1. VHS 03:18
2. Funerali 01:44
3. Bekir 02:06
4. 02 agosto 1992 / Separazione 03:27
5. Fatima Fuma 03:10
6. Feriti 02:15
7. Il Silenzio di Bekir 01:54
8. Srebrenica 01:34
9. La confessione 02:06
10. Campane 02:30
11. Casa Pazza 04:18
12. Ultimi Diari 05:10
13. Deportazione 04:44
14. DNA 02:29
15. Fatima 02:31
2. Funerali 01:44
3. Bekir 02:06
4. 02 agosto 1992 / Separazione 03:27
5. Fatima Fuma 03:10
6. Feriti 02:15
7. Il Silenzio di Bekir 01:54
8. Srebrenica 01:34
9. La confessione 02:06
10. Campane 02:30
11. Casa Pazza 04:18
12. Ultimi Diari 05:10
13. Deportazione 04:44
14. DNA 02:29
15. Fatima 02:31
Contributed by Dq82 - 2025/9/16 - 09:19
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regia di: Ado Hasanovic
È il 1993 quando Bekir Hasanović scambia una moneta d’oro con la videocamera che userà per filmare la vita di ogni giorno a Srebrenica, nei giorni della guerra. Le immagini che registra con la sua troupe improvvisata, chiamata Dzon, Ben & Boys, dà vita al ritratto inaspettato di una popolazione smarrita, ma che mantiene un fiero legame con la realtà senza rinunciare alla giusta dose di umorismo. Ado, figlio di Bekir, parte da queste immagini e dalle pagine dei diari tenuti dal padre per ricostruire, insieme alla madre Fatima, la sua immagine e riuscire finalmente a sapere come ha fatto a sopravvivere alla Marcia della Morte e al genocidio di Srebrenica.
Srebrenica è un perno per questi nuovi 43 minuti di grande musica perché è la sintesi tematica e stilistica di tutto l'album, caratterizzato da un incedere rispettoso, un requiem all'umanità e ai suoi residui, che negli anni '90 furono spazzati via nei Balcani. I diari di mio padre è una processione a testa bassa, una raccolta di canti strozzati in gola, di cui è rimasta soltanto l'eco strumentale, di cui ci è permesso ascoltare solo le ombre.
In questo sta la sensibilità tutta particolare di Iosonouncane, nel far suonare un disco inedito come la necessaria sonorizzazione di immagini documentaristiche, in un processo che nasce dall'impulso ma che approda verso un rigore esecutivo impressionante. Nello scorrimento inesorabile di tutte le tracce il disco finisce per diventare una culla orrorifica che avvolge la mente e i sensi, fino alle ultime note di Fatima, epilogo splendido, altra perla di un lavoro difficilmente raccontabile.
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