Ho perduto il mio nome
Nella piana a Frankenhausen
Nel massacro degli eletti
Sotto ai colpi di Lutero
Ho battezzato i contadini
Con il fango e con la falce
Ho imparato la rivolta
Nei solchi delle loro facce
Era il tempo in cui il Maestro
Incendiava chiese e altari
Di chi ha tradito dio e gli oppressi
Lavandosi le mani
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Accettare la sconfitti
E mettermi a scappare
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Coltivare la vendetta
Negli occhi di chi ha sete e ha fame
Braccato senza tempo
Dalla Santa Inquisizione
Ho ritrovato dentro a un pozzo
La follia della ragione
Nei bordelli dell’impero
Nelle locande straboccanti
Ho brindato con la daga
All’epopea dei nuovi santi
Un profeta fornaio
Un poeta pappone
A ripulire il Tempio
Dai mercanti in confessione
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Rivestire la mantella
E cominciare a camminare
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Rimboccare la bisaccia
Di ferro, piombo e rame
Ma seminare la gramigna
In una terra concimata
Può portare a fioritura
Una rosa avvelenata
E se il frutto dell’orrore
È annaffiato con premura
Il raccolto di cancrena
È cosa assai sicura
Re Davide scortato
Dagli unti e dai bambini
A partorire il suo delirio
Tra le braccia dei becchini
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Sputare su ogni scettro
Il groviglio del mio errare
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Annusare senza tregua
Chi ha tradito come un cane
La mia memoria, la mia sacca
Solamente han conservato
Quattro lettere ingiallite
Sopra a un nome camuffato
Ma il sapore della rogna
E l’odore della merda
Basteranno per guidarmi
Dritto dritto alla tua reggia
Ho fottuto banchieri
Raggirato i loro affari
Per finire ad aspettarti
Tra le spezie ed i canali
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Imbastire coi giudei
Una trama colossale
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Portare il vaticano
Tra i tedeschi e le puttane
Venezia che galleggia
Sulla punta di un diamante
Venezia che mi accoglie
Senza far troppe domande
Con Demetra al Caratello
E il “Beneficio” nella mano
Ho cambiato le mie vesti
Con quelle di Tiziano
Ti ho attirato nella gabbia
Come un topo col formaggio
Per vedere com’è fatta
La faccia di un vigliacco
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Assistere alla fine
Di una storia trentennale
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Toglierti il cappuccio
E iniziare a ricordare…
Ripercorro nella nebbia
L’esistenza di un perdente
Tra i morti dietro a un sogno
E le spine del presente
Due vecchi, due racconti
Scritti sullo stesso muro:
Io non sono uguale a te
Non ho servito mai nessuno
Agli occhi dei potenti
E degli sbirri al loro soldo
Son tra quelli che han sfidato
L’ordine del mondo
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Ridere di voi
E solcare ancora il mare
Nella bonaccia di chi attende
Di scagliare un’altra pietra
Possano i miei giorni
Trascorrer senza meta.
Nella piana a Frankenhausen
Nel massacro degli eletti
Sotto ai colpi di Lutero
Ho battezzato i contadini
Con il fango e con la falce
Ho imparato la rivolta
Nei solchi delle loro facce
Era il tempo in cui il Maestro
Incendiava chiese e altari
Di chi ha tradito dio e gli oppressi
Lavandosi le mani
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Accettare la sconfitti
E mettermi a scappare
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Coltivare la vendetta
Negli occhi di chi ha sete e ha fame
Braccato senza tempo
Dalla Santa Inquisizione
Ho ritrovato dentro a un pozzo
La follia della ragione
Nei bordelli dell’impero
Nelle locande straboccanti
Ho brindato con la daga
All’epopea dei nuovi santi
Un profeta fornaio
Un poeta pappone
A ripulire il Tempio
Dai mercanti in confessione
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Rivestire la mantella
E cominciare a camminare
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Rimboccare la bisaccia
Di ferro, piombo e rame
Ma seminare la gramigna
In una terra concimata
Può portare a fioritura
Una rosa avvelenata
E se il frutto dell’orrore
È annaffiato con premura
Il raccolto di cancrena
È cosa assai sicura
Re Davide scortato
Dagli unti e dai bambini
A partorire il suo delirio
Tra le braccia dei becchini
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Sputare su ogni scettro
Il groviglio del mio errare
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Annusare senza tregua
Chi ha tradito come un cane
La mia memoria, la mia sacca
Solamente han conservato
Quattro lettere ingiallite
Sopra a un nome camuffato
Ma il sapore della rogna
E l’odore della merda
Basteranno per guidarmi
Dritto dritto alla tua reggia
Ho fottuto banchieri
Raggirato i loro affari
Per finire ad aspettarti
Tra le spezie ed i canali
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Imbastire coi giudei
Una trama colossale
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Portare il vaticano
Tra i tedeschi e le puttane
Venezia che galleggia
Sulla punta di un diamante
Venezia che mi accoglie
Senza far troppe domande
Con Demetra al Caratello
E il “Beneficio” nella mano
Ho cambiato le mie vesti
Con quelle di Tiziano
Ti ho attirato nella gabbia
Come un topo col formaggio
Per vedere com’è fatta
La faccia di un vigliacco
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Assistere alla fine
Di una storia trentennale
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Toglierti il cappuccio
E iniziare a ricordare…
Ripercorro nella nebbia
L’esistenza di un perdente
Tra i morti dietro a un sogno
E le spine del presente
Due vecchi, due racconti
Scritti sullo stesso muro:
Io non sono uguale a te
Non ho servito mai nessuno
Agli occhi dei potenti
E degli sbirri al loro soldo
Son tra quelli che han sfidato
L’ordine del mondo
Quello che devo fare
Quello che devo fare
Ridere di voi
E solcare ancora il mare
Nella bonaccia di chi attende
Di scagliare un’altra pietra
Possano i miei giorni
Trascorrer senza meta.
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