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Canzone per Delmo

Filippo Andreani
Language: Italian


Filippo Andreani


2015
La prima volta
feat. Marino Severini
prima volta

Dal cielo sopra Reggio Emilia, Aldo non ha mai smesso di “reggere, custodire e proteggere” i giorni di un figlio salutato troppo presto. Dedicata a quel bimbo di settant’anni, che di suo padre conserva passione e cognome. Al mio amico Adelmo Cervi.


Adelmo Cervi

Adelmo Cervi figlio di Aldo Cervi terzo genito dei 7 fratelli figli di Genoveffa Cocconi e Alcide Cervi - Adelmo nasce il 24.08.43 suo Papà Aldo sara' fucilato per mano fascista insieme agli altri suoi fratelli e Quarto Camurri il 28.12.1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia - Adelmo aveva da poco compiuto 4 mesi.



Le canzoni e poesie sui fratelli Cervi:

La pianura dei sette fratelli (Gang)
Per i morti di Reggio Emilia (Fausto Amodei) (Sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi, come fu quello dei Fratelli Cervi)
La ballata dei Fratelli Cervi (Ignazio Buttitta)
Compagni Fratelli Cervi (anonimo)
Papà Cervi raggiunge i sette figli (Eugenio Bargagli)
Sette fratelli (Mercanti di Liquore e Marco Paolini)
Campi rossi (La Casa del vento)
Ai fratelli Cervi, alla loro Italia (Salvatore Quasimodo)
Canzone per Delmo (Filippo Andreani), dedicata ad Adelmo Cervi
I Sette Cervi (anonimo)
Salmodia della speranza (David Maria Turoldo)
Compagni fratelli Cervi (Gianni Rodari)
Nel ricordo della madre (Piero Calamandrei)
Cervi (Paolo Benvegnù)


A chi lo do questo figlio che neanche riesco a toccare
e, per tanto che somiglia alla mia faccia, neanche riesco a guardare?

Ne è passato di tempo, amore mio, che anche i ricordi son stanchi,
stan qui con la tua faccia da bambino e tu hai già i capelli bianchi.

Ed io… io morsico le nuvole tanta è la rabbia che fa
l’idea che sono andato via che non dicevi “papà”.

Ci hanno messo poco, ci hanno messo poco: il tempo di un’avemaria,
poi son caduto e ho baciato la terra …terra mia!

Stai attento, Delmo, che faran di tutto per cambiarti il cuore;
che ti chiameranno libero ma solo dopo un gioco di parole.

A chi lo do questo figlio che è un venticinque d’aprile?
È una foto sulle gambe di mio padre seduto in cortile.

Tra schiene curve di donne, tra calendari di fame,
è la mano che tirava le gonne per zucchero e pane.

E, quando Marino non canta, la pianura ti scopre da solo
con le scapole troppo corte per venire a raggiungermi in volo…

Ed io… resto muto tra le nuvole e di anni ne ho quasi cento
e ho un figlio piu vecchio di me…che scherzi fa il tempo!

Dolcemente Verina sorride dalla nuvola accanto alla mia
e ci guarda come si guarderebbe la nostalgia.

Stai attento, Delmo, che faran di tutto per lavarti il cuore,
che ti chiameranno libero ma solo dopo un gioco di parole;
a guardia d’ogni tua età ho appeso i miei occhi al cielo
ed ho pregato che la strada, davanti ad ogni “loro” credo,
ti insegnasse a svoltare dalla parte sbagliata.

Portami ancora con te e con questo cognome che fu semina e raccolto
e, quando “loro” hanno ragione, fai di tutto per stare dalla parte del torto.

Contributed by DonQuijote82 - 2015/1/25 - 12:19




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