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דעם נײַנטן יאַנװאַר

Anonymous
Language: Yiddish


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Related Songs

זאָג מאַראַן
(Avrom Reyzen [Abraham Reisen] / אברהם רױזען)
אין זאַלציקן ים
(S. [Semën Akimovič] An-skij / Семён Акимович Ан-ский / ש. אנ-סקי)
Alto y claro
(Pablo Hasél)


Dem nayntn yanvar
Yiddish Ukrainian folk tune / Canzone popolare yiddish ucraina
~ 1914 (?)

S. Pietroburgo, 9 gennaio [22 gennaio] 1905. Il massacro dei manifestanti davanti al Palazzo d'Inverno.
S. Pietroburgo, 9 gennaio [22 gennaio] 1905. Il massacro dei manifestanti davanti al Palazzo d'Inverno.


Il gruppo Koyt Far Dayn Fardakht (yiddish קױט פֿאר דײַן פֿאַרדאַכט , lett. “Vaffanculo al tuo sospetto”) è una band newyorkese queer/trans punk ebraica antisionista di lingua yiddish. Non starò a dire come ci sono arrivato, a loro e a quel che fanno; dirò solo come si presentano nel pdf da cui deriva questa pagina (mantenendo tutte le anarchiche minuscole):

we are a punk band that plays yiddish anarchist and bundist songs (and some other yiddish radical tunes)— the soundtrack to strikes, uprisings, assassinations, and revolutionary movements from odessa and vilna to new york and galveston to buenos aires and havana. we sing these songs because they’re bad-ass, because we believe in them and in the movements that made them possible, because we are part of those movements. we sing them in our language, the language they were written in, because our ashkenazi culture is alive and well, despite the best efforts of zionists and nazis, enlighteners and fundamentalists, assimilationists and necro-nostalgists. yiddish has never been the only language of ashkenaz, but for a thousand years it has been one of our cultural anchors—especially for women, for the proste folk, for the kultur-tuers, for the revolutsionistn. and as we add our own links to the goldene keyt, we embrace it as a mark of both our diasporism (one jewish language among many) and our indigeneity (one eastern european language among many). we want you to know these songs, to sing these songs— loudly, badly, with feeling. so here are the words: in yiddish, in transliteration, and in translation. next time, sing along!

koytfardakht


Formata da rozele (voce), maggie (percussioni), yonah (chitarra e voce) e reyse (basso e voce), la band spiega chiaramente che tipo di canzoni propone: quelle dei movimenti rivoluzionari, anarchici e radicali che si sono espressi in yiddish (si noti fra l'altro che l'enumerazione che i KFDF fanno dei loca revolutionis comincia da Odessa -evidentemente un'altra Odessa rispetto a quella delle “nostalgie del bel tempo che fu” che abbiamo visto recentemente in questo sito. Cominciando proprio con questo canto, diciamo subito che l'ambientazione è quella della Domenica di Sangue del gennaio 1905 a San Pietroburgo: la Krovavoe Voskreseńe che si svolse il 9 gennaio di quell'anno secondo il vecchio calendario, e che nel calendario attuale sarebbe invece il 22 gennaio. Per chi volesse andare a rivedersi un po' quei fatti, che segnarono in pratica l'inizio della rivolta antizarista e, di fatto, di tutto il sommovimento che portò alla rivoluzione del 1917, suggerisco l'ottimo articolo di Wikipedia in inglese.

La canzone in yiddish, che si intitola appunto Dem nayntn yanvar, ovvero “Il nove gennaio”, è anonima. Fu raccolta nel 1927 dall'etnomusicologo ebreo russo Moisej Jakovlevič Beregovskij (1892-1961), al quale si devono ricerche importantissime sul canto popolare in lingua yiddish che hanno letteralmente fondato tutte le successive ricerche e raccolte di canti tradizionali, danze, rappresentazioni teatrali e melodie di vario tipo (si potrebbe dire che neppure la musica “klezmer” esisterebbe senza gli studi e le ricerche di Beregovskij). La cosa interessante è che Beregovskij era ucraino di nascita: era nato nel villaggio di Termakhovka, nell'allora governatorato di Kiev; tra il 1928 e il 1936 fu a capo della Sezione Etnomusicologica dell'Accademia delle Scienze della Repubblica Socialista d'Ucraina, insegnando anche composizione e violoncello presso il Conservatorio di Kiev. Divenne in seguito direttore dell'Istituto di Cultura Proletaria Ebraica di Kiev, fino al 1949. In tale anno, per ordine del nuovo zar di tutte le Russie, il compagno Giuseppe Stalin, l'Istituto fu chiuso e Moisej Beregovskij arrestato durante la violenta campagna antisemita iniziata in quel periodo. Beregovskij fu deportato in Siberia, a Tayshet nella regione di Irkutsk, dove rimase fino al 1955. Nel 1956 fu liberato e riabilitato; tornò a Kiev, dove visse per il resto della sua vita. Un campo dei vastissimi studi di Beregovskij fu, per l'appunto, il legame che esiste tra la musica ebraica e quella popolare ucraina.

Moisej Beregovskij.
Moisej Beregovskij.


La canzone fu raccolta da Beregovskij in un villaggio nei dintorni di Šepetovka, cittadina ucraina a ovest di Kiev il cui nome ufficiale è adesso quello ucraino di Šepetivka [Шепетiвка]. Dei quarantamila abitanti che Šepetovka / Šepetivka aveva allora (e che ha, all'incirca, tutt'oggi), circa ventimila erano ebrei; lo stesso vale per tutta la regione circostante, vero e proprio “cuore” dell'Ucraina ebraica. Ma, in passato, gli ebrei erano stati ancor di più in città nella zona: in un censimento del 1760 se ne arrivarono a contare oltre cinquantamila. Tra il 1880 e il 1925, dalla regione partì una massiccia ondata di emigrazione ebraica. Durante la II guerra mondiale, la popolazione, non soltanto quella rimanente ebraica, fu letteralmente decimata; alcune centinaia di ebrei riuscirono però a mettersi in salvo in Uzbekistan.

Originaria probabilmente di un periodo attorno al 1914, quindi diversi anni dopo gli avvenimenti rivoluzionari del gennaio 1905 e già in clima di “grande guerra”, Dem nayntn yanvar fu raccolta e trascritta da Moisej Beregovskij dalla voce di un sarto ambulante ventisettenne, tale Khayim Gurfinkel (il suo cognome, con le note vocali “ballerine” dello yiddish, è identico a Garfunkel); Beregovskij si era aggregato alla spedizione etnografica e etnomusicologica capeggiata da un'altra grande figura, Semën Akimovič An-skij. Da notare che la canzone non è focalizzata tanto sul massacro della Domenica di Sangue, quando la folla guidata dal prete Gapon si era riversata di fronte al Palazzo d'Inverno per implorare l'amato zar “piccolo padre” venendo accolta dalle scariche di fucileria, quanto sull'esigenza di liberare, di tirare fuori dalle prigioni tutti coloro che erano stati arrestati, a forza di “bombe e dinamite”. L'esigenza è quella di “annientare i tiranni” e di seppellire lo zar, il governo, il sindaco e il capo della polizia. Parole, direi, non fraintendibili e, aggiungo, terribilmente attuali anche oggi, quali che siano i tiranni di turno e sotto quale forma esercitino la loro tirannia. Va da sé che non solo la simpatica punk band newyorkese ha inciso la canzone; è ospite, anzi, di parecchi festival di musica ebraica, o genericamente “klezmer”. Un'interpretazione presente in rete è quella del gruppo Tsibele. [RV]

דעם נײַנטן יאַנװאַר [1]
אײַן יאָמער מיט אַ קלאָג
מע פירט אונדזערע ברידער
ֿפֿון בירזשע אין אַסטראָג.

אַזױ װי מע חאָט זײ
נאָר אהין ארײַנגעבראַכט
אַזױ האָבן מיר זיך אַלע
אַ נדר געמאַכט.

ברידער און שװעסטער,
פֿאַר קײן טורמעס זיט ניט אָטּשרעקו
אַרױס פון די טורמעס
אַלע מענטשן צו דערװעקן!.

אַרױס פֿון די טורמעס,
מיט באָמבעס און דינאַמיט
פֿאַרניכטן די טיראַנען
װאָס זױגן אונדזער בליט!

װאָס זױגן אונדזער בלוט,
װי דעם בעסטן װײַן
דער קײסער מיט דער פראַװיטעלסטװע
זאָל אין דרערד אַרײַן
דער מעיאָר מיט דער פריסטעװ
װעט װערן אין דרערד ארײַן.

אָט דעמאָלט װעלן מיר
אַרבעטער, אופֿהױבן די קעפּ,
די װעלט װעט װערן באָנײַט
די װעלט װעט װערן באָנײַט
אָט דעמאָלט װעלן מיר,
אַרבעטער, װערן בַפֿרײַט.
ַ
[1] Trascrizione / Transcription:

Dem nayntn yanvar
ayn yomer mit a klog
me firt undzere brider
fin birzhe in astrog.

Azoy vi me hot zey
nor ahin arayngebrakht
azoy hobn mir zikh ale
a neyder gemakht.

Brider in shvester
far keyn turmes zikh nit opshrekn
aroys fin di turmes
ale mentshn tsu dervekn.

Aroys fun di turmes
mit bombes un dinamit
farnikhtn di tiranen
vos zoygn undzer blit.

Vos zoygn undzer blit
vi dem bestn vayn
der keyser mit der pravitelstve
zol in drerd arayn
der meyor mit der pristev
vet vern in drerd arayn.

Ot demolt veln mir,
arbeter, ofhoybn di kep
di velt vet vern banayt
di velt vet vern banayt
ot demult veln mir,
arbeter, vern bafrayt.

Contributed by Riccardo Venturi - 2022/3/19 - 11:55



Language: Italian

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 19-3-2022 12:05
Il nove di gennaio

Il nove di gennaio,
è tutto un gemito e un lamento,
i nostri fratelli son portati
dalla Borsa [1] alla prigione. [2]

Appena furon presi
e portati via,
abbiamo tutti quanti
fatto un giuramento.

Fratelli e sorelle,
non abbiate terrore di alcuna prigione,
fuori dalle prigioni
a risvegliar tutta la gente!

Fuori dalle prigioni
con bombe e dinamite,
annientare i tiranni
che ci succhiano il sangue!

Che ci succhiano il sangue
come fosse il miglior vino,
lo zar e il governo [3]
devono esser seppelliti,
il sindaco e il capo della polizia [4]
saranno seppelliti.

E poi noi lavoratori
rialzeremo la testa,
il mondo sarà rinnovato,
il mondo sarà rinnovato,
e poi noi lavoratori
saremo liberati.
[1] Nei pressi della vecchia Borsa Valori di San Pietroburgo Здание Биржи [Zdanie Birži], situato sull'isola Vasilevskij non lontano dal Palazzo d'Inverno, si svolsero cruenti sconti il 9 gennaio 1905.

[2] Il testo yiddish riproduce qui una vecchia parola russa per “carcere, prigione”, острог [pron. astròg]. La parola è attualmente caduta dall'uso in russo, in tale significato.

[3] Russo правительство [pravitelstvo] “governo”.

[4] Russo пристав [pristav] “conestabile, capo della polizia cittadina”, nella Russia zarista.

2022/3/19 - 12:06




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