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Le chant d'un soldat

Olivier Maria Souêtre
Language: French


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Gloire au Dix-septième
(Gaston Montéhus)


[1885]
Testo di Olivier Maria Souêtre [Souvestre]
Musica di M.me Souêtre
Paroles d'Olivier Maria Souêtre
Musique de M.me Souêtre


chandun


Olivier (o Ollivier) Maria Souêtre, che per un certo periodo fu noto come “Souvestre”, nacque nel 1831 nel dipartimento bretone del Finistère (Penn Ar Bed), fu uno dei principali autori e compositori di canzoni in lingua bretone dell'epoca: sua è, ad esempio, la famosissima Ar roue Gralon ha Kear Is, ispirata alla città perduta di Is, l' “Atlantide Bretone” (canzone ripresa anche da Alan Stivell). Ciò che assai meno si sa di lui è che, vissuto a Parigi a partire dal 1858, aderì alle idee rivoluzionarie e, in seguito, alla Comune di Parigi. Nel 1871 combattè tra i Comunardi e fu ferito a Issy-les-Moulineaux. Sfuggito alla repressione, scrisse numerose poesie e canti rivoluzionari e pacifisti, tra i quali La Marianne, La Commune ressuscitée, Crosse en l'air, Le premier Mai du Père Peinard, Le massacre des fourmies e questo Chant d'un soldat che descrive sia crudamente le torture inflitte ai soldati ribelli nei “Biribi”, le compagnie di disciplina militare, sia protesa contro l'utilizzo della truppa negli scontri sociali. La canzone fu scritta il 26 febbraio 1885, ma fu pubblicata solo l'anno seguente da A. Le Roy (senza indicazione dell'autore) sotto il titolo con il quale è generalmente nota. La musica fu scritta dalla moglie di Olivier Maria Souêtre, indicata soltanto come “M.me Souêtre”. [RV]
Je suis le serf de la caserne,
Misérable porte-giberne,
Plus à plaindre qu'un portefaix ;
Car nos bourgeois, race bâtarde,
Ont fait de moi leur chien de garde.
Prudhommes, digérez en paix !

Mais si le vent dresse des barricades,
Si les pavés ont des couleurs d'éclair,
Devant le peuple, camarades,
La crosse en l'air ! La crosse en l'air !

Là-bas, de son baiser de flamme,
Marianne enivrait mon âme !
Aux jours de douce liberté ;
Ici, comme un forçat au bagne,
J'ai la consigne pour compagne :
Triste compagne, en vérité !

Mais si le vent dresse des barricades,
Si les pavés ont des couleurs d'éclair,
Devant le peuple, camarades,
La crosse en l'air ! La crosse en l'air !

Pour apprendre à plier l'échine,
J'ai passé par la crapaudine,
Secoué d'un haineux frisson !
Et l'officier puant la gomme
S'amuse à meurtrir mon coeur d'homme ;
La brute n'a pas la raison !

Mais si le vent dresse des barricades,
Si les pavés ont des couleurs d'éclair,
Devant le peuple, camarades,
La crosse en l'air ! La crosse en l'air !

Aux champs labourés par nos bombes,
Germains, pour qui tant d'hécatombes ?
Pour les vautours, ces oiseaux gras !
Une guerre plus légitime,
C'est la guerre à qui nous opprime :
La seule que je ne fais pas !

Mais si le vent dresse des barricades,
Si les pavés ont des couleurs d'éclair,
Devant le peuple, camarades,
La crosse en l'air ! La crosse en l'air !

Qui donc me parle de patrie ?
Ces galonnés, graine pourrie
Des plus lâches capitulards !
Le sang français souille leurs armes,
Et je dois leur cacher mes larmes :
Toujours, malheur aux communards !

Mais si le vent dresse des barricades,
Si les pavés ont des couleurs d'éclair,
Devant le peuple, camarades,
La crosse en l'air ! La crosse en l'air !

Un grand cri monte de la terre,
Le cri du sombre prolétaire,
Écho d'un monde douloureux...
A ces affamés en guenilles
II faut le pain de leurs familles :
Et c'est du plomb que j'ai pour eux !

Mais si le vent dresse des barricades,
Si les pavés ont des couleurs d'éclair,
Devant le peuple, camarades,
La crosse en l'air ! La crosse en l'air !

Sur les ruines de ce monde,
Je voudrais bien mener la ronde,
En écrasant tous les Chagots !
Trop fier encor, pour me soumettre,
Ma devise est : "Ni Dieu, ni maître !"
Je suis le soldat des Égaux !

Et si le vent dresse des barricades,
Si les pavés ont des couleurs d'éclair,
Devant le peuple, camarades,
La crosse en l'air ! La crosse en l'air !
Notes:

Prudhomme: type du bourgeois conformiste.

Crapaudine: punition en vigueur dans les bagnes militaires d'Afrique ("Biribi"). Consiste à lier ensemble, dans le dos, les pieds et les mains d'un homme, et à l'abandonner ainsi pendant des heures, voire des jours, dans un silo (trou à moitié bouché avec du sable) ou un cachot. On complétait parfois le supplice par un baillon.

Chagot: nom d'un exploiteur contemporain du texte.

Contributed by Riccardo Venturi



Language: Italian

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
Piacenza, 20 agosto 2015

Due parole del traduttore. Mai tradotto finora, il Chant d'un soldat appartiene ai primissimi tempi di questo sito (ha il codice di registrazione 981). Alla sua « riscoperta » ha senz'altro contribuito la menzione che ne fa l'anarchico italiano Armando Borghi nelle sue memorie « Mezzo secolo d'Anarchia 1898-1945 », che nel 1912, rifugiato in Francia, vide cantare e rappresentare durante la vague antimilitarista che precedette di poco lo scoppio della I guerra mondiale. E' stata un'occasione per dare il risalto che merita a questa canzone assolutamente potente. La traduzione è stata corredata di Note.
CANTO D'UN SOLDATO

Sono lo schiavo della caserma,
Un miserabile portagiberna,
Da commiserare più d'un facchino;
Ché i nostri borghesi, razza bastarda,
Han fatto di me il loro cane da guardia.
Borghesucci, digerite in pace! *1

Ma se il vento alza barricate,
Se i selciati son color del lampo,
Dinanzi al popolo, compagni,
Fucile alzato ! Fucile alzato !

Laggiù, coi suoi baci ardenti
Marianna *2 m'inebriava l'anima
Nei giorni di dolce libertà !
Qui, come un forzato al bagno
Ho la consegna come compagna ;
Triste compagna, in verità !

Ma se il vento alza barricate,
Se i selciati son color del lampo,
Dinanzi al popolo, compagni,
Fucile alzato ! Fucile alzato !

Per imparare a piegar la schiena
Sono passato per l'incaprettamento, *3
Scosso da un fremito d'odio !
E l'ufficiale che puzza di gomma *4
Si diverte a umiliare la mia umanità ;
Quel bruto è del tutto pazzo !

Ma se il vento alza barricate,
Se i selciati son color del lampo,
Dinanzi al popolo, compagni,
Fucile alzato ! Fucile alzato !

Nei campi arati dalle nostre bombe,
Fratelli, perché sì tante ecatombi ?
Per gli avvoltoi, quegli uccelli grassi !
Una guerra più legittima
E' quella fatta a chi ci opprime :
La sola che non faccio !

Ma se il vento alza barricate,
Se i selciati son color del lampo,
Dinanzi al popolo, compagni,
Fucile alzato ! Fucile alzato !

Chi dunque mi parla di patria ?
Questi ufficiali, semenza marcia
Dei più vigliacchi capitolardi ! *5
Di sangue francese son sporche le loro armi
E io devo nascondere le mie lacrime :
Sempre sventura per i Comunardi !

Ma se il vento alza barricate,
Se i selciati son color del lampo,
Dinanzi al popolo, compagni,
Fucile alzato ! Fucile alzato !

Un grande grido sale dalla terra,
Il grido dell'oscuro proletario,
Eco d'un mondo doloroso...
A questi affamati cenciosi
Occorre il pane per le loro famiglie :
Ed io per loro non ho che piombo !

Ma se il vento alza barricate,
Se i selciati son color del lampo,
Dinanzi al popolo, compagni,
Fucile alzato ! Fucile alzato !

Sulle rovine di questo mondo
Vorrei davvero ballare in tondo
Schiacciando tutti gli Chagot ! *6
Troppo fiero per sottomettermi
Il mio motto è « Né dio né padrone ! »,
Io sono il soldato degli Eguali ! *7

E se il vento alza barricate,
Se i selciati son color del lampo,
Dinanzi al popolo, compagni,
Fucile alzato ! Fucile alzato !
NOTE alla traduzione

[1] Il termine di prudhommes usato per « borghesi, borghesucci, benpensanti » sembra riflettere un uso dell'epoca (il termine è antico : preud'hommes « prodi, uomini valorosi »). Attualmente i prud'hommes sono magistrati elettivi di primo grado che si occupano di diritto del lavoro (questioni e rotture contrattuali ecc.)

[2] Marianna (Marianne) è la fanciulla col berretto frigio che simboleggia la Repubblica Francese così come nata dalla Rivoluzione. Olivier Maria Souêtre scrisse una canzone assai celebre intitolata La Marianne.

[3] Così è stata tradotta la « crapaudine », la tortura riservata ai soldati insubordinati nelle compagnie di disciplina militare, i « Biribi » di triste memoria. La tecnica della « crapaudine » è visibile nella seguente illustrazione :

crapaudine.


« Crapaudine » significa, alla lettera, « rospa » ; ma, come avverte Armando Borghi, che vide rappresentare la canzone, l'immagine è quella del « pollo in casseruola ». La « crapaudine » è in effetti una maniera di preparare e presentare il pollo in pentola, che ricorda da vicino la posizione della terribile tortura militare.

crapaudpoul


[4] L'espressione si riferisce senz'altro al puzzo di gomma che emanavano gli stivali in dotazione agli ufficiali ; ma è da tenere presente anche che l'espressione gergale à la gomme significa « buono a nulla, essere inutile ». « Puer la gomme » significa anche « puzzare di buono a nulla ».

[5] Il termine « capitolardi » è stato creato ad hoc per questa traduzione, anche stante la rima con « Comunardi ». Capitulard significa « chi capitola ignominiosamente » ed è un termine nato precisamente con la sconfitta nella guerra franco-prussiana del 1870 dalla quale scaturì poi la Comune di Parigi. Fu coniato in primis per l' « imperatore » Napoleone III, l'ignobile e vile capitulard per eccellenza (da ricordare che era salito al potere come presidente della Repubblica, e che si proclamò « imperatore » in seguito al colpo di stato del 2 dicembre 1851).

[6] Il riferimento è a Jules Chagot, industriale minerario che, nel suo periodo di massimo fulgore ebbe ad avere sotto di sè circa 4700 minatori. Celebre per il suo paternalismo, non esitò neanche un momento a far intervenire la truppa in occasione di duri scontri sociali. Qui « Chagots » è usato come sinonimo di « sfruttatori ».

[7] Chiaramente il riferimento è qui alla « Congiura degli Eguali » di Gracco Babeuf.

2015/8/21 - 12:23


Il Chant d'un soldat nelle memorie dell'anarchico italiano Armando Borghi

Armando Borghi, nelle sue memorie Mezzo secolo d'anarchia 1898-1945 ricorda anche il "Chant d'un soldat"; non c'è infatti alcun dubbio che la "Crapaudine" menzionata da Borghi si riferisca proprio a questa canzone (trascrizione da pag. 124 dell'opera):

"Equipes di questi artisti davano spettacoli in giro per la Francia. La propaganda antimilitarista sfolgorava. Tutti acclamavano la canzone "La Crapaudine", che descriveva la tortura inflitta in Biribi (sinonimo di compagnia di disciplina militare) al soldato ribelle. Il "chansonnier" cantava, e ai suoi piedi un uomo in divisa militare giaceva, mani e piedi legati da una catenella al disopra del dorso, in modo da dare l'idea del pollo in casseruola: da cui il nome di "crapaudine".

Riccardo Venturi - 2015/8/21 - 13:41




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