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Io me ne volli andà per i' Mugello

anonimo
Lingua: Italiano (Toscano Mugellano)




Io me ne volli andà per i' Mugello
su su pe' le Hardine alla Huerciola. (1)
Attenti amici l'argomento è bello
e chi lo sente assai si rihonsola.

Se di parlare mi date i' permesso
vi honto la storia d'un vero progresso:
stat'attenti! Stat'attenti!
Son sihuro, sarete hontenti,
ecco, i' fatto 'e successe hosì.

Quando fui giunto ai prati d'i Guadagni (2)
Le viddi una ventina di ragazze.
Mi misi sott'un arbero a guardare,
sentivo 'he ridèan come pazze.

Chi aveva i'rastrello, hi aveva i' forcone,
giravano i'fieno d'i'loro padrone;
che bellezze! che bellezze!
Rimirando le loro fattezze
io mi volli hosì riposà.

Nimmentre stavo là n'i' riposare,
viddi arrivà tre frahi francescani.
L'Annina he potiede (3) giudihare
si vorta e dice all'Isola d'i'Giani:

“Guardahe 'mpohino hue' tre bighelloni
he vanno girando gabbando i minchioni!
Li vedehe? Li vedehe?
Loro hampano senza monehe
e a noàrtre 'e ci tocca sudà.”

I' frahe Don Rodrigo 'intese huesto,
corse all'Annina e gni tirò un ceffone.
Ma i' frahe a rigirassi 'e fece presto
perché la lo rincorse co i' forcone.

“Aiuto hompagni!”, gridava Rodrigo,
accorse Giovanni co i'frahe Amerigo.
E Giovanni, e Giovanni,
la Beppona l'acchiappa pe' panni
e co i'frahe pe' terra cascò.

E un artro frahe 'he 'un l'avèan veduho
finì giù a ruzzoloni pe' le fossa.
E se' ragazze 'hon pensiero astuho
intenziononno (4) di squarciagni l'ossa.

Arriva la Flora d'i'poggio Hapalle (5)
gni morde una mela (6), gni strigne...l'urecchi,
poerino! Poerello!
Alla fine gni mozza...i' ciuffetto,
e i' processo doman si farà. (6)
NOTE esplicative

(1) Le Caldine e la Querciola sono poco fuori Firenze, nel comune di Fiesole, sulla strada che da Firenze (alle Cure) mena per il Mugello verso Borgo San Lorenzo, e che in ultimo va a Faenza (la via Faentina, si chiama).

(2) I Prati del Guadagni sono ancora oltre la Querciola, oramai quasi all'Olmo e quindi al limitare tra i comuni di Fiesole, Pontassieve e Borgo. Siamo ormai in Mugello pieno.

(3) Potiede: potette, poté. Nel fiorentino rustico (di città e di campagna) sono frequenti i passati remoti in -iedi, -iede: andiede (per “andò”), stiede (per “stette”) ecc. Si tratta in ultima analisi di un'interferenza del passato remoto diede (da “dare”).

(4) Intenziononno: intesero, decisero. La forma rustica della III persona del passato remoto della I coniugazione è in -onno: comandonno, volonno, sparonno (comandarono, volarono, spararono) (da antichi *comandorno, *volorno, *sparorno).

(5) Il Poggio Capalle dev'essere un'altura delle vicinanze (ma non la conosco). “Capalle” è comunque toponimo frequente nel fiorentino (ad esempio nella piana tra Firenze e Campi Bisenzio): “Casa delle Palle”, dai poderi che recavano lo stemma mediceo con le sei Palle.

(6) Si noti l'artificio per non nominare certe parti del corpo: la rima viene sì evitata, ma in modo da far capire benissimo cosa si voglia davvero dire (le palle e l'uccello, per farla breve!).




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