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Turbo

Cosmo
Language: Italian


Cosmo

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(2017)
Singolo poi pubblicato nell'album Cosmotronic (2018)

Cosmo Turbo


La base strumentale è basata su un sample di musica siriana, nello specifico si tratta del brano “Damascus Between the Lines”, contenuto nella compilation I Remember Syria.


Tutto è partito da un campionamento di musica siriana. Mi sono lasciato guidare da quella suggestione, sia per la musica che per il testo. Non mi va di spiegare troppo, ma la realtà che bussa oggi alla porta non è qualcosa di piacevole e per questo viene seppellita da una risata, dalla distrazione, dalla scarsa consapevolezza della responsabilità verso il resto del mondo e dalla nostra distrazione.
Cosmo, Radio Deejay

“Turbo” è nata da un campionamento del pezzo “Damascus between the lines”, trovato in una compilation intitolata I remember Syria. Il brano è stato registrato in una chiesa di Damasco prima della guerra. Avere tra le mani un frammento di musica di un paese che in questo momento somiglia all’inferno mi ha ispirato a scrivere un testo surreale. “Turbo” è una canzone sulla distrazione, sulla negazione della dura realtà che ci circonda. Quella risata che arriva nel ritornello sommerge ogni discorso, ma è sinistra, non è allegra. Non tutti i miei fan l’hanno apprezzata, ma a volte per scrivere un bel pezzo pop bisogna scontentare qualcuno.
Cosmo, Internazionale
Toc toc
C'è la realtà che mi bussa alla porta
Non so
Se aprire o se nascondermi
Toc toc
La cosa mi mette a disagio
Che ne so
La butto sulla simpatia
Presto, presto, che mia nonna inizia ad annoiarsi
Fate entrare quei pagliacci mentre chiamo un taxi
C'è la coda lì alle casse, svuota le tue tasche
Fatti esplodere comincia ahahah

Ahahahah comincia a ridere
Mi faccio un giro in giostra, vieni fatti un giro anche tu
È divertente, non costa niente
Non ci pensare, tanto già qualcuno lo fa per te
Ahahahah continua a ridere
Mi faccio un giro in giostra, vieni fatti un giro anche tu
È divertente, non pensi a niente
No, non pagare, tanto già qualcuno lo fa per te

Toc toc
Bussa di nuovo ma io me ne fotto
Oh oh
La porta trema e cade giù
Metto il turbo, scappo via dalla finestra, faccio woh
Scorro il dito sul telefono poi parla forte
Faccio gesti senza senso, il taxi tira dritto
Quanto spacco con sta giacca

Ahahahah comincia a ridere
Mi faccio un giro in giostra, vieni fatti un giro anche tu
È divertente, non costa niente
Non ci pensare, tanto già qualcuno lo fa per te
Ahahahah continua a ridere
Mi faccio un giro in giostra, vieni fatti un giro anche tu
È divertente, non pensi a niente
No, non pagare, tanto già qualcuno lo fa per te

Ahahahah comincia a ridere
Mi faccio un giro in giostra, vieni fatti un giro anche tu
È divertente, non costa niente
Non ci pensare, tanto già qualcuno lo fa per te
Ahah ahah ahah continua a ridere
Mi faccio un giro in giostra, vieni fatti un giro anche tu
È divertente, non pensi a niente
No, non pagare, tanto già qualcuno lo fa per te

2019/12/21 - 22:49


Bell'intervento di Cosmo agli Stati Popolari di Roma in Piazza San Giovanni, domenica 5 luglio

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In America hanno Kanye West, noi per fortuna abbiamo Cosmo

Marco Jacopo Bianchi ha acceso gli Stati Popolari di Aboubakar Soumahoro con un discorso contro la dittatura culturale dei ricchi e a favore degli ultimi. È stato criticato duramente, ma ha ragione al 100%


Il successo è quello che la società sventola davanti agli occhi di tutti per far credere che se uno si impegna ce la fa, che se uno se lo merita può farcela con le sue sole forze, può avere successo appunto.
Tutto questo è ovviamente falso: questa società non è in grado di premiare tutti, non premia tutti quelli che lavorano e si impegnano [...].
Però c'è un altra terribile implicazione in tutto questo: se ognuno è responsabile delle proprie fortune, allora ognuno è colpevole del proprio fallimento; se guadagni poco, se sei disoccupato, se sei povero è colpa tua, perché non ti impegni e quindi non te lo meriti.
Questo non è solo un errore, è un orrore, questa è un'ingiustizia spirituale che si aggiunge all'ingiustizia materiale.
Come ci siamo arrivati? Come siamo arrivati a venerare il potere, i soldi, la bella vita? A considerarli lo scopo del vivere in società e a considerare la povertà come qualcosa di normale, qualcosa che inevitabilmente colpisce chi non lavora abbastanza o magari non ha i mezzi per raggiungere quel successo?
Perché questa società non si scandalizza per queste ingiustizie, invece di concentrarsi sul profitto e sulla crescita?
È semplice: ha trionfato il punto di vista dei vincitori, dei ricchi e dei potenti e sono stati dimenticati gli ultimi, dimenticati quelli che sono alla base della società, quelli che permettono all'economia di stare in piedi, quelli che con il loro lavoro costruiscono la ricchezza di altri.

2020/7/8 - 10:01




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