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Non c'è fine al male

Reveg
Language: Italian




brano in chiave reggae di denuncia contro ogni forma di guerra e del male umano
Non c’è fine al male,
solo chi non ha gli occhi lo nega.
Noi possiamo cantare
per quelli che non possono più parlare.

Figli del fuoco nati in silenzio,
giocano a pallone sopra un cimitero d'infanzia
le bombe cadono come neve d’inverno —
ma non scaldano,
gelano il cuore e l’umana arroganza.

Mamme con latte amaro nei seni,
urlano ai cieli che restano muti.
Chi comanda ha le mani ben pulite,
ma i nostri sogni li lavano
nel sangue dei caduti.

Non c’è fine al male, no
solo maschere al telegiornale.
Chi semina morte raccoglie potere,
gioca col mondo come fosse un bicchiere.

E noi che cantiamo per restare umani
con le lacrime in gola
e le mani nei panni di chi
di chi non ha casa né pane né pace,
ma un cuore che ancora non tace.

Missili in fila come pane la domenica,
bambini a pezzi l'umanità è comica
parlano d'onore difesa e ragione
ma spediscono giovani in missione di distruzione.
Il profitto è l’unico dio che li guida,
firmato in giacca, seduto in cabina.

I morti — numeri muti —
mentre vendono armi coi sorrisi astuti.

Non c’è fine al male,
solo menzogna a forma d’ideale.
Chi decide il fronte non va in trincea,
vive lontano ma crea la marea

Con noi balliamo su macerei e polvere
a ritmo dub Tra spine e rose
la musica è scudo e voce rivolta
mentre il mondo sprofonda e chi comanda volta

Li chiamano conflitti
ma sono genocidi d’indifferenza.
Si parla di difesa,
ma si vedono madri
col figlio in una bara.

E chi vende guerra
vende anche le lacrime per coprirla.

Ditemi voi cos’è la civiltà,
se un drone ha più diritti
di un neonato in città,
se un passaporto decide se sei umano,
solo carne da statistica
nel palmo di una mano.

Hanno il potere e lo chiamano giusto,
lo travestono da pace — ma è solo un abuso.
E mentre il popolo muore a milioni,
loro brindano coi nostri rifiuti e illusioni.

No, non c’è fine al male,
ma è ancora possibile fermarne il passo:
con parole come pugni,
con verità che spacca il silenzio.

Spegnere le armi
per accendere la coscienza,
prima che resti solo polvere
e niente più da amare.

Contributed by Antonio Lanni - 2025/11/5 - 23:31




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