Дей, гиди, пушка-бойлия ! [1]
Дей, гиди, сабя-френгия !
В равно ми поле, широко
Зад поле гора зелена
Във гора дърво високо
Високо и стволовато
На дърво пиле - славейче
Пиленце пее, говори:
"Кой има либе хубаво
Да либи, да се налиби
Че идат години размирни
Да не му жалба остане."
Дей, гиди, сабя-френгия !
В равно ми поле, широко
Зад поле гора зелена
Във гора дърво високо
Високо и стволовато
На дърво пиле - славейче
Пиленце пее, говори:
"Кой има либе хубаво
Да либи, да се налиби
Че идат години размирни
Да не му жалба остане."
[1] Pilence pee
Dej, gidi, puška-bojlija !
Dej, gidi, sabia-frengija !
V ravno mi pole, široko
Zad pole gora zelena
Văv gora dărvo visoko
Visoko i stvolovato
Na dărvo pile – slavejče
Pilence pee, govori:
Koj ima libe hubavo
Da libi, da se nalibi
Če idat godini razmirni
Da me mu žalba ostane.
Contributed by Riccardo Venturi - 2025/10/7 - 20:23
Language: Italian
Traduzione italiana / Italian translation / Traduzione italiana / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 7-10-2025
Riccardo Venturi, 7-10-2025
Canta l'uccellino
Eccoti, lungo fucile! [1]
Eccoti, spada francese! [2]
Nella mia vasta e piatta campagna
C’è, dietro, una verde foresta.
Nella foresta c’è un alto albero,
Alto e dal grosso tronco.
Sull’albero c’è un uccellino, un usignolo
E l’uccellino canta e dice :
"Chi ha una bella che ama
La ami e del suo amore non sia sazio! [3]
Perché corrono anni terribili
E così, dopo, non avrà rimpianti."
[1] Il primo verso è quasi interamente in turco, a partire dall’espressione Дей гиди (tc. dey gidi, aoristo del verbo gitmek “andare, passare” ecc.; lett. “ecco, va!”) per arrivare a бойлия [bojlija], appellativo del fucile “lungo quanto un uomo” (tc. boy “statura”, termine passato in tutte le lingue balcaniche, bg. бой, greco μπόι).
[2] Le spade francesi hanno sempre goduto di larghissima considerazione. Nelle canzoni popolari bulgare e nell’epica popolare, però, quasi sempre una “spada di alta qualità” è дамаскиня [damaskinia] “fabbricata a Damasco”. La menzione della “spada francese” fa propendere per una non eccessiva antichità del canto; ma il canto epico bulgaro, come un po’ tutto quello dei paesi balcanici, si è perpetuato fino ai tempi moderni nelle sue strutture antiche (ad es. nei canti resistenziali della II guerra mondiale).
[3] Ho tradotto così ad sensum. In realtà, col pressoché intraducibile gioco dei verbi imperfettivi e perfettivi del bulgaro, si tratta dello stesso verbo imperfettivo (либи) seguito dal suo perfettivo (налиби). Qualcosa come "la ami e la riami", "la ami e non finisca di amarla" ecc.
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Pilence pee [Dej gidi puška bojilija!]
[XIX secolo?] [19th century?]
Canto popolare bulgaro / Bulgarian folksong / Chanson populaire bulgare / Bulgarialaien kansanlaulu
Orchestrazione / Arrangement for orchestra / Orchestration / Orkestrointi: Krasimir Cvetanov Kiurkčijski (Красимир Цветанов Кюркчийски, 1936-2011)
Interpreti / Singing / Chante / Laulaa: Le Mystère des Voix Bulgares, 1975
Album / Albumi: [Marcel Celler présente] Le Mystère des Voix Bulgares, 1975
Canzone popolare bulgara che potrebbe risalire alle guerre di liberazione bulgare dall’Impero Ottomano (1872-1878); ma, dal riferimento alle armi (il “lungo fucile” e, soprattutto, la “spada francese”), è possibile che il suo fondo sia più antico. L’impianto è quello piuttosto classico del canto popolare: un combattente si prepara per la guerra, e prende le armi salutandole addirittura. In un boschetto dietro la sua campagna (che è “piatta”, e che quindi riporta alla Pianura Tracia a sud dei Balcani), un “uccellino” (пиленце [pilence], dim. Di пиле [pile] “uccello”; si specifica nel verso che è uno славейче [slavejče], cioè lett. un “usignoletto”, diminutivo di славей [slavej] “usignolo”) col suo canto invita a godere finché si può dell’amore della propria bella, perché “corrono anni terribili” (il termine originale, размирни, significa piuttosto “difficili, complicati”) ed è quindi meglio non avere rimpianti prima di andare incontro ad una morte più che probabile. La possibile maggiore antichità del canto si vede proprio da questo particolare “soprannaturale”: l’uccellino parlante (говори significa in bulgaro sia “parla” che “dice”) che, con saggezza, invita l’essere umano a godersela prima della guerra. A meno che l’uccellino non sia il soldato stesso, che parla a se stesso: “me l’ha detto un uccellino...” Si tratta di un procedimento psicologico antico quanto il mondo: nei suoni della natura, l’essere umano sente la sua voce interiore.
Si tratta inequivocabilmente di un canto popolare, perdipiù con la presenza cospicua di termini turchi che lo “datano” abbastanza precisamente perlomeno a un paio di secoli fa (v. note [1] e [2] alla traduzione italiana). Dico questo, perché secondo le informazioni ricevute da Greta Giavedoni, che ci ha richiesto notizie sul canto per un suo progetto musicale, da molte parti il canto è attribuito autorialmente a Krasimir Cvetanov Kiurkčijski (Красимир Цветанов Кюркчийски, 1936-2011), compositore e direttore d’orchestra bulgaro. Non un nome da poco, essendo stato tra i principali allievi di Dmitrij Šostakovič. Nella sua lunga attività, Kiurkčijski ha diretto importanti orchestre di canto popolare, come l’ensemble “Filip Kutev” di musica popolare della radio statale bulgara. Kiurkčijski ha quindi riarrangiato parecchi componimenti popolari, tra i quali questo (1975) studiato espressamente per il celeberrimo ensemble Le Mystère des Voix Bulgares (bulg. „Мистерията на българските гласове [Misterijata na bălgarskite glasove]) (ricordiamo tra l’altro la sorprendente collaborazione di tale ensemble con Elio e le Storie Tese). Krasimir Kiurkčijski è quindi soltanto l’orchestratore del brano per canto corale a cappella.
La questione di questo canto è un po’ complicata dalla presenza di almeno due componimenti bulgari intitolati Pilence pee; per questo motivo ho ritenuto distinguere questo canto con il suo primo verso nel titolo. Il secondo canto, del quale propongo un video qua sotto, non ci ha assolutamente nulla a che vedere. [Riccardo Venturi, 7-10-2025 21:22]
"Pilence pee" (altro canto), interpretato da Nadia Karadjova