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Mate Cosido

Nélida Argentina Zenón
Language: Spanish



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Al Gauchito Gil
(El Gaucho Talas)
Canción de Mate Cosido
(Juan Carlos Baglietto)
Chamamé al Gauchito Gil
(Nélida Argentina Zenón)


[1977]
Album “Mate Cocido”

MATE COCIDO -TAPA

Con Canción de Mate Cosido, ecco un’altra canzone che celebra le gesta del bandido rural chaqueño Mate Cosido.
E da questo testo, scritto dalla grande interprete di “chamamé” Nélida Argentina Zenón, apprendiamo che della banda di Mate Cosido faceva parte anche tal Antonio Rosi, o Rossi, detto "El Calabrés”, un italiano immigrato in Argentina intorno al 1906, più vecchio e scafato del suo capo che lo conobbe a Corrientes nel 1925 e che lo stimava molto perché si era già fatto una grande esperienza in furti e rapine a Buonos Aires e Rosario…



In Bandidos rurales di León Gieco, insieme a fuorilegge del calibro di Bairoletto ed Isidro Velázquez, troviamo anche David Segundo Peralta, detto “Mate Cosido”.

Era nato alla fine dell’800 nel Tucumán, ma come Isidro Velázquez operò soprattutto nel vicino Chaco, sempre nella regione del Norte Grande Argentino.
All’epoca – siamo nell’Argentina degli anni 20 e 30, gli anni della grande immigrazione, della grande prosperità (il “granero del mundo”) ma anche della concentrazione della ricchezza nelle mani delle multinazionali staniere e della casta locale che le sosteneva, gli anni pure dell’inizio dell’instabilità politica e del succedersi estenuante delle dittature – non era difficile che un “gaucho”, anche solo per futili motivi come una donna contesa, finisse col entrare in rotta di collisione con i potenti e con i loro sgherri. La polizia corrotta, sempre al servizio di questo o quell’allevatore o latifondista, sui libri paga delle filiali delle imprese straniere, faceva il bello ed il cattivo tempo… Ma non tutti subivano, e uno di questi fu “Mate Cosido”, così chiamato forse per via di una evidente cicatrice sul capo (“Mate”, “testa”, con riferimento alla zucca dove si serve la tipica infusione argentina) piuttosto che per la sua predilezione per il “tè di yerba mate”, il cosiddetto “mate cocido”.
Noto alle cronache di polizia già nel 1916, Mate Cosido si guadagnò subito il sostegno popolare perché attaccava e derubava filiali delle grandi compagnie, come Bunge & Born, Louis Dreyfus Group o Timber and Railways Company Limited, e “ridistribuiva gli utili” alla povera gente. E oltre ad essere sempre rispettoso e generoso con gli ultimi, oltre a pianificare sempre con accuratezza i propri colpi, oltre alla grande abilità di dissimulazione, oltre ad evitare sempre per quanto possibile lo scontro diretto ed i bagni di sangue, Mate Cosido curava la propria immagine di “bandido rural”, di difensore dei poveri e dei deboli, esponendo in diversi articoli pubblicati su riviste dell’epoca il proprio punto di vista sulla necessaria lotta contro gli sfruttatori ed i loro sgherri, indicati come i vampiri del Chaco, tanto da meritarsi anche la stima dagli ambienti anarchici (e forse non è un caso che Mate Cosido abbia conosciuto e brevemente operato insieme al bandito anarchico Bairoletto).

Già vera leggenda vivente, Mate Cosido divenne ancor più leggendario nella morte: il 7 gennaio 1940 si recò con la sua banda alla stazione di Villa Berthet per ritirare il riscatto di tal Jacinto Berzón, un proprietario terriero sequestratto qualche tempo prima.
Ma i poliziotti erano appostati e la sparatoria fu inevitabile…
Mate Cosido fu visto trascinarsi via ferito e sparire nella boscaglia…
Non se ne seppe più nulla.
Probabilmente morì, ma un’uscita di scena del genere non poteva che farne un mito immortale.
E così fu.

(Si veda: “Mate Cosido”, di Pedro Pago, 1953, con l’introduzione “Mate Cosido: un bandido entre la leyenda y el misterio” di Ricardo V. Canaletti, dalla rivista Clarín)
Allá en general pinedo nunca entrara en el olvido la figura legendaria del gaucho mate cocido.
Por boca de los abuelos en patios del rancherío se multiplican historias del guacho mate cocido.
Lo recuerdan las picadas, lo venera el pueblerio, Segundo David Peralta de apodo “Mate cosido”.

Esta es la historia de un gaucho bueno
que su destino lo castigó
llevando su alma de tucumano
la aguda espina que lo desvió.

Mate Cosido era el apodo de aquel bandido bravo y feroz
que fue el terror del norte argentino, desde el 18 al 42.
Formó su trío de bandoleros con Zamacola y “El calabrés”
y en los caminos y en los poblados fueron temidos yaguaretés.

Pero fue un día, allá en el Chaco,
que un compañero lo delató
y desde entonces Mate Cosido,
huyó a la selva y nunca volvió.

Mate Cosido era el apodo de aquel bandido bravo y feroz
que fue el terror del norte argentino, desde el 18 al 42.
Formó su trío de bandoleros con Zamacola y “El calabrés”
y en los caminos y en los poblados fueron temidos yaguaretés.

Contributed by Bartleby - 2011/4/27 - 10:14




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