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Марш На Дрину

Stanislav Binički
Language: Serbian


Stanislav Binički

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Pogledaj dom svoj, anđele
(Riblja Čorba / Pибљa Чopба)
Sevdalinka
(Đorđe Balašević / Ђорђе Балашевић)
Dno dna
(Đorđe Balašević / Ђорђе Балашевић)


Marš na Drinu
[1914]

Песма / Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Miloje Popović Kavaja [Милоје Поповић Каваја]

ФИЛМ / Film / Movie / Elokuva:
Žika Mitrović [ Жика Митровић ]
Марш На Дрину / March on the Drina

Музика / Musica / Music / Musique / Sävel:
Stanislav Binički [Станислав Бинички]

изводе / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:

1. Simfonijski orkestar i Hor RTS directed by Bojan Sudjic

2. Dušan Jakšić
Album: Marš Na Drinu

3. Wiener Philharmoniker , Dirigent Herbert von Karajan, Vienna 1987

4. Ljubivoje Vidosavljevic and Carevac Orchestra
Album: Oj Srbijo Mila Mati

5.Orkester Simfonika Vrhnika





La canzone

La musica fu composta da Stanislav Binicki nel 1914. La dedicò al colonnello Milivoje Stojanović dell’esercito serbo che, dopo avere avuto un ruolo incisivo nella battaglia del Cer , rimase ucciso nella successiva battaglia di Kolubara contro le truppe austro-ungariche.La melodia, in forma strumentale, ebbe vasta popolarità in Serbia nel periodo post-bellico. Fu il simbolo della resistenza serba contro gli Imperi centrali.

Durante la II Guerra mondiale e negli anni successivi l’esecuzione della melodia fu proibita sino agli anni ’60 dal regime titino per la sua ispirazione patriottica che strideva con l’internazionalismo comunista. In quegli anni la politica estera jugoslava fece un salto, Tito fu l’animatore del Movimento dei Paesi non allineati. In piena guerra fredda pose delle sfide sia al blocco occidentale che all’Unione sovietica e ai suoi alleati. Il nuovo corso in politica estera ebbe un riflesso nella politica interna con l’elaborazione dell’autogestione e dell’autogoverno operaio. Dopo il varo della Costituzione nel 1963, fu la volta della “Questione nazionale “affrontata nell’8° Congresso della LCJ [Lega dei Comunisti Jugoslavi] nel 1964. Il dibattito era indifferibile nel quadro dello sviluppo dell’autogestione. Ce n’era abbastanza per rivedere l’internazionalismo del primo dopoguerra. La "Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia" mutò la propria denominazione in "Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia".

Di fatto Marš na Drinu venne eseguita in occasione dell’assegnazione del Nobel a Ivo Andrić per il suo romanzo Na Drini ćuprija/ “Il ponte sulla Drina” il 26 Ottobre 1961.
L’evento che sarebbe stato determinante per la diffusione della canzone anche a livello internazionale fu l’applicazione della poesia di Miloje Popović Kavaja alla melodia nel 1964. I dirigenti più intransigenti del partito cercarono di ostacolare la diffusione della canzone e del film omonimo nel 1964, ma Tito lasciò correre. Anche il film, di buona fattura e abbastanza aderente agli avvenimenti che ebbero luogo durante la campagna di Serbia nella I Guerra mondiale, contribuì parecchio a destare l’attenzione sugli antefatti che avrebbero portato in seguito alla nascita della Jugoslavia e sul “processo di chiarificazione dei rapporti infranazionali” [A. Radossi, Evoluzione interna della Jugoslavia (1955-1965)]

Nessun entusiasmo ma profondo sdegno fu sollevato dalla canzone tra i Croati e i Bosniaci pochi decenni dopo. La canzone fu diffusa attraverso gli altoparlanti delle truppe serbe dopo la capitolazione croata di Vukovar nel 1991 e dopo la presa di Zvornik nel 1992 che vide massacri e deportazioni di bosniaci da parte dei paramilitari serbi.
Nel 2013 la canzone è stata al centro di uno scontro diplomatico quando la sua esecuzione all’Assemblea delle Nazioni Unite riscosse l’ovazione dei presenti, in particolare del Presidente dell’Assemblea, il serbo Vuk Jeremić e del Segretario Generale Ban Ki-moon. Dopo le proteste dei diplomatici bosniaci che chiesero le dimissioni di Jeremić, Ban Ki-moon espresse il suo rammarico per l’ovazione che aveva offeso involontariamente i Bosniaci.
Più che comprensibili le reazioni emotive di chi conserva la memoria di Srbrenica e degli altri massacri. Occorre però rilevare che l’uso aberrante di un’opera non può portare ad attribuire alla stessa delle responsabilità dato lo stravolgimento del contesto originale e delle intenzioni dei suoi autori.

Furono lanciate diverse cover della canzone. Tra le più note quella interpretata da Patti Page in inglese, dal titolo “Drina (Little soldier boy) e quella interpretata da Marie Laforet in italiano, titolata “Drina”.

Si è ritenuto opportuno trascrivere il testo integrale della poesia. Nella versione correntemente accreditata della canzone le strofe che accompagnano la musica sono le ultime quattro. Di queste si riporta la traduzione.

L’interpretazione che abbiamo scelto al primo posto è quella eseguita dalla radiotelevisione serba, del 2021.

La seconda è quella del famoso cantante e attore serbo Dušan Jakšić che recita la prima parte della poesia di Miloje Popović Kavaja e nella seconda esegue la canzone. Da notare nel videoclip gli spezzoni di film d’epoca.

La terza è una rara interpretazione storica: von Karajan dirige i Wiener Philarmoniker a Vienna nel tradizionale concerto di capodanno del 1987. Non occorre commentare l’eccellenza del direttore e dell’orchestra. Una considerazione: von Karajan è stata una figura discussa per non avere lasciato la Germania e per la sua accondiscendenza verso il regime nazista. Vero è che sposò un’ebrea, ma i celebri violinisti Isaac Stern e Itzhak Perlman si rifiutarono sempre di partecipare ai concerti diretti dal maestro. Ciò premesso, stupisce come l’austriaco von Karajan e l’orgogliosa Austria abbiano suonato nella massima solennità musicale un pezzo che esalta la resistenza antiaustriaca tra gli applausi di un pubblico di palato fine. Ogni riferimento ai tempi attuali non è del tutto casuale.

Nella quarta la voce è quella del cantante e attore Ljubivoje Vidosavljević accompaganto dall’orchestra Carevca. Risale al 1970
La quinta esecuzione è proposta dall’orchestra slovena Vrhnika.

La cover in italiano, Drina, è eseguita da Marie Laforêt , cantante e attrice francese apprezzata negli anni ’60 e ’70 anche in Italia . La chiamavano, la chiamavamo “la fille aux yeux d'or” / la ragazza dagli occhi d’oro ed era innamoramento a prima vista. Il videoclip è tratta dal film “le soldatesse”, un capolavoro di Valerio Zurlini del 1963.

La cover in inglese “Drina (Little soldier boy)” fu resa celebre dalla cantante statunitense Patti Page nel 1964.

Segue il link al film in serbo Marš na Drinu con sottotitoli in inglese, durata 1:41:00


March on the Drina



Gli antefatti

Non ci dilunghiamo sulle numerose cause che portarono allo scoppio della I Guerra mondiale: fattori economici, questioni politiche, la crescita dei nazionalismi, l’attrito decennale franco-tedesco, la cessazione dell’equilibrio creato da Bismarck, la corsa agli armamenti, il colonialismo, l’instabilità dei Balcani, il declino crescente dell’Impero ottomano e così via. Per un’analisi seria occorrerebbe affrontare la materia per macroproblemi e macroaree rispetto alle narrazioni canoniche sui conflitti di interessi tra stati.
Gli storici sono concordi sul fatto che le responsabilità non si possono restringere ad uno o due stati. Le letture differiscono nel peso delle singole responsabilità. Gli attori coinvolti inizialmente furono sei: Germania, Austria, Serbia, Russia, Gran Bretagna e Francia.

Per dare un esempio di come bastano alcuni accadimenti meno noti per mettere in forse talune prospettive, citiamo un episodio. Alle terme di Karlsbad nel maggio 1914 il capo di stato maggiore austroungarico, feldmaresciallo Conrad von Hötzendorf Franz Conrad von Hötzendorf, conferendo con il collega tedesco Helmuth von Moltke, aveva chiesto, in caso di attacco austriaco alla Serbia con il presumibile intervento della Russia, in quanto tempo la Germania sarebbe venuta in soccorso dell’Austria. Von Hötzendorf fu un guerrafondaio per vocazione, assertore della guerra preventiva (avrebbe voluto farne una anche contro l’Italia approfittando del terremoto di Messina). Contestualmente Von Moltke esortava il ministro degli Esteri tedesco, Gottlieb von Jagow, ad adeguare la politica tedesca per provocare presto una guerra.

Il 28 Giugno 2014 l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero austroungarico, venne assassinato a Sarajevo dallo studente serbo Gavrilo Princip.
A far precipitare la situazione contribuì molto l’orientamento di Guglielmo II.
Il 6 Luglio il cancelliere tedesco Bethmann-Hollweg comunicò all’ambasciatore tedesco a Vienna che “il Kaiser non è cieco di fronte al pericolo che minaccia l'Austria-Ungheria e quindi la Triplice Alleanza a causa del terrorismo pan-slavo russo e serbo”[ …] “L'imperatore Francesco Giuseppe può essere certo che Sua Maestà rimarrà fedelmente al fianco dell'Austria-Ungheria, come richiesto dagli obblighi della sua alleanza e della sua antica amicizia”. Gli storici hanno definito il telegramma citato come un assegno in bianco, volto a rassicurare l’Austria che non sarebbe rimasta da sola dopo avere sferrato un attacco alla Serbia provocando l’ intervento della Russia.

Il 23 Luglio l’Austria consegnò al governo serbo un ultimatum articolato in 10 punti con la conditio sine qua non dell’accettazione totale delle richieste entro il 25 Luglio. Gli storici concordano sul fatto che l’ultimatum fu formulato in modo tale che non tutte le clausole potevano essere accettate dalla Serbia senza ledere profondamente la propria sovranità. Ciononostante il governo serbo, fiutando la trappola, non abboccò. Rispose positivamente alla stragrande maggioranza delle richieste austriache. Furono soltanto due le richieste che la Serbia non poteva accogliere senza riserve, ai punti 6 e 7 dell’Ultimatum: la partecipazione di delegati del governo austro-ungarico alle indagini in Serbia e l’arresto immediato di tale Milan Ciganović, ufficiale delle ferrovie, in realtà agente sotto copertura dei Servizi serbi e della Mano Nera, implicato nell’attentato. Quest’ultimo fu fatto espatriare negli Stati Uniti dal governo serbo per evitare di dare il pretesto all’Austria di affermare che dietro l’attentato c’era la determinazione del governo serbo.

Alle 17:58 del 25 luglio, due minuti prima dello scadere dell’ultimatum, il primo ministro serbo Nikola Pašić [Никола Пашић] consegnò all’Ambasciatore austriaco a Belgrado, Wladimir Giesl von Gieslingen, la risposta che il governo serbo accettava le condizioni poste dall’ultimatum tranne che per i due punti citati.

La trascrizione dei testi originali è riportata ai seguenti link:
Ultimatum dell’Austria-Ungheria alla Serbia 23 Luglio 1914
Risposta della Serbia all’Ultimatum 25 Luglio 1914




L’ambasciatore austriaco aveva ricevuto da Vienna disposizioni di rompere le relazioni diplomatiche con la Serbia per dichiarare la guerra, qualunque fosse stata la risposta all’Ultimatum. Giesl e tutto lo staff dell’ambasciata lasciarono in fretta Belgrado per Vienna.

L’Austria dichiarò guerra alla Serbia il 28 Luglio 1914. Il 29 Luglio la Russia ordinò la mobilitazione al confine con l’Austria-Ungheria. In risposta gli imperi centrali dichiararono guerra alla Russia il 31 Luglio. La Germania il 3 Agosto dichiarò guerra alla Francia, stretta da un patto di alleanza con la Russia. La Gran Bretagna a sua volta dichiarò guerra alla Gemania.

Riportiamo il giudizio di un eminente storico, Robert William Seton-Watson, presidente della Royal Historical Society. Fu in realtà più di uno storico, dato che fu anche consulente dei popoli dell’ex impero austroungarico per contribuire a disegnare l’assetto dell’Europa centrale alla fine della WWI. Non fu perciò ben visto dal Foreign Office. Sostenne la causa della nascita della Jugoslavia e della Cecoslovacchia all’indomani della WWII. Seton-Watson portò argomenti incontrovertibili contro le tesi di coloro che accusarono il governo serbo di avere agito per scatenare la guerra.

Robert William Seton-Watson Sarajevo- A Study in the origins of the Great War

[…]I have already given my reasons for limiting the charge against Austria-Hungary to one of culpable negligence. Let me examine the other three possibilities.
It is impossible to avoid the conclusion that the Serbian Government was in a position of very great embarrassment, in which foreign complications were specially unwelcome to it. Only four days before the murder (24 June) King Peter, incapacitated by ill-health, and appointed as Regent his son, Prince Alexander, till then without direct political experience. On the same day the Pasic administration, which had already in April committed itself to elections for a " Great Skupstina "[Parliament, Ed.] and a revision of the Constitution, had dissolved Parliament and embarked upon a desperate struggle with the Opposition parties.
That the Government should have chosen the opening of an electoral campaign for sharing in a foreign murder plot which was likely to produce war is grotesquely improbable; but there are many other reasons for doubting official complicity. The country was exhausted by two wars; the finances, carefully husbanded by Mr. Paču [Lazar Paču, Minister of Finance, Ed.] were not equal to further strain.
The Albanian campaign in the previous autumn had shown the reluctance of the peasant soldiers to return to the colours, and it was now the eve of harvest. The concordat with the Vatican had only just been signed, and delicate negotiations with Montenegro for Customs and military union, and perhaps even a dynastic arrangement, were still pending. The position in the new Macedonian territories was far from consolidated, the civil administration was notoriously bad there, and there was extreme friction between the civil and military authorities. How little the army chiefs anticipated war is best shown by the fact that the Voivode Putnik [Marshal Radomir Putnik , Ed.] was taking a cure at Gleichenberg, in Austria, and was actually caught there by the outbreak of hostilities.
Far too little stress is usually laid upon the military unpreparedness of Serbia, yet this notorious fact must have weighed decisively with both the Government and the military chiefs at Belgrade. The two Balkan campaigns had strained the military machine to the uttermost. Only 120,000 rifles were available, and these were of six different types. The shortage of field guns1 had to be made up for by old slow-firing guns, with black powder, or at best by the Krupp guns captured from the Turks in 1912. Of heavy artillery there was none at all. There was a serious shortage of every kind of ammunition, which at once became acute after the outbreak of war, and brought Serbia to the very verge of ruin, by November 1914. Before its dissolution in June the Skupstina had voted a new war-credit of 100,000,000 dinars, but, of course, nothing had as yet been supplied by the time that war actually broke out.
The problem of the transport of war material from France to land-locked Serbia had always presented considerable difficulties, and was, of course, to be accentuated tenfold as soon as France herself became involved in war. But hardly less serious than shortage of ammunition was the complete lack of equipment and war material of every kind. The Serbian Army was lacking in uniforms, in tents, in bandages, and the most elementary medical stores, and its stock of oxen and farm carts, which formed the backbone of its commissariat and transport departments, had been dangerously deplenished.1 In a word, the authorities had every possible motive for alarm and none whatever for a policy of adventure and assassination Nor is it too much to assert that a knowledge of the exhausted and unprepared state of the Serbian Army was one of the determining factors which weighed with the Austro-Hungarian General Staff and Foreign Office when the crisis came. The temptation to strike before 'the Serbs had time to rearm and recuperate was naturally very great.[…]





La battaglia del Cer

La Drina è un fiume di moderata lunghezza, meno di 350 km dalle sorgenti montenegrine alla confluenza nella Sava. Storicamente è molto importante, alla fine del IV secolo d.C. segnò il confine tra gli Imperi romani d’Occidente e d’Oriente. Per secoli segnò il limite tra la zona di influenza del cristianesimo romano e di quello bizantino. Attualmente è il confine tra la Bosnia-Erzegovina e la Serbia. Famoso il romanzo “Il ponte sulla Drina” di Ivo Andrić , una carrellata dal 1516 al 1914 essenziale per chi vuole approfondire la storia della ex Jugoslavia.Il romanzo fu pubblicato nel 1945, Ivo Andrić fu insignito del Nobel per la letteratura nel 1961.

Il Cer è un distretto collinare a circa 100 km a sudovest di Belgrado, 35 km a sud est di Šabac. La battaglia che lì ebbe luogo dal 12 al 24 Agosto 1914 è nota anche come battaglia dello Jadar, dal nome del fiume che attraversa la regione. Fu la prima vittoria che gli Alleati riportarono contro gli Imperi Centrali durante la I Guerra mondiale.
Il 29 Luglio le truppe austro-ungariche penetrarono in Serbia, bombardarono Belgrado con corazzate fluviali (classe Monitor) in navigazione lungo il Danubio. Le forze in campo, all’inizio della campagna di Serbia erano le seguenti.
L’Austria-Ungheria disponeva di tre armate, la 5^ dislocata nella Bosnia centro-orientale, la 6^ nella Bosnia nord-orientale e la 2^nel Banato. Questa però venne in gran parte spostata in Galizia sul fronte russo. Le tre armate costituivano il Kaiserliche und königliche Armee Kommando der Balkanstreitkräfte, cioè il “Comando forze nei Balcani dell’Imperial regio Esercito”, sotto la guida del governatore della Bosnia, il generale Oskar Potiorek.

Le forze serbe erano organizzate in quattro armate: la 1^, la 2^ e la 3^ dislocate a sud della Sava e del Danubio, cioè della frontiera con l’impero austroungarico, un’ulteriore armata a guardia del confine occidentale con la Bosnia. Anche il Montenegro, alleato della Serbia dalle guerre balcaniche, schierò le sue forze. L’esercito serbo poté contare su 450mila uomini sotto il comando del generale Radomir Putnik, uno stratega di elevato spessore.
La consistenza delle forze serbe era insufficiente per presidiare l’intera zona di confine, circa 600 km. Perciò Putnik fece retrocedere il grosso delle truppe a sud di Belgrado in posizione idonea ad un rapido spostamento a ovest o a nord all’occorrenza.

Gli eserciti vennero a contatto il 12 Agosto. Potiorek commise errori di valutazione. Le sue truppe erano molto meglio equipaggiate e tecnologicamente superiori: fucili moderni, il doppio dell’artiglieria ed una logistica nettamente superiore. Disponeva di forze numericamente inferiori. Un errore fu quello di non attaccare da nord dopo avere attraversato la Sava , l’atro di volere avanzare in fretta lasciando scoperta la 5^ armata in prima linea nel momento decisivo. Putnik così potè impiegare tutte le sue truppe per contrastare la 5^ armata avversaria e isolare le ali che gli incauti Potiorek e il comandante della 5^, generale Liborius Ritter von Frank lasciarono lontane tra loro. L’armata fu ricacciata oltre la Drina. La 2^ armata austroungarica sembrava essersi attestata a Šabac , ma il 24 Agosto i Serbi ebbero ragione del nemico.

La strategia di Putnik fu basata quindi su due elementi chiave: disporre le armate in modo che potessero sostenersi a vicenda durante l’attacco, moltiplicando la potenza di fuoco, e isolare la 5^ armata austroungarica, l’unica penetrata in Serbia, tagliando fuori il IV Corpo d’armata. In tal modo un terzo del contingente austriaco, circa 100mila effettivi, non furono impegnati nella battaglia.
Nella mappa di cui sopra la regione del Cer si trova a sinistra in alto, in celeste sono rappresentate le posizioni austriache, in viola quelle serbe.

I Serbi riportarono una netta vittoria. Le perdite furono di 10mila morti, 30mila feriti e 4.500 prigionieri per gli Austriaci, 5mila morti,15mila feriti tra i Serbi. Uno dei vantaggi conseguiti dai Serbi fu la conquista di notevoli quantitativi di artiglieria e munizioni di cui scarseggiavano a causa dell’impiego nelle guerre balcaniche.
Molti dei soldati serbi non avevano le scarpe, avevano per divisa un pastrano, non tutti disponevano di un fucile. Fu così che la piccola Serbia e i suoi “allevatori di maiali” (così erano apostrofati) mostrarono che seppero resistere con coraggio e motivazione alla sopraffazione sconfiggendo quello che era ritenuto uno dei migliori eserciti d’Europa. Ovo je Srbija / Questa è la Serbia, nel bene e nel male.
[Riccardo Gullotta]
Тихо, спуштала се летња ноћ [1]
На Цер, на ту горду планину.
Чак и дивља звер губила је смер
Због чудног страха -
Да ће сметат' четама што крећу се без даха.

Дрини, Сави, свуда где је плач,
Тамо хита бритак, српски мач,
Само лаки бат
Нико никог зват' те ноћи неће
Док се војска пропланцима и брдима креће.

Сред тог мрака
Преко обронака
Сваког срце мори
Сваком ватра у грудима гори
Да се одмах бори.

У тој земљи гуња, опанка
Где су зоре вечно црвене
Никад бој не спи
А кад жито зри
Тад без престанка
Свуда се чује песма танка, песма од уранка.

Један рат тек што је прошао
Други је са летом дошао
Туђин је за трен
Као нека сен из мрклог мрака
Прекинуо летину и песму девојака.

Није тешко
За сељака, ђака
За правог јунака
Из весеља, кола девојака
Латит' се пушака.

Борац сваки нема пушку, не
Али носи срце планине.
Борче, држи стег
Туђин ће у бег се брзо дати
Поново ће сунце Шумадију обасјати.

Зов јунака с бојне Дрине те
Све се ори, све до даљине.
Свуда, сваки пук
Пушке, трубе звук и јуриш прави
Певала се песма рата, слободи и слави.

Пуцај, момче
Мајка ти не плака
Јер је кућа свака
Дала Церу по једног јунака
Оца, сина, брата.

На Цер, пођите са снагом свом
Знајте, ви браните род и дом
Свуд' је поклич, зов
Тај витешки ков старца, момака
То је огањ што га носе од својих предака

У бој, крените јунаци сви
Крен'те и не жал'те живот свој
Цер да чује твој, Цер нек види бој
А река Дрина - славу, храброст
И јуначку руку оца, сина.

Напред борче
Брани своју земљу
Не дај, никад не дај
За њу живот увек радо предај
Али је ником не дај!

Пој, пој, Дрино, водо хладна ти
Памти причај кад су падали
Памти храбри строј
Који је пун огња, силне снаге
Протерао туђина са реке наше драге.

Пој, пој Дрино, причај роду ми
Како смо се храбро борили
Певао је строј, војево се бој крај хладне воде
Крв је текла
Крв се лила Дрином због слободе.
MARŠ NA DRINU
[1] Latinica

Tiho, spuštala se letnja noć
Na Cer, na tu gordu planinu.
Čak i divlja zver gubila je smer
Zbog čudnog straha -
Da će smetat' četama što kreću se bez daha.

Drini, Savi, svuda gde je plač,
Tamo hita britak, srpski mač,
Samo laki bat
Niko nikog zvat' te noći neće
Dok se vojska proplancima i brdima kreće.

Sred tog mraka
Preko obronaka
Svakog srce mori
Svakom vatra u grudima gori
Da se odmah bori.

U toj zemlji gunja, opanka
Gde su zore večno crvene
Nikad boj ne spi
A kad žito zri
Tad bez prestanka
Svuda se čuje pesma tanka, pesma od uranka.

Jedan rat tek što je prošao
Drugi je sa letom došao
Tuđin je za tren
Kao neka sen iz mrklog mraka
Prekinuo letinu i pesmu devojaka.

Nije teško
Za seljaka, đaka
Za pravog junaka
Iz veselja, kola devojaka
Latit' se pušaka.

Borac svaki nema pušku, ne
Ali nosi srce planine.
Borče, drži steg
Tuđin će u beg se brzo dati
Ponovo će sunce Šumadiju obasjati.

Zov junaka s bojne Drine te
Sve se ori, sve do daljine.
Svuda, svaki puk
Puške, trube zvuk i juriš pravi
Pevala se pesma rata, slobodi i slavi.

Pucaj, momče
Majka ti ne plaka
Jer je kuća svaka
Dala Ceru po jednog junaka
Oca, sina, brata.

Na Cer, pođite sa snagom svom
Znajte, vi branite rod i dom
Svud' je poklič, zov
Taj viteški kov starca, momaka
To je oganj što ga nose od svojih predaka

U boj, krenite junaci svi
Kren'te i ne žal'te život svoj
Cer da čuje tvoj, Cer nek vidi boj
A reka Drina - slavu, hrabrost
I junačku ruku oca, sina.

Napred borče
Brani svoju zemlju
Ne daj, nikad ne daj
Za nju život uvek rado predaj
Ali je nikom ne daj!

Poj, poj, Drino, vodo hladna ti
Pamti pričaj kad su padali
Pamti hrabri stroj
Koji je pun ognja, silne snage
Proterao tuđina sa reke naše drage.

Poj, poj Drino, pričaj rodu mi
Kako smo se hrabro borili
Pevao je stroj, vojevo se boj kraj hladne vode
Krv je tekla
Krv se lila Drinom zbog slobode.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2022/8/16 - 00:38




Language: English

English translation / Енглески превод / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Jeлена
MARCH TO THE DRINA

To battle, go forth you heroes,
Go on and don't regret your lives
Let the Cer see the front, let the Cer hear the guns and the river Drina's,
Glory, courage and the heroic hand of the father and son!

[…]

Sing, sing, cold water of the Drina,
Remember, and tell of the ones whom fell,
Remember the brave front, full of fire and mighty force
Whom expelled the invaders from our dear river!

Sing, sing, Drina, tell the generations,
How we bravely fought,
The front sang, the battle was fought
Near cold water
Blood was flowing,
Blood was streaming by the Drina for freedom.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2022/8/17 - 09:20




Language: Italian

Итальянский перевод / Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös :
Riccardo Gullotta
MARCIA VERSO LA DRINA

Andate avanti alla battaglia voi eroi
Andate senza rimpianti per le vostre vite
Che il Cer veda lo schieramento, che il Cer senta i cannoni e il fiume Drina

[…]

Canta, canta, fredda acqua della Drina,
RIcorda, e narra dei caduti
Ricorda il coraggio dello schieramento, tutto un fuoco e forza possente
Che cacciò gli invasori dal fiume a noi caro!

Canta, canta, Drina, narra alle generazioni
Come combattemmo con coraggio
Cantò lo schieramento, fu combattuta la battaglia
Vicino alle fredde acque
Il sangue scorreva
Scorreva lungo la Drina il sangue per la libertà

Contributed by Riccardo Gullotta - 2022/8/17 - 21:12




Language: Italian

Versione italiana / италијанска верзија / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio:

Marie Laforêt- Drina
DRINA

Drina quando ti innamorerai
Drina quante cose capirai
tutto cambierà, potrai sorridere
però credi a me
stai lontana ancora
credi a chi ha sofferto più di te

Drina non innamorarti mai
Drina tieni la felicità
gioca ancora un pò
non aver fretta di sognare, credi a me
stai lontana ancora
credi a chi ha sofferto più di te

Dopo dopo, poco tempo dopo
dopo viene il tempo dell'amor
dopo dopo, poco tempo dopo
quando tu nemmeno lo saprai

Dopo dopo, poco tempo dopo
dopo viene il tempo dell'amor
dopo dopo, poco tempo dopo
quando tu nemmeno lo saprai

Drina quando il giorno tuo verrà
Drina tutto questo capirai
tutto cambierà, se ti innamori, cambierà
tu però sta lontana ancora,
credi a chi ha sofferto più di te

Dopo dopo, poco tempo dopo
dopo viene il tempo dell'amor
dopo dopo, poco tempo dopo
quando tu nemmeno lo saprai

Dopo dopo, poco tempo dopo
dopo viene il tempo dell'amor
dopo dopo, poco tempo dopo
quando tu nemmeno lo saprai

Contributed by Riccardo Gullotta - 2022/8/18 - 11:36




Language: English

English version / Енглеска верзија / Versione inglese / Version anglaise / Englanninkielinen versio :


Patti Page-Drina (Little Soldier Boy)
DRINA (LITTLE SOLDIER BOY)

Drina, little wooden soldier boy
Playmate for your little drummer boy
He'll grow big and tall
And leave you for a living doll
He'll be glad
But you'll never know it
For if you could show it
You'd be sad

Drina, life is just a big parade
Marching to a wedding serenade
Lovers, when in bloom
Become a happy bride and groom
How they dance, full of gay romance
While wooden hearts are left without a chance

Music, music, swinging, and dancing
Hopping to the polka band
Hoopla, hoopla, happy is the bride
When everybody kisses her hand

Singing and dancing, drinking to the future
Wishing happiness and joy
Someday, Drina, maybe you'll be happy
With another little drummer boy

Lovers when in bloom
Become a happy bride and groom
How they dance, full of gay romance
While wooden hearts are left without a chance

Music, music, swinging, and dancing
Hopping to the polka band
Hoopla, hoopla, happy is the bride
When everybody kisses her on the hand

Singing and dancing, drinking to the future
Wishing happiness and joy
Someday, Drina, maybe you'll be happy
With another little drummer boy

Contributed by Riccardo Gullotta - 2022/8/18 - 21:53




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