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Piazza Fontana [Fontana del dolor]

Angelo e Vincenzina Cavallini
Lingua: Italiano


Angelo e Vincenzina Cavallini

Lista delle versioni e commenti


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Passato, presente
(Lucio Dalla)
Nivuri su’ li bummi
(Pino Veneziano)
Piazza Fontana (Luna Rossa)
(Claudio Bernieri)


[1969]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Angelo Cavallini

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Angelo e Vincenzina Cavallini.
Angelo e Vincenzina Cavallini.
Questa pagina ha origine da una trasmissione di Radio Popolare, Live Pop di giovedì 24 novembre 2022 (scarica qui il podcast). Trasmessa dall'auditorium “Demetrio Stratos” di Milano, la trasmissione del 24 novembre è stata interamente dedicata al ricordo della strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, di cui tra pochi giorni ricorrerà il 53° anniversario. Un ricordo particolare, eseguito interamente attraverso la musica e le canzoni; in modo speciale questa, una delle prime composte nell'immediatezza dei fatti da un cantastorie pavese, Angelo Cavallini (nato a Tromello il 9 luglio 1928 e morto a Milano il 21 febbraio 2005). Angelo Cavallini si esibiva per le strade di Milano assieme alla moglie, Vincenzina Mellina (nata anch'essa a Tromello il 28 settembre 1929 e morta a Milano il 5 agosto 2021); sposatisi nel 1949, nel 1954 ebbero un figlio che morì all'età di 20 anni. A Milano esercitarono sempre la professione di venditori ambulanti, che accompagnavano a quella di cantastorie e artisti di strada (Angelo suonava la fisarmonica, Vincenzina la batteria; entrambi si alternavano al canto), operando perlopiù in zona Corvetto e p.za Castello ma battendo anche fiere e mercati della Lombardia. L'intera “banda di strada” era completata dalla “spalla” Antonio Ferrari (un altro fisarmonicista) e dal sassofonista e “imbonitore”, Adriano Callegari, che suonava il sassofono e vendeva ai passanti immaginette fosforescenti di Papa Giovanni, girando poi col cappello e raccogliendo il denaro.

Claudio Bernieri.
Claudio Bernieri.
La canzone, creduta a lungo perduta, continuava evidentemente a circolare sotterraneamente sebbene se ne fossero perse le tracce; si deve a Claudio Bernieri, giornalista e ricercatore ma anche cantautore (sua è, ad esempio, Luna Rossa, il cui titolo proprio è Piazza Fontana) e all'avv. Federico Sinicato (legale dei parenti delle vittime della strage di Piazza Fontana) il suo paziente recupero, con una ricerca durata anni e conclusasi con il reperimento del testo nel grande Archivio Etnomusicologico di Giorgio Vezzani a Reggio Emilia. A partire dal 2018 viene quindi riproposta dagli artisti di strada milanesi (si veda meglio anche la rivista Il Cantastorie, diretta dai carissimi amici -anche di questo sito!- Claudio Piccoli e Tiziana Oppizzi). Racconta Claudio Bernieri di averla sentita per la prima volta all'età di 17 anni, nel 1972, tornando da una lezione di oboe, e di esserne rimasto colpito per la sua bellezza in quei momenti in cui Milano, ferita a morte, sembrava essersi fermata, esterrefatta e sconvolta da ciò che era accaduto. Molto tempo dopo, a Bernieri capitò di sentire suonare la melodia, al sax, senza parole, da un artista di strada in piazza Duomo; da qui il desiderio di ritrovare un ricordo confuso, ma caro, di tanti anni prima, alcuni lacerti del testo cavati dalla memoria di quasi cinquant'anni prima. Incomincia quindi la ricerca, in primo luogo presso i tranvieri pensionati di Baggio che arrivavano un tempo al capolinea di piazza Fontana; uno dei vecchi tranvieri si ricordava dell'intero testo della canzone. Fu allora che Claudio Bernieri scrisse al grande ricercatore Giorgio Vezzani, che nel suo archivio possedeva a sua volta una registrazione del brano effettuata direttamente da Vincenzina Cavallini in un mercato di Piacenza (mi dicono che, probabilmente, si tratta del mercato che si teneva, allora come oggi, nella locale piazza del Duomo).


Il film documentario scritto e diretto da Claudio Bernieri nel 2022.
La canzone, eseguita da Chicca Smile e Fabio Isola, inizia a 33'40”.
II pallido fanciullo mutilato
In quella sera di dicembre scura,
La bomba non aveva risparmiato,
Diceva: "Mamma, muoio di paura!"

Ancora ricordava quel boato
Ed il terrore del corpo dilaniato,
Sangue innocente...
Chi mai potrà pagar !

Piazza Fontana, al centro di Milano,
Mentre la gente sperava nel domani,
Scoppia la bomba: infame fu la strage!
Piazza Fontana, fontana del dolor.

In quella Banca dell'Agricoltura
I morti ed i feriti furon tanti,
La gente sussurrava con paura:
E' sangue che ci bagna tutti quanti !

Noi non vogliamo stragi d'innocenti,
Noi ci ribelleremo ai prepotenti,
Vogliam la pace,
La pace nell'amor !

Piazza Fontana, al centro di Milano,
Mentre la gente sperava nel domani,
Scoppia la bomba: infame fu la strage!
Piazza Fontana, fontana del dolor.

L'anarchico Valpreda fu arrestato
E molti altri furono fermati,
Le indagini proseguon a ritmo serrato,
Canto perché si faccia piena luce. [1]

Il mondo può cambiare con l'amore
E mai con la violenza e col terrore,
Sangue innocente...
Più si dovrà versar !

Piazza Fontana, al centro di Milano,
Mentre la gente sperava nel domani,
Scoppia la bomba: infame fu la strage!
Piazza Fontana, fontana del dolor.
[1] Così nel testo riportato dalla rivista “Il Cantastorie” in occasione della “Catena Musicale per Pinelli” del 14 dicembre 2019. Nel film di Claudio Bernieri, Chicca Smile e Fabio Isola la cantano con una variante (forse composta “ad hoc” 50 anni dopo alla luce degli “sviluppi”?):

Ci furon tanti arresti e interrogati,
E molti altri furono fermati,
Le indagini proseguono tutt'oggi,
Io canto perché si faccia piena luce.

inviata da Riccardo Venturi - 25/11/2022 - 10:02


Versione degli Emily collettivo musicale


2023
17 fili rossi + 1. Ricordando Piazza Fontana

17 fili rossi


17 fili rossi + 1

L’album si compone di 16 tracce, undici brani musicali e cinque interventi attoriali. Delle canzoni che raccontano la strage nella Banca dell’Agricoltura, la title track, come si è detto, è stata scritta da Renato Franchi partendo da un testo di Fulvio Mario Beretta. Come sovente accade nelle composizioni del cantautore legnanese, un evento tragico come quello dell’esplosione della bomba è raccontato con delicatezza: la canzone si apre infatti rievocando una Milano invernale, avvolta in una fitta nebbia e illuminata dalle luci di Natale, e seguono alcuni “quadretti” che descrivono la quotidianità dei protagonisti, inconsapevoli del proprio crudele destino. In conclusione, vengono ricordati i nomi delle 18 vittime, “17 cuori in cielo con Pino Pinelli”. Dal punto di vista musicale, i timbri di chitarra, pianoforte, violino e percussioni dialogano con la fisarmonica di Roberto Nassini, a cui è affidata la toccante introduzione del pezzo.

Sempre dedicate a Piazza Fontana sono l’omonimo brano scritto da Claudio Bernieri nel 1975, noto anche come Luna rossa ed originariamente interpretato dal gruppo Yu Kung, qui nella rilettura di Come le Foglie, e la versione strumentale del medesimo pezzo da parte della Banda degli Ottoni a Scoppio.
Un’altra canzone d’epoca è Fontana del dolor, conosciuta anche come L’infame strage di Piazza Fontana, composta dal cantastorie meneghino Angelo Cavallini, molto attivo negli anni Settanta come artista di strada. Il pezzo è stato riscoperto dallo stesso Bernieri, che ha anche girato un documentario sull’argomento; nel concept è stato invece affidato all’ensemble piacentino Emily Collettivo Musicale, che ne ha realizzato una versione coinvolgente e trascinante. Altre due canzoni rievocano la strage: La fontana degli Yo Yo Mundi, in cui gli assoli di chitarra nella conclusione del brano sottolineano i versi finali “da un fascio di bugie spunta un germoglio di carezze”, e Oggi no, del cantautore milanese Andreacarlo, che racconta l’inquietudine di un passante dei giorni nostri che, sotto Natale, si ritrova a passare per il centro della città e non può fare a meno di ripensare ai drammatici eventi di mezzo secolo fa.
Dedicate a Giuseppe Pinelli sono La ballata di Pinelli, il tradizionale brano composto sull’aria della canzone popolare Il feroce monarchico Bava, interpretato da Alessio Lega; Quasi soltanto mia, che tratteggia con delicatezza il vissuto di Licia Pinelli, firmata da Filippo Andreani e già contenuta nel suo album “Scritti con Pablo” del 2011, e l’inedita Un ferroviere del cantautore lecchese Daniele Ridolfi, in cui viene data voce allo stesso Pino. Due brani “storici” per due formazioni altrettanto storiche dipingono poi l’oscuro affresco della strategia della tensione (Via Italia, Gang) e la volontà di riscatto dalle ingiustizie (Popolo Unito, Casa del Vento).

I cinque interventi attoriali raccontano invece, da diversi punti di vista, non solo l’accaduto del 12 dicembre, ma anche le sue cause, riconducibili al complesso e torbido disegno della già citata “strategia della tensione” che affonda le sue radici già nell’immediato dopoguerra. Daniele Biacchessi, ne Il Paese della vergogna, descrive la festosa atmosfera natalizia, devastata dallo scoppio dell’ordigno, le vite distrutte delle vittime e i silenzi che si trasformano in urla, le stesse urla che purtroppo torneranno a straziare altri luoghi del nostro Paese. Il rumore del silenzio di Renato Sarti ricorda invece i funerali in piazza Duomo, gremita da oltre 300000 persone, la cui massiccia presenza rappresenta un atto “politico”. Scritta da Claudio Ravasi e interpretata da Paolo Raimondi, A Milano vado poco esprime i sentimenti di una persona che, in gioventù, ha vissuto gli eventi dell’epoca stragista in maniera inconsapevole e che a distanza di molti anni ne percepisce il peso e l’importanza. La prima strage di Stato di Silvano Piccardi e Non è finita di Moni Ovadia, infine, risalgono alle origini dell’eversione nera, riconducibili al 1945, e ai rigurgiti fascisti mai sopiti.
marynowhere.com



Dq82 - 22/3/2024 - 11:54




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