. Si è anche intervenuto nel dare a qualche oggetto un aspetto più moderno (per esempio la radio così com'era stata disegnata da Solano López è diventata una a transistor) e a dare un'ambientazione più attuale alla vicenda (all'inizio della storia, ad esempio, il disegnatore dice a Khruner, quando gli chiede in che epoca si trova, di trovarsi verso la fine del XX° secolo, anziché a metà di esso, mentre, riguardo ad una rivista sulla scrivania, dice che in copertina vi è la foto del lancio di un missile, invece di una di Kruschev). Nel 1979 è stata pubblicata, in maniera integrale, dall'editore Comic Art. Nel 2011 l'editore italiano 001 edizioni ha riedito la versione integrale dell'opera così come pubblicata originariamente su "Hora Cero", in formato orizzontale, effettuando nuove scansioni dalle tavole originali recuperate.

Nel 1969 Oesterheld decise di riscrivere la sceneggiatura, aumentando i riferimenti politici ed enfatizzando la violenza, facendone un'aperta critica al regime dittatoriale e all'imperialismo degli Stati Uniti. Questa versione, disegnata da Alberto Breccia in un particolare stile sperimentale, è stata inizialmente pubblicata nel settimanale argentino Gente y la Actualidad; in seguito è stata riproposta su varie pubblicazioni come Linus, El Globo, alteralter, Il Mago, Charlie Mensuel e Metal Hurlant.

Eternauta II, pubblicato a partire dal dicembre 1975, è sempre parto di Oesterheld e Solano López; la trama è sempre più orientata alla critica politica, e Oesterheld stesso diventa un personaggio narrante nella storia. Lo sceneggiatore, che nel frattempo si era unito al movimento dei Montoneros, ha continuato a scrivere di nascosto i capitoli del fumetto fino alla sua scomparsa, avvenuta nell'aprile del 1977. Nel 2012 la 001 ristampa anche questo capitolo, con il titolo L'Eternauta - il ritorno.

La saga è continuata dopo la morte di Oesterheld, con altri capitoli:

- L'Eternauta, parte terza (1983) Alberto Ongaro (sceneggiatura), Mario Morhain e Osvaldo Walter Viola (disegni)

- L'Eternauta, il mondo pentito (1997-1998) Pablo Maiztegui (sceneggiatura) e Solano López (disegni)

- El Eternauta, el odio cósmico (1999) Pablo Muñoz, Ricardo Barreiro (sceneggiatura), Walther Taborda e Gabriel Rearte (disegni)

- L'Eternauta, il ritorno (2003 - 2006) Pablo Maiztegui (sceneggiatura) e F. Solano López (disegni)

CCG/AWS Staff - 16/9/2013 - 01:13


L'ETERNAUTA II


etertwo


Forse ancor più che al primo originale Eternauta, il tragico destino di Héctor Oesterheld e della sua famiglia (tutte le sue quattro figlie, Marta, Diana Irene, Marina e Estela Inés -due delle quali incinte- nonché i mariti delle figlie sposate, furono sequestrati e scomparvero al pari del padre) appare legato al seguito della storia, El Eternauta II, pubblicata nel 1976 e anch'essa disegnata da Francisco Solano López.

Nel 1975, la Editorial Record ripubblicò, con enorme successo, la prima storia dell'Eternauta; dato l'esito favorevolissimo, a Oesterheld fu proposto di scriverne la continuazione. Tuttavia, né la situazione personale di Oesterheld, né quella del Paese erano quelle di una volta. Lo sceneggiatore aveva aderito ai Montoneros e aveva assai radicalizzato la componente politica delle sue storie; il 24 marzo 1976 la presidente, Isabela Perón, era stata deposta con un colpo di stato militare ed al suo posto si era insediata la giunta militare guidata dal generale Videla che, con il cosiddetto “Processo di Riorganizzazione Nazionale” aveva tra i suoi scopi principali quello di eliminare i Montoneros. In tale contesto storico-politico, Oesterheld diede alla continuazione dell'Eternauta una connotazione politica assai più decisa e radicale, vicina all'ideologia dei Montoneros stessi; il protagonista, Juan Salvo (Juan Galván nell'edizione italiana) viene rappresentato come un comandante che guida il popolo alla vittoria contro l'invasore e che non esita a mandare a morte, o a lasciare morire, altri personaggi (compresi sua moglie e sua figlia, Elena e Marta), se ciò serve alla sconfitta dell'invasore.

Il disegnatore, Solano López, non si era mostrato eccessivamente d'accordo con il tono che avevano assunto le sceneggiature di Oesterheld già da prima (come, ad esempio, nella versione dell'Eternauta realizzata coi disegni di Alberto Breccia, nella Guerra de los Antartes o in Evita, vida y obra de Evita Perón), e il disaccordo si acuì ancor di più con la caratterizzazione che veniva data al personaggio di Juan Salvo/Galván. Oesterheld, però, viveva già in semiclandestinità e appena passava a volte dalla redazione della casa editrice a lasciare le sceneggiature, oppure le faceva pervenire tramite terzi. Fu sequestrato il 27 aprile 1977 dalla dittatura militare, scomparendo nel nulla; la storia, tuttavia, fu portata a termine anche se Solano López manifestò dei dubbi sulle ultime sceneggiature, che non riteneva scritte da Oesterheld.

La storia parte esattamente dal punto dove termina la prima, con lo sceneggiatore di fumetti fermo davanti alla casa di Juan Salvo/Galván, che aveva dimenticato tutto ritrovando la sua famiglia, e che stava ricevendo gli amici Favalli (Ferri nell'edizione italiana), Lucas e Polsky a casa per la partita a ramino. Lo sceneggiatore torna a casa, turbato e incredulo di quel che era appena successo: cuando entra in casa, pensa seriamente che ogni cosa sia stata un'allucinazione o un forte mal di testa. Si siede sulla sedia dove stava quando l'Eternauta era comparso, e gli sembra di sentirlo ancora: ricorda che era stato un giorno e una notte ad ascoltare la storia dell'invasione, della nevicata, dei grossi insetti, dei Gurbos, dei Kol e dei “Loro”: ad un tratto, tutti gli eventi della prima parte cominciano come a turbinargli in testa. In un attacco di panico e di isteria, esce e corre a casa di Juan Salvo/Galván per raccontargli quel che era accaduto tra loro due.

oesternomLo sceneggiatore di fumetti entra e comincia a raccontare; nessuno gli crede, però tutti si spaventano quando il visitatore dice con esattezza come è composta la famiglia di Juan, che lavoro fanno lui e i suoi amici, ed i loro hobbies. Favalli/Ferri comincia a interrogare lo sceneggiatore, e ne conclude che è rimasto catturato in un continuum poiché la storia sarebbe avvenuta nel 1963 ed al momento è invece l'agosto del 1959. In quel momento, lo sceneggiatore confessa di avere pubblicato la storia due volte e una terza in volume nel 1976, dopodiché ha un altro attacco e perde la memoria. Quando si sveglia, non sa più dove si trova e, mentre sta per tornare a casa sua, Juan Salvo/Galván e i suoi amici lo invitano a fare una partita a ramino con loro. Viene rivelato che il nome dello sceneggiatore è, né più e né meno, Héctor Germán Oesterheld, e che vuol essere chiamato “Germán”. Giocano una partita a sei (Juan, Favalli/Ferri e Lucas da un lato, Germán, Elena e Polsky dall'altro); Germán si mette a pensare al mondo esterno, come all'inizio della prima parte; è sul punto di vincere la prima mano (ha fiori e e l'asso di spade), e c'è un silenzio assoluto. All'improvviso Germán dice di ricordare tutto, , a partire dalla nevicata; Juan gli dice che pure lui ricorda, ma non sta affatto nevicando.

All'improvviso si ritrovano in un luogo totalmente desolato. Quando Juan domanda a Favalli/Ferri sul da farsi, scopre che quest'ultimo, Polsky e Lucas sono scomparsi (Polsky muore all'inizio della nevicata, Lucas è ucciso da un sopravvissuto per rubargli la tuta protettiva e Favalli/Ferri, al termine della storia, viene trasformato in uomo-robot assieme a Alberto Franco, Pablo e Mosca (Ruiz nell'edizione italiana). Juan agisce come se Favalli/Ferri fosse ancora con loro, dicendo che occorre fare un inventario dei viveri disponibili ed uscire di casa per procurarsi qualcosa da mangiare, dato che le conserve devono essere toccate il meno possibile; ancora prima, dice che occorre sapere quale sia il tasso di radioattività per mezzo del contatore Geiger inventato da Lucas (va sottolineato che Juan Salvo/Galván non è più, qui, la persona sensibile che era nella prima parte della storia, ma assai più fredda e calcolatrice. La “connotazione umana” sarà quindi affidata a Germán). Quando escono, un vento fortissimo fa spalancare la porta; Juan e Germán riescono a chiuderla con un grosso sforzo e cominciano a sentire misteriosi rumori provenienti da una truppa a cavallo, risate simili a quelle di una iena e quello che sembra un uccello che sbatte contro il retro della casa. Decidono quindi di tornare dentro, e di fabbricare archi e frecce fatte in casa (sebbene già avessero un fucile) con acciaio e filo di ferro, e stecche in duralluminio. Mentre i quattro si stanno esercitando (Germán era quello con la mira peggiore), Germán si rifugia presso la finestra e vede un “gurbo” in lontananza. Juan gli dice di continuare a esercitarsi, ma allora Germán vede una mostruosa astronave che gira su se stessa. All'alba, Juan e Germán sono pronti per uscire.

Quando stanno per uscire, un cardellino si mette a cantare, e assai meglio di un canarino. Uscendo, vanno a controllare che cosa aveva sbattuto contro la casa e scoprono che un pipistrello aveva acchiappato una civetta in volo, mandandola a sbattere contro la parete. Proseguendo il cammino, Germán scopre il blocco di un motore diesel (dell'autobus rimasto intraversato sulla strada all'inizio della nevicata); le tracce delle strade si distinguono ancora. Strada facendo, Juan si accorge che non è possibile procurarsi del cibo da nessuna parte, e nello stesso momento scopre un nido di hornero con due entrate e fori di sfiato. Mentre Germán è sorpreso della sua scopera, Juan vede lì vicino una lepre: hanno trovato da mangiare. Juan prende subito la mira, ma sbaglia il colpo; si prepara a ritentarlo, ma entrambi vedono scappare via la lepre a una velocità incredibile. Compare allora un falco chimango che attacca la lepre da dietro e le spezza il cranio; il rapace, poi, cerca di fare lo stesso con Germán, pero Juan lo uccide con una fucilata. Scoprono così che gli animali che hanno visto fino a quel momento sono stati mutati delle bombe atomiche (si veda la prima parte dell'Eternauta). In seguito si dirigono verso il fiume, ma al suo posto c'è un precipizio; proseguono a diritto per qualche chilometro, e trovano un altro precipizio. Rivedono l'astronave; qualche metro a sinistra ci sono delle caverne, e Juan dice di volerle esplorare. Germán scopre, qualche metro sotto, un cucciolo di cane che guaisce, e sua madre che ringhia indietreggiando; Juan va a aiutare il cagnolino, però Germán gli dice che potrebbe essere pericoloso e gli ricorda che cos'è successo col falco. Quando Juan risale, un branco di cani gli sbarra il passo mentre il capobranco gli ringhia. Juan non ci pensa due volte e toglie al cagnolino un osso che gli era rimasto incastrato in gola. La madre se ne va col cucciolo, il branco riparte e il capobranco, che è l'ultimo a partire, fa a Juan una specie di sorriso. Anche nei cani si è avuta la mutazione, che li ha resi più intelligenti. Juan va a dare un'altra occhiata alla caverna, e scopre le orme di un “gurbo” che si dirige verso casa sua; mentre corrono verso casa, l'Eternauta pensa a Elena e Martita.

Un "gurbo".
Un "gurbo".
Quando arrivano a casa di Juan, la scoprono completamente distrutta. Decidono di cercare tra le macerie qualche traccia di sangue, ma non trovano niente. Mentre Germán continua a cercare, Juan lo chiama e gli mostra delle orme sul terreno; le seguono fino ai cespugli, dove Juan scopre un pezzo della pollera di Elena; i due vedono anche altre orme che si confondono con quelle di Elena e Martita. All'improvviso, senza che Juan e Germán se ne possano accorgere, spunta il “gurbo” che aveva distrutto la casa. Dopo averli annusati, l'animale comincia a inseguirli; Germán, che è già anziano, corre più lento, poi prende una storta alla caviglia e non può proseguire. Juan torna indietro per aiutarlo, e quando il “gurbo” sta per ucciderli, compare il branco di cani che attaccano i piedi del “gurbo” (i piedi sono la parte più sensibile del colossale mostro). I cani continuano fino a spingere giù il “gurbo” in un precipizio. Il capobranco va poi verso l'Eternauta e gli “sorride” ancora; Juan gli dà il nome di “Amigo”. Dopo di ciò, Juan fabbrica un bastone di fortuna a Germán, e i due ricominciano a seguire le tracce. Proseguono, e Germán, rimasto indietro a causa del piede, vede un altro nido di “super-hornero” e anche un formicaio assai più sviluppato di quelli esistenti in precedenza (simile a una delle prime capanne inventate dall'uomo). Juan scopre un altro pezzo della pollera di Elena; Germán si appoggia ad un albero per riposarsi. Appoggiato all'albero, Germán comincia a pensare che i rapitori di Elena e Martita siano esseri umani mutanti (giunge a tale conclusione perché le impronte non hanno i segni delle unghie, ma di una specie di calzatura). Quando Germán si rialza, scopre che il suo bastone di fortuna è stato spostato e, quando va a riprenderlo, lo trova rotto. Juan va a aiutarlo lasciando il fucile su un albero, ma quando se ne rende conto il fucile è scomparso. Juan pensa che sia stata una scimmia, finché i due non sono colpiti sulla nuca da un ciottolo; vanno allora verso i cespugli, da dove provengono i ciottoli, e scoprono chi sono a lanciarli.

Juan comincia a organizzare militarmente il popolo delle caverne, e tra le rovine della sua casa trova una cartina della città e un elenco telefonico, coi quali poter cercare i magazzini di grandi aziende per rifornirsi di tutte le materie prime necessarie. Un altro Kol (in realtà un “Loro” camuffato) tenta di catturare Juan e Germán, però i due riescono a cacciarlo via e a impadronirsi del carro armato, che va ad aggiungersi alle difese del popolo. Durante le operazioni, anche Juan Salvo/Galván si rivela un mutante, con speciali capacità sovrumane: una gran forza nelle mani, instancabilità, capacità di penetrare nella mente delle persone vicine (sebbene non le capisca, per cui non arriva ad essere un telepata) e di capire “a vista” il funzionamento di qualsiasi macchina, ecc.

Un altro Kol catturato rivela a Juan e Germán l'uso delle cinquecento persone che vengono cercate: i “Loro” vogliono servirsene come carburante per poter tornare finalmente al loro pianeta. Tra le altre cose, i “Loro” non sono molti come si era pensato, ma soltanto due. Uno dei due ha però tradito l'altro, trasportando Juan Salvo/Galván e la sua casa attraverso il tempo affinché guidi il popolo delle caverne. Il “Loro” è stato eliminato dall'altro. I preparativi per la guerra proseguono, e Juan decide di andare, insieme a Germán e a una ventina di altri adulti e anziani, ad assaltare la Fortezza. Però soltanto Juan, Germán e Bigua vi arrivano; in due occasioni, Juan manda tutti gli altri a morire in modo che i sopravvissuti proseguano la missione. Anche Bigua muore nella fortezza, che Juan ha sabotato per farla saltare in aria.

Nel frattempo è cominciato l'attacco alle caverne, con artigli, ali meccaniche e cannoniere; Juan e Germán prendono un paio di ali e vanno alla battaglia, che sta svolgendosi nelle caverne e su un promontorio che impedisce alle cannoniere di avanzare. Juan sceglie di occuparsi per prime delle caverne, dalle quali salvano i bambini e i giovani del paese; ma Elena e Martita, la moglie e la figlia dell'Eternauta, muoiono sul promontorio. Al termine della storia, Juan e Germán ritornano nel presente.

L'Eternauta II (noto anche come L'Eternauta – Seconda parte) altro non è che la risposta, angosciante e emotiva, alla domanda che concludeva la prima parte: Sarà possibile? Tra la prima versione dell'Eternauta e la seconda parte del 1976 c'è però una grande differenza: Juan Salvo/Galván, da persona comune diventa un militante. Dalla politica passa alla politica schierata, dalla metafora al pamphlet, dalla resistenza alla resistenza armata. Questo, naturalmente, è dovuto a tutti gli avvenimenti intercorsi tra il 1959 e il 1976 in Argentina e nel mondo: il consolidamento della rivoluzione a Cuba, la guerra del Vietnam, il golpe che destituisce Frondizi, la passione e la morte del Che Guevara, il maggio francese, la “Nuova Sinistra”, il colpo di stato di Onganía che destituisce Arturo Illia, il “Cordobazo” del 29 maggio 1969, i sacerdoti terzomondisti, l'adesione di Oesterheld ai Montoneros, la crociata anticomunista degli USA e la loro ingerenza in America Latina, il Cile di Salvador Allende e il suo assassinio, il sequestro e l'esecuzione di Aramburu, il peronismo di sinistra di Cámpora, la “Tripla A”, la rottura di Perón coi Montoneros, la morte di Perón, il ”Rodrigazo”, il colpo di stato del 24 marzo 1976, i torturati, gli assassinati, i desaparecidos, la dittatura di Videla, Massera e Agosti, il progetto economico di Martínez de Hoz.

Il 19 giugno 1976, pochi mesi dopo il colpo di stato militare, viene sequestrata la prima figlia di Oesterheld, Marta; lo stesso nome che il padre aveva dato alla figlia dell'Eternauta. Un mese dopo toccò alla seconda figlia, Diana Irene. Il 27 novembre fu la volta di Marina; agli inizi del 1977 anche l'ultima figlia rimasta, Estela Inés, subì la medesima sorte. Nell'Eternauta II è riflesso tutto il dolore di Oesterheld, che nei Montoneros si faceva chiamare Germán proprio come nella storia a fumetti. Héctor Oesterheld fu sequestrato il 27 aprile 1977, per essere assassinato in un dato momento del 1978. Fu tenuto prigioniero nel Campo de Mayo e nei centri clandestini El Vesubio e El Sheraton; l'ultima volta da vivo fu visto al Batallón de Arsenales 601 “Domingo Viejobueno”. I suoi resti non sono mai stati ritrovati.

Riccardo Venturi - 16/9/2013 - 16:10


Sono l'autore della canzone. Sono rimasto sorpreso e onorato nel trovarla qui! Siccome sentire una canzone è meglio che leggerne solo il testo, segnalo questo indirizzo, da cui la si può ascoltare o scaricare. Un saluto!
Oesterheld

Rocco - 15/9/2013 - 21:26


Rocco, parecchie ma parecchie grazie ti diciamo, sia per la canzone sia per il tuo commento. Ti sta scrivendo uno "staff" due cui membri hanno sfogliato, una caterva di anni fa, l'Eternauta nelle sue prime pagine su Lancio Story; eravamo ragazzi, sarà stato il '77 o il '78. Pensa tu quando abbiamo visto questa canzone che hai scritto. Dirti che hai fatto una cosa bella e degna, è poco; naturalmente, aspettati che questa pagina non sia assolutamente terminata; anzi, è ancora soltanto agli inizi. Un ulteriore ringraziamento, ovviamente, per aver condiviso con noi anche l'ascolto della canzone; credo che, stasera, Héctor Oesterheld ci stia facendo un saluto dal suo vastissimo nulla dove non lo toccano né l'Adesso, né il Qui. Naturalmente, gli stessi ringraziamenti che vanno a Andrea Paoli per aver reperito la tua canzone ed averla inviata a questo sito.

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Due numeri di Lanciostory (3 luglio 1978 e 12 febbraio 1979) contenenti l'Eternauta nella versione italiana.

CCG/AWS Staff - 16/9/2013 - 00:51


Mi associo ai ringraziamenti ad Andrea. E sono lusingato per lo splendido lavoro che state dedicando all'Eternauta, una passione che abbiamo in comune - ma conoscendo già il sito, non avevo dubbi! ;)

Rocco - 16/9/2013 - 16:23


Non è semplice passione, Rocco; è quello che è il principale scopo di questo sito, vale a dire il salvataggio e il rilancio della memoria. Naturalmente si tratta di un sito che parte, per forza di cose, dalle canzoni; per questo, te lo dico sinceramente, canzoni sulla vicenda umana, artistica e politica di Héctor Oesterheld le avevamo già cercate, anche e soprattutto presso autori argentini. Poi, un giorno, arriva Rocco Rosignoli da Parma che fa la cosa più conseguente: sa scrivere canzoni, e la canzone su Oesterheld la scrive lui. Come dire: questa è una pagina che, fisicamente, stiamo componendo adesso; ma si deve far conto che sia stata scritta già da tempo, mancava soltanto la canzone. La tua. Da qui anche ]traduzioni in spagnolo e tedesco, un omaggio alle due lingue di Oesterheld, quella propria e quella dei suoi antenati (la moglie di Oesterheld, il 3 giugno 1977, si recò a denunciare la sua scomparsa all'ambasciata della Repubblica Federale di Germania; non so se vi sia nei nomi un significato recondito, ma, in tedesco, "Oesterheld" vuole dire "Eroe Occidentale"). Insomma, Rocco; un saluto e un bicchiere di vino levato alla memoria di Héctor (e delle sue figlie) e dell'Eternauta; ma tu lo hai già fatto, del resto, con la tua canzone. Nella quale, peraltro, abbiamo notato una cosa molto importante anche al di là della vicenda di Oesterheld: la tua riflessione sulla vuotezza che la parola "libertà" può assumere, e ha effettivamente assunto.

CCG/AWS Staff - 16/9/2013 - 20:57


La pagina è adesso terminata, così come era stata concepita. Nel 1997, a vent'anni dalla sua scomparsa, la città di Buenos Aires ha dedicato una lapide a Oesterheld:

placa


“L'unico eroe valido è l'eroe collettivo
mai l'eroe individuale, l'eroe solo.”
Héctor Oesterheld
1919 – scomparso nel 1977
vittima della dittatura militare
scrittore e fumettista
creatore de “L'Eternauta”
Omaggio della città di Buenos Aires e del vicinato
1997

CCG/AWS Staff - 17/9/2013 - 23:16




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