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Mi fa male il mondo

Giorgio Gaber
Lingua: Italiano


Giorgio Gaber

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(Giorgio Gaber)


[1995]
Versione 2
Testo e musica di Luporini - Gaber
Lyrics and music by Luporini - Gaber
Album: "E pensare che c'era il pensiero"

gaber
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo...
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo...
e non riesco a trovar le parole
per chiarire a me stesso
e anche al mondo
cos'è che fa male...

parlato
Mi fa male... mi fa male essere lasciato da una donna... non sempre.
Mi fa male l'amico che mi spiega perché mi ha lasciato.
Mi fanno male quelli che si credono di essere il centro del mondo… e non sanno che il centro del mondo sono io.
Mi fa male... quando mi guardo allo specchio.
Mi fa male anche quando mi dicono che mia figlia mi assomiglia molto fisicamente. Mi fa male per lei.
Mi fanno male… quelli che sanno tutto... e prima o poi te lo dicono.
Mi fanno male gli uomini esageratamente educati, distaccati, formali. Ma mi fanno più male quelli che per essere autentici ti ruttano in faccia.
Mi fa male essere così delicato, e non solo di salute.
Mi fa male più che altro il fatto che basta che mi faccia male un dente... che non mi fa più male il mondo.
Mi fannno male… quelli troppo ricchi, quelli troppo poveri. Mi fanno male anche quelli troppo così e così.
Mi fa male l'IVA, le trattenute, il 740, i commercialisti… mamma mia come mi fanno male i commercialisti!
Mi fanno male le marche da bollo, gli sportelli, gli uffici, le code. Mi fa male quando perdo la patente e gli amici mi dicono 'condoglianze'. E gli impiegati, quando vai lì, non alzano neanche la testa. E poi quando la alzano s'incazzano, perché gli fai perdere tempo. Ti trattano male, giustamente, siamo noi che sbagliamo: l'ufficio è sempre un altro, e poi un altro ancora, e poi le segretarie, i capouffici, i funzionari, i direttori, i direttori generali... Mi fa male la burocrazia, mi fa male l'apparato, la sua mentalità, la sua arroganza… mi fa male lo Stato!
Come sono delicato.
Mi fa male il futuro dell'Italia, dell'Europa, del mondo.
Mi fa male l'immanente destino del pianeta Terra minacciato dal grande buco nell'ozono, dall'effetto serra, e da tutte quelle tragedie planetarie che al momento poi, a dir la verità... non mi fanno mica tanto male.
Sarà perché mi fanno male le facce verdi dei verdi.
Mi fanno male i fax, i telefonini, i computers, e la realtà virtuale... anche se non so cos'è.
Mi fa male l'ignoranza, sia quella di andata che quella di ritorno.
Mi fa male la scuola privata, ma anche quella pubblica… non scherza! Nonostante che il Ministero della Pubblica Istruzione abbia un milione e duecentomila dipendenti. Numericamente, nel mondo, l'ente è secondo soltanto all'esercito americano… però!
Mi fa male la carta stampata, gli editori... tutti.
Mi fanno male le edicole, i giornali, le riviste coi loro inserti: un regalino, un opuscolo, una cassetta, un gioco di società… "un cappuccino e una brioches, grazie".
Mi fanno male quelli che comprano tutti i giornali perché la realtà è pluralista.
Nooo, non mi fa male la libertà di stampa. Mi fa male la stampa!
Mi fa male che ci sia ancora qualcuno che crede che i giornalisti si occupino di informare la gente.
I giornalisti, che vergogna! "Cosa mettiamo oggi in prima pagina?" "Ma sì, un po' di bambini stuprati, è un periodo che funzionano".
Mi fanno male le loro facce presuntuose e spudorate. Facce libere e indipendenti ma estremamente rispettose dei loro padroni, padroncini... Facce da grandi missionari dell'informazione che il giorno dopo guardano l'indice d'ascolto, sì, alla televisione… facce completamente a loro agio che si infilano le dita nelle orecchie e si grattano i coglioni. Sì, questi geniali opinionisti che gridano, litigano, si insultano, sempre più trasgressivi, questi coraggiosi leccaculo travestiti da ribelli!
È 'questa' libertà d'informazione che mi fa vomitare!
Come sono delicato.
Mi fa male… quando mi suonano il campanello di casa e mi chiedono di firmare per la pace nel mondo, per le foreste dell'Amazzonia, per le balene del Pacifico, e poi mi chiedono un piccolo contributo, offerta libera, soldi, tanti soldi, per le varie ricerche, per la vivisezione, per il terremoto nelle Filippine, per le suore del Nicaragua, per la difesa del canguro australiano… Devo fare tutto io!
Mi fa male… quando mi sento male. Mi fa male che in un ospedale pubblico, per fare una Tac ci vogliano, in media, sette mesi. Mi fa male che uno magari dopo sette mesi…
Mi fa male la faccia assolutamente normale del professore che ti dice: "Certo che, privatamente con un milione e due, si fa domani…". Mi fa male, anzi mi fa schifo, chi specula sulla vita della gente.
Mi fanno male quelli che dicono che gli uomini sono tutti uguali.
Mi fanno male anche quelli che dicono che 'il pesce più grosso mangia quello più piccolo'. Mi farebbe bene metterli nella vaschetta delle balene.
Mi fa male la grande industria, la media mi fa malino, la piccola non mi fa niente.
Mi fanno male i grandi evasori, i medi mi fanno malino, i piccoli… fanno quello che possono!
Mi fa male che a parità di industriali stramiliardari, un operaio tedesco guadagna 2.800.000 lire al mese ed uno italiano 1.400.000. Ma per l'altro 1.400.000 dov'è che va a finire? Allo Stato, che ne ha così bisogno.
Mi fa male che tra imposte dirette e indirette un italiano medio paghi – giustamente! per carità – un carico di tributi tale che se nel medioevo le guardie del re l'avessero chiesto ai contadini sarebbero state accolte a secchiate di merda.
Mi fa male che l'Italia, cioè voi, cioè io, siamo riusciti ad avere, non si sa bene come, due milioni di miliardi di debito.
Si sa, un vestitino oggi, un orologino domani… basta distrarsi un attimo e si va sotto di due milioni di miliardi!
Questo lo sappiamo tutti. Ce lo sentiamo ripetere continuamente. Sta cambiando la nostra vita per questo debito che abbiamo.
Ma con chi ce l'abbiamo? A chi li dobbiamo questi soldi?
Questo non si sa. Questo non ce lo vogliono dire. No, perché se li dobbiamo a qualcuno che non conta... va be', gli abbiamo tirato un pacco ed è finita lì. Ma se li dobbiamo a qualcuno che conta... due milioni di miliardi! Prepariamoci a pagare in natura.
Mi fa male… la violenza. Mi fa male la sopraffazione, la prepotenze, l'ingiustizia.
A dir la verità mi fa male anche la giustizia. Un paese che ha una giustizia come la nostra non sarà mai un paese civile. Io personalmente, piuttosto che avere a che fare con la giustizia, preferisco essere truffato, imbrogliato, insultato e, al limite, anche un po' sodomizzato… che magari mi piace anche.
Mi fanno male anche le facce dei collaboratori di giustizia, sì, dei pentiti… degli 'infami'… che dopo aver ammazzato uomini, donne e bambini fanno l'atto di dolore: tre Pater Ave e Gloria e chi s'è visto s'è visto.
Mi fa male che 'tutto' sia mafia.
Mi fa male non capire perché animali della stessa specie si ammazzino tra di loro. Mi fa male che in Bosnia non ci sia il petrolio.
Mi fa male… mi fa male chi crede che le guerre si facciano per ragioni umanitarie. Mi fa male anche chi muore in Somalia, in Ruanda, in Palestina, in Cecenia. Mi fa male chi muore.
Mi fa male chi dice che gli fa male chi muore e fa finta di niente sul traffico delle armi che è uno dei pilastri su cui si basa il nostro amato benessere.
Mi fanno male le lobby di potere, le loggie massoniche, la P2! E la P1? No, perché se c'è la P2 ci sarà anche la P1, se no la P2 la chiamavano P1… No, quelli della P1 sono buoni, mansueti, come… 'Agnelli', in genere stanno a 'Cuccia'.
Mi fa male qualsiasi tipo di potere, quello conosciuto, ma anche quello sconosciuto, sotterraneo, che poi è il vero potere. Mi fanno male le oscillazioni e i rovesci misteriosi dell'alta finanza. Più che male mi fanno paura, perché mi sento nel buio, non vedo le facce. Nessuno ne parla, nessuno sa niente: sono gli intoccabili. Facce misteriose che tirano le fila di un meccanismo invisibile, talmente al di sopra di noi da farci sentire legittimamente esclusi. È lì, in chissà quali magici e ovattati saloni che a voce bassa e con modi raffinati si decidono le sorti del nostro mondo: dalle guerre di liberazione, ai grandi monopoli, dalle crisi economiche, alle cadute dei muri, ai massacri più efferati.
Mi fa male quando mi portano il certificato elettorale.
Mi fa male la democrazia, questa democrazia che è l'unica che io conosco.
Mi fa male la prima repubblica, la seconda, la terza, la quarta.
Mi fanno male i partiti, più che altro… tutti. Mi fanno male i politici, sempre più viscidi, sempre più brutti. Mi fanno male i loro modi accomodanti, imbecilli, ruffiani. E come sono vicini a noi elettori, come ci ringraziano, come ci amano. Ma sì, io vorrei anche dei bacini, dei morsi sul collo... per capire bene che lo sto prendendo nel culo. Tutti, tutti, l'abbiamo sempre preso nel culo... da quelli di prima, da quelli di ora, da tutti quelli che fanno il mestiere della politica.
Che ogni giorno sono lì a farsi vedere. Ma certo, hanno bisogno di noi che li dobbiamo appoggiare, preferire, li dobbiamo votare, in questo ignobile carosello, in questo grande e libero mercato delle facce… facce, facce, facce che lasciano intendere di sapere tutto e non dicono niente. Facce che non sanno niente e dicono… di tutto!
Facce suadenti e cordiali, col sorriso di plastica.
Facce esperte e competenti che crollano al primo congiuntivo.
Facce compiaciute, vanitose, che si auto incensano come vecchie baldracche.
Facce da galera, che non sopportano la galera e si danno malati.
Facce che dietro le belle frasi hanno un passatio vergognoso da nascondere.
Facce da bar che ti aggrediscono con un delirio di sputi e di idiozie.
Facce megalomani, da ducetti dilettanti.
Facce ciniche da scuola di partito, allenate ai sotterfugi e ai colpi bassi.
Facce che hanno sempre la risposta pronta e non trovi mai il tempo di mandarle a fare in culo!
Facce che straboccano solidarietà.
Facce da mafiosi, che combattono la mafia.
Facce da servi intellettuali, da servi gallonati, facce da servi e basta.
Facce scolpite nella pietra che con grande autorevolezza sparano cazzate!
Non c'è neanche una faccia, neanche una che abbia dentro il segno di qualsiasi ideale. Una faccia che ricordi il coraggio, il rigore, l'esilio, la galera. No, c'è solo l'egoismo incontrollato, la smania di affermarsi, il potere, il denaro, l'avidità più schifosa, dentro a queste facce impotenti e assetate di potere.
Facce che ogni giorno assaltano la mia faccia in balia di tutti questi nessuno.
E voi credete ancora che contino le idee? Ma quali idee...
La cosa che mi fa più male è vedere le nostre facce con dentro le ferite di tutte le battaglie che non abbiamo fatto.
E mi fa ancora più male vedere le facce dei nostri figli con la stanchezza anticipata di ciò che non troveranno.
Sì, abbiamo lasciato in eredità forse un normale benessere, ma non abbiamo potuto lasciare quello che abbiamo dimenticato di combattere e quello che abbiamo dimenticato di sognare.
Bisogna assolutamente trovare il coraggio di abbandonare i nostri meschini egoismi e cercare un nuovo slancio collettivo magari scaturito proprio dalle cose che ci fanno male, dai disagi quotidiani, dalle insofferenze comuni, dal nostro rifiuto! Perché un uomo solo che grida il suo no, è un pazzo. Milioni di uomini che gridano lo stesso no, avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.

Mi fa male più che altro credere
che sia un destino oppure una condanna
che non esista il segno di un rimedio in un solo individuo
che sia uomo o donna.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.

Mi fa male più che altro ammettere
che siamo tutti uomini normali
con l'illusione di partecipare senza mai capire
quanto siamo soli.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.

E’ un malessere che abbiamo dentro
è l'origine dei nostri disagi
un dolore di cui non si muore
che piano piano ci rende più tristi e malvagi.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male, mi fa male, mi fa male...

Mi fa bene comunque credere
che la fiducia non sia mai scomparsa
e che d'un tratto ci svegli un bel sogno e rinasca il bisogno
di una vita diversa.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo.

Mi fa bene comunque illudermi
che la risposta sia un rifiuto vero
che lo sfogo dell’intolleranza prenda consistenza
e ridiventi un coro.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Ma la rabbia che portiamo addosso
è la prova che non siamo annientati
da un destino così disumano
che non possiamo lasciare ai figli e ai nipoti.

Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo
Mi fa male, mi fa male, mi fa male.

inviata da daniela -k.d.- - 31/3/2009 - 23:28



Lingua: Francese

Version française – LE MONDE ME FAIT MAL – Marco Valdo M.I. – 2010
Chanson italienne – Mi fa male il mondo – Giorgio Gaber – 1995

Ah, Lucien l'âne mon ami aux jambes si fines qu'on dirait qu'elles ne pourront pas te porter et encore moins supporter les charges que l'on colle sur le dos de tes congénères.

Eh oui, Marco Valdo M.I. mon ami, nous autres les ânes, on a de petits sabots, de fines jambes, une grosse panse et de longues oreilles. Cela dit, il est vrai aussi, comme tu le remarques justement, qu'on – les humains , pas toi évidemment, mais d'autres humains, nous inflige des charges incroyables, à nous faire plier l'échine, d'autres nous font tourner en bourrique, c'est-à-dire en rond et pour cela, vont jusqu’à nous aveugler, d'autres nous battent jusqu'à casser leur bâton, d'autres... Et de façon assez générale, on nous impose le travail obligatoire... Ce qui, c'est vrai, ne nous distingue pas vraiment de la majorité des humains. Certains humains d'ailleurs, les paysans de Lucanie se disent eux-mêmes des « somari », des « bêtes de somme ». « Noi, non siamo cristiani, siamo somari », disaient à Carlo Levi les paysans d'Aliano.

Remarque, Lucien l'âne mon ami et celui de ces paysans, que cette phrase dit beaucoup de choses. Par exemple, que ces paysans sont bien conscients des malheurs des ânes et du fait que certains humains sont soumis aux mêmes sévices. C'est le début de la solidarité et aussi, le fondement de toute révolte contre un ordre aussi injuste. Cela rejoint assez bien la chanson d'aujourd'hui. Et rien que son titre est déjà clair à ce sujet : «  LE MONDE ME FAIT MAL ». Et cette chanson marque notre retour à Gaber. Tu verras que c'est salutaire; il dit des choses assez époustouflantes et notamment, en manière d'autocritique, que je partage d'ailleurs : « Nous avons oublié de combattre, nous avons oublié de rêver. »

C'est vraiment terrible, s'il dit vrai. Car, vois-tu Marco Valdo M.I., nous les ânes, on a toujours résisté. Comme on pouvait et souvent, on ne pouvait pas grand chose. Mais on résistait quand même. C'est ce qui explique notre réputation de « mauvaises têtes ». Je vais même te dire un de nos secrets, un des secrets de la résistance des animaux aux ambitions totalitaires des hommes : nous utilisons tous les moyens de résistance : bien sûr, quand c'est possible, le refus pur et simple de travailler...

Et quand ce n'est pas possible, que faites-vous ?

Je te l'ai dit, Marco Valdo M.I. mon ami, tous les moyens sont bons. Nous on ralentit, on y va avec des pieds de plomb, on traîne, on fait semblant d'être malade, on fait des faux pas, on tombe au besoin, on sabote... Oui, on sabote, on fait semblant de bien faire les choses - ainsi on a la paix et on s'arrange pour qu'en finale, çà foire. Et quand tout cela n'est plus possible, on se réfugie en nous-mêmes et on s'enfonce dans d'immenses rêveries et puis, la nuit pour reprendre courage, on rêve que tout est comme nous aimerions que ce soit, que le monde est un lieu agréable... En fait, comme tu le vois, nous les ânes, avec nos petits moyens, nous n'oublions ni de combattre, ni de rêver.

Cela dit, cette chanson est une chanson sans musique, ou si peu : un long monologue... Mais elle est drôle (il suffit d'entendre les réactions du public), même si, dans le fond, tout au fond du rire qui emporte l'auditeur, il y a quelque chose d'amer... l’amertume de ce monde précisément. Gaber , Giorgio Gaber , un Giorgio Gaber de la maturité qui s'en va philosophant l'amertume du monde, de ce monde de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches mènent avec l'inconscience des nantis contre les pauvres dans le seul et unique but de développer et accroître encore et toujours et leur richesse et leur pouvoir et leurs privilèges.

En effet, vu ainsi, vu dans la réalité de cette Guerre atroce, le monde me fait mal à moi aussi et à des milliards de gens sur cette planète. Avec tous ceux à qui ce monde fait mal, tissons-lui son linceul à ce monde cacochyme et « si inhumain qu'on ne peut laisser à nos enfants et petits-enfants ».

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.
LE MONDE ME FAIT MAL

Le monde me fait mal, le monde me fait mal
Le monde me fait mal, le monde me fait mal
Et je ne réussis pas à trouver les mots
Pour éclaircir pour moi
Et pour le monde
Ce qui fait mal.

[Parlé]

Çà me fait mal... Me fait mal d'être laissé par une femme... Pas toujours
Il me fait mal l'ami qui m’explique pourquoi elle m'a laissé.
Ils me font mal ceux qui croient être le centre du monde... et ne savent pas que le centre du monde, c'est moi.
Çà me fait mal... Quand je me regarde dans le miroir.
Çà me fait mal aussi quand on me dit que ma fille me ressemble beaucoup physiquement... Çà me fait mal pour elle.

Ils me font mal ceux qui savent tout... et le disent tôt ou tard
Ils me font mal ces gens exagérément éduqués, détachés, formels. Me font plus mal encore ceux qui pour être authentiques éructent dans ton visage.
Çà me fait mal d'être aussi délicat et pas seulement de santé
Çà me fait mal plus que tout le fait qu'il suffit qu'une dent me fasse mal pour que le monde ne le fasse plus

Me font mal... les trop riches, les trop pauvres. Me font mal aussi les trop ceci et les trop cela
Çà me fait mal la TVA, les retenues, le 740, les commerciaux... Mamma mia comme ils me font mal, les commerciaux !
Me font mal les cachets, les guichets; les bureaux, les codes. Çà me fait mal quand je perds mon permis et que les amis me disent « condoléances ». Et les employés qui ne lèvent même pas la tête, quand tu entres. Et quand ils la lèvent se tourmentent car tu leur fais perdre du temps. Ils te traitent mal, justement, c'est nous qui nous trompons, le bureau est toujours un autre, et puis un autre encore, et puis les secrétaires, les chefs de bureau, les fonctionnaires, les directeurs, les directeurs généraux... La bureaucratie me fait mal, son appareil, sa mentalité, son arrogance... L'État me fait mal !

Comme je suis délicat.
Çà me fait mal le futur de l'Italie, de l'Europe et du monde.
Çà me fait mal le destin immanent de la planète Terre menacée par le grand trou dans sa couche d'ozone, par l'effet de serre, et par toutes ces tragédies planétaires qui ensuite, à dire la vérité... ne me font pas tellement mal...

Ce doit être car me font mal les faces vertes des verts
Ils me font mal les fax, les portables, les computeurs, et la réalité virtuelle... Même si je ne sais pas ce que c'est.
Çà me fait mal l'ignorance, autant celle de l'aller que celle du retour.
Elle me fait mal l'école privée, mais aussi la publique... Sans blaguer ! Nonobstant que le Ministre de l'Instruction Publique a un million deux cent mille employés. Numériquement dans le monde, la seconde entreprise du monde après l'armée étazunienne... !

Çà me fait mal le papier imprimé, les éditeurs... tous !
Ils me font mal les kiosques, les journaux, les revues avec leurs insertions : un petit cadeau, un opuscule, une cassette, un jeu de société... “un cappuccino et une brioche merci !”
Ils me font mal ceux qui achètent tous les journaux car la réalité est pluraliste.
Non, elle ne me fait pas mal la liberté de la presse. C'est la presse qui me fait mal !
Çà me fait mal qu'il y ait encore quelqu'un qui croit que les journalistes s'emploient à informer les gens.
Les journalistes, la honte ! « Que mettrons-nous aujourd'hui en première ? » « Un peu d'enfants violés; pour l'instant, çà marche ! »

Ils me font mal avec leurs visages présomptueux et dévergondés. Des figures libres et indépendantes et extrêmement respectueuses de leurs patrons, des petits maîtres... Des figures de grands missionnaires de l'information qui le jour suivant regarde l'indice d'audience, oui, à la télévision... Des silhouettes complètement à leur aise qui s'enfoncent le doigt dans l'oreille et se grattent les couilles. Oui, ces éditorialistes géniaux qui crient, se disputent, s'insultent, toujours plus transgressifs, ces lèche-culs travestis en rebelles !
Voilà la liberté d'information qui me fait vomir !
Comme je suis délicat.

Çà me fait mal... quand on sonne à ma porte et qu'on me fait signer pour la paix dans le monde, pour les forêts d'Amazonie, pour les baleines du Pacifique, et qu'on me demande une petite contribution, un don, des sous, plein de sous, pour les recherches diverses, pour la vivisection, pour le tremblement de terre aux Philippines, pour les sœurs du Nicaragua, pour la défense du kangourou australien... C'est moi qui dois tout faire !

Çà me fait mal … quand je me sens mal. Çà me fait mal quand dans un hôpital public, il faut sept mois pour un scanner, en moyenne. Çà me fait mal que quelqu'un après sept mois peut-être... Elle me fait mal la figure absolument normale du professeur qui dit : « Certes,qu'en privé, avec un million deux cent mille (environ 1200 Euros), on le fait demain... »
Çà me fait mal, même çà me dégoûte, qu'on spécule sur la vie des gens.
Ils me font mal ceux qui disent que les hommes sont tous égaux.
Ils me font mal aussi ceux qui disent que le gros poisson mange le petit. Il me plairait de les mettre dans la bouche de la baleine.

La grande industrie me fait mal, la moyenne me fait moyennement mal, la petite, je m'en fous.
Ils me font mal les grands fraudeurs, les moyens le font moyennement, les petits... font ce qu'ils peuvent !
Çà me fait mal qu'avec des industriels pareillement multimilliardaires, un ouvrier allemand gagne 2.800.000 par mois et un Italien 1.400.000. Mais à propos cet autre million quatre, où va-t-il finir ? Dans la poche de l’État, qui en a tant besoin.

Çà me fait mal qu'entre les impôts directs et indirects, un Italien moyen paye – justement ! Par charité – un tribut tel qu'au Moyen-Âge les gardes du roi qui l'auraient demandé aux paysans auraient été accueillis à coups de seaux de merde.

Çà me fait mal que l'Italie, vous, moi, avons réussi à avoir, on ne sait pas bien comment, deux millions de milliards de dette.
On sait, un petit vêtement aujourd'hui, une petite montre demain... Suffit d'être distrait un moment et on perd deux millions de milliards !

On le sait tous, cela. On l'entend répéter continuellement. Notre vie change à cause de cette dette.

Mais envers qui nous l'avons ? À qui les devons-nous ces sous ?

Çà, on ne le sait pas. On ne veut pas nous le dire. Non, car si nous les devons à quelqu'un qui ne compte pas...Çà va, nous les avons soutirés et c'est tout. Mais si nous les devons à quelqu'un qui compte... Deux millions de milliards ! Préparons-nous à payer en nature.

Çà me fait mal … la violence. Çà me fait mal l’abus de pouvoir, l'arrogance, l'injustice.
À dire vrai, la justice aussi me fait mal. Un pays qui a une justice comme la nôtre ne sera jamais un pays civilisé. Moi personnellement, plutôt que d'avoir à faire à la justice, je préfère être escroqué, embobiné, insulté et, à la limite, même un peu sodomisé... ce qui peut-être me plairait aussi...

Elles me font mal aussi les têtes des collaborateurs de justice, oui, des repentis... des « infâmes »... qui après avoir tué des hommes, des femmes et des enfants font un acte de contrition : trois Paters, deux Ave et ce qui est passé est passé.

Çà me fait mal …que tout soit mafia.
Çà me fait mal de ne pas comprendre pourquoi des animaux de la même espèce se tuent entre eux. Çà me fait mal …qu'en Bosnie, il n'y ait pas de pétrole.
Çà me fait mal … Çà me fait mal que certains croient que les guerres se font pour des raisons humanitaires. Çà me fait mal aussi qu'on meure en Somalie, au Rwanda, en Palestine, en Tchétchènie. Çà me fait mal qu'on meure. Çà me fait mal qu'on dise çà me fait mal qu'on meure et qu'on fasse semblant de rien face au trafic d'armes qui est un des piliers sur lequel repose notre bien-être tant aimé.

Ils me font mal les lobbies du pouvoir, les loges maçonniques, la P.2 ! Et le P.1 ? S'il y a une P.2, il doit y avoir une P.1, sinon la P.2 s’appellerait la P.1... Non, ceux de la P.1 sont bons, tranquilles, comme... des « agneaux » (Agnelli), en général, ils se reposent. [ Et la P.3 ? Qu'est-ce qu'on y fait ?, dit Lucien Lane]

Çà me fait mal n'importe quel type de pouvoir, connu, mais aussi inconnu, souterrain, qui est en fait le vrai pouvoir. Çà me fait mal les oscillations et les retournements mystérieux de la haute finance. Plus que mal, çà me fait peur, car je me sens dans le noir, je ne vois pas leurs faces. Personne ne parle, personne ne sait rien. Ils sont intouchables. Des figures mystérieuses qui tire les fils d'un mécanisme invisible, tellement au-dessus de nous qu'on se sent exclus. C'est là, dans qui sait quels salons magiques et ouatés qu'à voix basse et avec des manières raffinées, se décide le sort de notre monde : des guerres de libération aux grands monopoles, des crises économiques aux chutes de murs, aux massacres les plus féroces.

Çà me fait mal quand on m'envoie mon bulletin électoral.
Elle me fait mal leur démocratie, cette démocratie qui est la seule que je connaisse.
Elle me fait mal la première république, la deuxième, la troisième, la quatrième...
Ils me font mal les partis... l'un, l'autre, tous. Ils me font mal les politiques, toujours plus abjects, toujours pires. Çà me fait mal leurs manières accommodantes, imbéciles, truands. Et comme ils sont proches de nous leurs électeurs, comme ils nous remercient, comme ils nous aiment... Mais oui, moi aussi je voudrais des baisers, des morsures dans le cou... pour bien comprendre que je l'ai dans le cul. Tous, tous, nous l'avons toujours eu dans le cul... par ceux d'avant, par ceux de maintenant, par tous ceux qui font métier de la politique.

Qui sont là chaque jour pour se montrer. Certes, ils ont besoin de nous qui devons les appuyer, les préférer, nous devons voter pour eux, dans cet ignoble carrousel, dans ce grand et libre marché des figures... figures, faces, faces qui laissent entendre qu'elles savent tout et ne disent rien. Têtes qui ne savent rien et qui disent … tout.

Faces persuasives et cordiales, avec leur sourire de plastique
Têtes expertes et compétentes qui s'effondrent au premier subjonctif
Figures complaisantes, vaniteuses, qui s'encensent comme de vieilles pouffiasses
Gueules patibulaires, qui ne supportent pas la prison et se disent malades
Physionomies qui derrière leurs belles phrases ont un passé honteux à cacher
Faciès de bar qui t'agressent dans un délire de crachats et d'idioties
Profils mégalomanes de petits Duces dilettantes

Frimousses cyniques d'école de parti, formées aux subterfuges et aux coups bas.
Silhouettes qui ont toujours la réponse prête et qu'on n'a jamais le temps d'envoyer se faire foutre !
Gueules à faire fuir la solidarité
Faces de mafieux qui combattent la mafia.
Trombines de valets intellectuels, de valets galonnés, trombines de valets et basta.
Bustes sculptés dans la pierre qui lancent des conneries avec une grande autorité !
Il n'y a pas une face, pas une seule qui montre le moindre signe d'un quelconque idéal.
Un visage qui rappelle le courage, la rigueur, l'exil, la prison.
Non, il y a seulement un égoïsme incontrôlé, la manie de s'affirmer, le pouvoir, l'argent, l'avidité la plus honteuse, dans ces faces impuissantes et assoiffées de pouvoir.

Faces qui chaque jour assaillent mon visage en proie à tous ces néants.
Et vous croyez encore qu'elles contiennent des idées ? Mais quelles idées ?
La chose qui me fait le plus mal est de voir nos figures marquées par les blessures de toutes les batailles que nous n'avons pas faites
Et elles me font encore plus mal les têtes de nos fils avec la lassitude anticipée de ceux qui ne trouveront jamais

Oui, nous avons peut-être laissé en héritage un bien-être normal, mais nous n'avons pas pu laisser ce que nous avons oublié de combattre et ce que nous avons oublié de rêver.
Il faut absolument trouver le courage d'abandonner nos égoïsmes mesquins et chercher un nouvel élan collectif issu peut-être justement des choses qui nous font mal, de nos ennuis quotidiens, de nos communes intolérances, de notre refus ! Car un homme seul qui crie son « non » est un fou. Des millions d'hommes qui crient le même « non » auront la possibilité de vraiment changer le monde.

Le monde me fait mal, le monde me fait mal
Le monde me fait mal, le monde me fait mal

Çà me fait mal plus que tout de croire
Que c'est un destin ou une condamnation
Qu'existe un remède chez un seul individu
Qu'il soit homme ou femme.

Le monde me fait mal, le monde me fait mal

Çà me fait mal plus que tout d'admettre
Que nous sommes tous des hommes normaux
Avec notre illusion de participer sans jamais comprendre
Combien nous sommes seuls.

Le monde me fait mal, le monde me fait mal

C'est un malêtre que nous avons en dedans
C'est l'origine de nos ennuis
Une douleur dont ne meurt
Que lentement, qui nous rend tristes, tristes et mauvais.

Le monde me fait mal, le monde me fait mal
Le monde me fait mal, le monde me fait mal
Il me fait mal, il me fait mal

Il me plaît cependant de croire
Que la confiance n'est jamais disparue
Et que d'un coup se réveille un beau rêve et renaît le besoin
D'une vie différente.

Le monde me fait mal, le monde me fait mal

Il me plaît cependant de m’imaginer
Que la réponse soit un vrai refus
Que l'éruption de l'intolérance perde consistance
Et qu'on redevienne un chœur.
Le monde me fait mal, le monde me fait mal

Mais la rage que nous portons en nous
Est la preuve que nous ne sommes pas anéantis
Par un destin aussi inhumain
Qu'on ne peut laisser à nos enfants et petits-enfants

Le monde me fait mal, le monde me fait mal
Le monde me fait mal, le monde me fait mal
Il me fait mal, il me fait mal

inviata da Marco Valdo M.I. - 18/9/2010 - 21:51


Parole comprate


Ascanio Celestini, Parla con me 28/02/2009

daniela -k.d.- - 23/4/2009 - 16:20




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