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E quando muoio io (Nuovi stornelli socialisti)

Leoncarlo Settimelli
Language: Italian


Leoncarlo Settimelli

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[1908?]
Di autore anonimo
Il 1908 è la data in cui il baritono Giuseppe Milano incise - credo negli USA - il brano su disco 78 giri, ma la sua composizione potrebbe essere precedente.

L’Ammazzapreti


Strofette anonime, probabilmente di origine anarchica, nonostante il titolo. Il testo, con note esaurienti, si può leggere nel volume "Canti anarchici", a cura di Leoncarlo Settimelli e Laura Falavolti.
La versione di Giuseppe Milano è riportata in "Avanti popolo alla riscossa", e in "Canti e inni socialisti 2"; l'esecuzione del Canzoniere Internazionale in "Gli anarchici" e (in una diversa versione, certamente posteriore, databile intorno al 1917-20) in "Cittadini e Contadini" col titolo "E quando moio io".
Con lo stesso titolo sono riprodotte tre registrazioni originali e una versione ricalcata da Leoncarlo Settimelli nel LP allegato al volume "L'ammazzapreti". Fonte
E quando muoio io non voglio preti,
non voglio preti e frati né paternosti,
non voglio preti e frati né paternosti:
voglio la società dei socialisti.

E la rigi-la rigi-la rigira,
la rigira la sempre arditi,
evviva i socialisti,
abbasso i gesuiti!

Hanno arrestato tutti i socialisti,
l'arresto fu ordinato dai ministri,
l'arresto fu ordinato dai ministri
e questi sono i veri camorristi.

E la rigi-la rigi-la rigira,
la rigira e mai la sbaglia,
evviva i socialisti,
abbasso la sbirraglia!

La Francia ha già scacciato i preti e i frati,
le monache, i conventi ed i prelati,
le monache, i conventi ed i prelati,
perché eran tutte spie e in ciò pagati.

E la rigi-la rigi-la rigira,
la rigira e la ferindora, (*)
abbasso tutti i preti
e chi ci crede ancora!

Ma se Giordano Bruno fosse campato,
non esisterebbe più neanche il papato,
non esisterebbe più neanche il papato
e il socialismo avrebbe già trionfato.

E la rigi-la rigi-la rigira,
la rigira e la fa trentuno,
evviva i socialisti,
evviva Giordano Bruno!

E quando muoio io non voglio preti,
non voglio preti e frati né paternosti,
ma quattro bimbe belle alla mia barella,
ci voglio il socialista e la sua bella.

E la rigi-la rigi-la rigira,
la rota e la rotella,
evviva Giordano Bruno,
Garibaldi e Campanella!
Nota:

(*) La "ferindora" potrebbe essere la "faràndola", danza popolare di origine greca molto diffusa in Provenza durante le feste religiose e profane.

Contributed by Bartleby - 2011/5/4 - 09:16




Language: Italian (Marchigiano, Toscano, Romagnolo)

Altre versioni, dall’Union des Amis Chanteurs del FolkClub di Torino.
Così nelle Marche (reg. L. Settimelli):

E quando moio, io moio davvero,
sul carro ce li vojo i nastri d'oro,
appresso l'amor mio tutto di nero.

E così in Toscana (reg. L. Settimelli):

E quando moio io non voglio cristi,
non voglio ave marie, né paternosti,
la voglio la bandiera dei socialisti.

E quando moio io non voglio bara,
voglio Firenze illuminata a cera,
voglio dei socialisti la bandiera.

Diventato poi, dopo la Rivoluzione d’Ottobre:

E quando moio io voglio la banda,
perché la banda l'è ricreazione,
e i' nome di Lenin sulla ghirlanda,
perché Lenin l'è i' capo rivoluzione.

O in Romagna:

Quand a sò morta mé a voi la bara,
con quater sucialésta a la mi spala,
republichen chi pôrta la bandira,
an voi di prit cun la veste nira.

All’Isola d’Elba:

Vorrei che il Vaficano andesse in fiamme,
e il papa ne bruciasse lemme Iemme,
bruciasse i preti in corpo alle su' mamme.

Contributed by Bartleby - 2011/5/4 - 09:18




Language: Italian

Variante a "E quando muoio io"
QUANDO CHE MORE UN PRETE

Quando che more un prete
suonano le campane,
piangono le puttane
ch'è morto un avventor

Quando che more un papa
sonano il miserere
ma io c'ho un gran piacere
ch'è morto un puttanier

Quando che moio io
non voglio gesù cristi,
ma la bandiera rossa
dei veri socialisti [x2]

Vorrei che il Vaticano etc.

Contributed by giorgio - 2011/5/7 - 20:03


La strofa che normalmente viene riportata ( e ricantata)

E la rigi’, la rigi’, la rigira
la rigira e mai la sbaglia
evviva i socialisti
abbasso la sbirraglia!

da un attento ascolto della incisione di Giuseppe Milano risulta invece

La rigi’, la rigi’, la rigiri
Biagini che mai la sbaglia
evviva i socialisti
abbasso la sbirraglia!

Mi pare evidente che nel Biagini in questione sia da individuarsi l’allora ben noto Gustavo Biagini, il diligente ed inflessibile funzionario del ministero del tesoro che Giolitti mandò a spulciare i bilanci ed a ricontare i soldi alla Banca Romana.
Fu lui a scoprire un ammanco di venticinque milioni di lire di cui nove milioni di banconote emesse abusivamente duplicando numeri di serie di biglietti già ritirati.
L’operato di Biagini fu osteggiato ma la relazione Alvisi – Biagini portò infine al famoso scandalo della Banca Romana.
Questo confermerebbe la retrodatazione presunta rispetto al 1908

Giovanni Bartolomei da Prato - 2018/3/2 - 20:25




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