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[Lontana epoca imprecisata]
Canzone popolare occitana
Con notazione musicale ripresa, assieme al testo,
da Chants et Chansons Populaires du Languedoc
3 voll., a cura di Louis Lambert
Montpellier, Imprimerie Centrale du Midi, 1905
Per la coda musicale:
Cántigas de Santa María [XIII sec.]
Esecuzione del Duo Veziana
(m.me Véronique Chalot e m.me Brigitte Grenet), 2013



Come è abbastanza noto, periodicamente (cioè quasi ogni giorno) sento il bisogno di rimettere parecchio indietro le lancette del tempo, e di (ri)tuffarmi nel “mio” medioevo. Potrei trovare ogni tipo di ragione logica per questo (la mia reale formazione culturale, ad esempio) e illogica; però, credo, la ragione più profonda è che in questo tempo ci sto sempre peggio. Avrei potuto scegliere, come tempo dove “rifugiarmi”, un lontano futuro o un'epoca diversa del passato; mi è venuto di scegliere, invece, quell'epoca indefinita tra il VIII e il XIV secolo che non ho mai “idealizzato” ma che mi sento vicina. Tutto qui. Così, in mancanza d'altro, ogni tanto, su queste pagine messe a disposizione da moderne diavolerie, mi faccio un giro da quelle remote parti, e lo faccio attraverso la musica.

Orbene, si dice non di rado che, in fondo, ogni canzone d'amore sia di per sé una “canzone contro la guerra”. Una volta, e parlando proprio di me e di questo sito, lo disse persino Davide “Darmo” Giromini durante un concerto. Non lo so; però questa è sicuramente una canzone d'amore che stasera vi tiro fuori dal più antico repertorio delle canzoni popolari occitane. Furono raccolte, queste canzoni popolari, dal solito fumoso e dimenticato studioso; sicuramente avrà avuto una lunga barba e si chiamava Louis Lambert. Nel 1905, centodieci anni fa, pubblicò in tre ponderosi volumi presso l'Imprimerie Centrale du Midi, a Montpellier, i suoi Chants et Chansons Populaires du Languedoc (per “Languedoc” si intendeva allora l'intera Occitania anche al di là dei confini geografici della Linguadoca), completi di notazione musicale e di note. Bisognerà essere sempre molto indulgenti verso questi barbuti studiosi delle tradizioni popolari, specie quando lavoravano senza registratori ma armati solo di matite, quaderni e conoscenze musicali, andandosene magari nei posti più impervi e impensabili ad ascoltare e trascrivere canzoni da vecchi contadini e vecchissime donne che, senza saperlo, erano gli ultimi rappresentanti di una tradizione secolare e morente. E così si sono salvati dei tesori, magari composti da pochissimi versi.

Ed eccovi quindi la Rosa espandida, che naturalmente non ha nulla di “originale” tranne il fatto che, verso il 1905, ancora veniva da qualcuno cantata con una struttura metrica e musicale che si rifaceva a modelli del XII o XIII secolo. Di quei tre volumi del Lambert, io ho soltanto il secondo, trovato chissà dove e chissà quando; forse me lo avrà regalato lui nel 1905, chissà (visto che, ultimamente, nei miei sogni -quelli veri, incoscienti, notturni- vago per il tempo come se fosse la cosa più normale del mondo). Poiché la Rosa espandida si trova proprio in quel volume, figuratevi la reazione che ho avuto quando l'ho trovata suonata e cantata su YouTube dal Duo Veziana; e, soprattutto, quando mi sono accorto che una delle due componenti del duo è una vecchia, vecchissima conoscenza: Véronique Chalot. Proprio lei, con tanto di ghironda, arpa, e con la sua voce sempre bellissima accompagnata dall'altra componente del duo, la signora Brigitte Grenet, alla viola da gamba, dentro a ciò che ha tutta l'aria di essere una chiesa. E pare anche che Véronique e la sua compagna del Duo Veziana abbiano preso la notazione del Lambert così, senza cambiarci niente, e che si siano messo a cantare di quella lontanissima e fulgida rosa di nome Margarida; e poiché il manoscritto del Lambert non riportava che pochissimi versi di quella canzone forse, chissà, assai più lunga, abbiano raddoppiato gli ultimi quattro versi e vi abbiano poi aggiunto, a mo' di coda, un brano delle Cántigas de Santa María, composizioni musicali sacre raccolte nel XIII per il re di Castiglia Alfonso il Saggio (la prima di queste cantiche risale al 1280). Sarà sicuramente un'operazione arbitraria, ma il Padreterno ci ha dato il libero arbitrio anche per questo.

In un certo qual senso, pur confessando onestamente di fare queste cose per me stesso e di approfittare di un sito che me ne dà qualche possibilità, va sempre a finire che il desiderio di offrire qualcosa agli altri c'è sempre, e non è un desiderio lieve. Quando lo provo, quasi mai ha però a che fare col presente; bisogna che siano sempre cose lontanissime, perdute, dimenticate. Paragonarle a dei fiori verrebbe naturale, però spesso mi vengono più a mente delle pietre apparentemente aride, ma rimaste impregnate di suoni e di colori. Così ha probabilmente da essere intesa questa per il resto senza un perché e senza un per come. Se, magari, un giorno qualcuno di voi penserà di offrirla a qualcuno che ama o che ha amato, ne sarò lieto ancorché quell'amata preferisca magari lo heavy metal più duro o Tiziano Ferro. Poi, tanto, me ne torno nei miei passati remoti a cercare, e se un giorno non mi vedrete più sappiate che non sarò affatto morto. Sarò, finalmente, altrove. Sempre senza un soldo, eppure ricchissimo.

Però, adesso, abbassate le luci e venite un po' con me, se vi va. Saluti. [RV]
La rosa espandida
N'a gaire lou fioc, lou vermilhou
De ma Margarida,
Flora a mens de doussou.

Sas gautetas
Soun tan poulidetas,
Qu'amour ié pren lou frés
Rescoundut din sous cloutés.

[Sas gautetas
Soun tan poulidetas,
Qu'amour ié pren lou frés
Rescoundut din sous cloutés.]

Contributed by Riccardo Venturi - 2015/11/2 - 21:02



Language: Italian

Il testo in italiano:
LA ROSA NEL SUO SPLENDORE

La rosa nel suo splendore
non ha certo il fuoco ed il vermiglio
della mia Margherita,
i fiori han meno dolcezza.

Le sue guancette
sono così carine
ché amore ne prende la freschezza
nascosta nelle sue fossette.

[Le sue guancette
sono così carine
ché amore ne prende la freschezza
nascosta nelle sue fossette.]

Contributed by Riccardo Venturi - 2015/11/2 - 21:14




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