Deux gendarmes, un beau dimanche,
Chevauchaient le long d'un sentier;
L'un portait la sardine blanche,
L'autre, le jaune baudrier.
Le premier dit d'un ton sonore:
"Le temps est beau pour la saison".
Phoebus, au bout de sa carrière,
Put encore les apercevoir;
Le brigadier, de sa voix fière,
Troubla le silence du soir:
Vois,dit- il, le soleil qui dore
Les nuages à l'horizon.
Ah! c'est un métier difficile:
Garantir la propriété;
Défendre les champs et la ville
Du vol et de l'iniquité.
Pourtant, l'épouse qui m'adore
Repose seule à la maison.
Il me souvient de ma jeunesse;
Le temps passé ne revient pas...
J'avais une folle maitresse,
Pleine de mérite, et d'appas.
Mais le cœur... pour quoi? je l'ignore...
Aime à changer de garnison.
La gloire, c'est une couronne
Faite de rose et de laurier;
J'ai servi Vénus et Bellone:
Je suis époux et Brigadier.
Mais, je poursuis ce météore
Qui vers Colchos guidait Jason.
Puis, ils rêvèrent en silence;
On n'entendit plus que le pas
Des chevaux marchant en cadence;
Le brigadier ne parlait pas.
Mais, quand revint la pâle aurore,
On entendit un vague son:
Chevauchaient le long d'un sentier;
L'un portait la sardine blanche,
L'autre, le jaune baudrier.
Le premier dit d'un ton sonore:
"Le temps est beau pour la saison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
Phoebus, au bout de sa carrière,
Put encore les apercevoir;
Le brigadier, de sa voix fière,
Troubla le silence du soir:
Vois,dit- il, le soleil qui dore
Les nuages à l'horizon.
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
Ah! c'est un métier difficile:
Garantir la propriété;
Défendre les champs et la ville
Du vol et de l'iniquité.
Pourtant, l'épouse qui m'adore
Repose seule à la maison.
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
Il me souvient de ma jeunesse;
Le temps passé ne revient pas...
J'avais une folle maitresse,
Pleine de mérite, et d'appas.
Mais le cœur... pour quoi? je l'ignore...
Aime à changer de garnison.
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
La gloire, c'est une couronne
Faite de rose et de laurier;
J'ai servi Vénus et Bellone:
Je suis époux et Brigadier.
Mais, je poursuis ce météore
Qui vers Colchos guidait Jason.
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
Puis, ils rêvèrent en silence;
On n'entendit plus que le pas
Des chevaux marchant en cadence;
Le brigadier ne parlait pas.
Mais, quand revint la pâle aurore,
On entendit un vague son:
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier, vous avez raison".
"Brigadier", répondit Pandore,
"Brigadier, vous avez raison".
Contributed by Riccardo Venturi - 2025/9/10 - 05:47
Language: Italian
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 10-9-2025 06:04
Riccardo Venturi, 10-9-2025 06:04
I due gendarmi
Due gendarmi, una bella domenica
Cavalcavano lungo un sentiero.
Uno aveva il gallone bianco, [1]
L’altro l’imbracatura gialla.
Il primo disse, sonoramente:
“Il tempo è bello per la stagione,”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
Febo, al termine della sua corsa,
Poteva ancora intravederli; [2]
Il brigadiere, con voce chiara,
Turbò il silenzio della sera:
“Vedi”, disse, “il sole che indora
Le nuvole all’orizzonte.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Ah, è un duro mestiere
Garantire la proprietà,
Difender campagne e città
Dal furto e dall’iniquità.
Per questo la mia sposa adorata
Dorme da sola a casa.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Mi sovvengo della mia gioventù,
Il tempo passato non torna più :
Avevo un’amante pazzesca
Assai meritevole ed attrattiva ;
Ma al cuore, non so come mai,
Piace cambiare guarnigione.” [3]
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“La gloria è una corona
Fatta di rose e di alloro.
Ho servito Venere e Bellona, [4]
Ora son sposo e brigadiere.
Ma ancor perseguo la meteora
Che verso la Colchide guidò Giasone.” [5]
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
E poi sognarono in silenzio,
Non si sentì più altro che il passo
Dei cavalli in marcia cadenzata,
Il brigadiere non parlava.
Ma quando riapparve la pallida aurora [6]
Si percepì un vago bisbiglio:
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere, avete ragione.”
“Brigadiere”, rispose Pandore,
“Brigadiere, avete ragione.”
[1] Nel gergo militare francese, la sardine è il gallone bianco che reca i gradi (di solito lo si usa per il “caporale”, ma qui è un brigadiere). Il non graduato, cioè Pandore, reca la semplice imbracatura gialla d’ordinanza.
[2] Febo (“splendente”, “lucente”; gr. Φοῖβος) è appellativo del dio Apollo e, per esteso, metafora del Sole. Tutta questa “mitologata” per dirci che siamo al tramonto.
[3] Si noti la metafora militaresca.
[4] Il Brigadiere vuole evidentemente dire sia di “avere corso la cavallina” (servito Venere) e di “avere eseguito i suoi doveri di militare” (servito Bellona, divinità femminile che, nella mitologia classica, incarnava la guerra).
[5] La ricerca del Vello d’Oro nella Colchide, da parte di Giasone.
[6] Altra reminiscenza classica (omerica).
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.

Paroles et musique / Testo e musica / Lyrics and music / Sanat ja sävel: Gustave Nadaud
Scritta nel 1852, la canzonetta satirica di Gustave Nadaud ottenne immediata notorietà; a questa contribuì, ovviamente, il fatto che fu immediatamente e severamente proibita dalle preposte autorità del neonato Secondo Impero. Per forza di cose, verrebbe da dire: la canzone è una feroce presa in giro dei militari (impersonati dai “due gendarmi”). Due gendarmi, un graduato (il “Brigadiere”) e un inferiore (“Pandore”) cavalcano al tramonto impegnati in una perlustrazione per le campagne. Il graduato si lascia andare a tutta una serie di banali considerazioni e ricordi, conditi con trite citazioni mitologiche (che dovrebbero far risaltare la sua “cultura”), mentre il bravo Pandore, che non ci capisce nulla, risponde in modo passivamente obbediente: “avete ragione”, continuando a ripeterlo anche quando il Brigadiere sta zitto. Da una parte, la tronfia “superiorità” del graduato, e dall’altra la cieca obbedienza del sottoposto la cui intelligenza, viene da dire, è pari o inferiore a quella di una melanzana.
Che la canzone non potesse certo incontrare i favori delle autorità di allora, è assolutamente logico; come sempre accade in questi casi, la sua clandestinità ne accrebbe la fama a dismisura. La figura di “Pandore” divenne emblematica: il bravo soldato sempliciotto e pressoché deficiente che, in sé, non sarebbe una cattiva persona, ma che, per la divisa che indossa, obbedisce ciecamente agli ordini senza chiedersi mai nessun perché (cosa che, del resto, sarebbe incapace di fare). “Pandore” fu senz’altro inventato da Nadaud; lo riprese probabilmente dall’olandese pandoer, “gendarme” in fiammingo (Nadaud era nativo di Roubaix, e conosceva quindi bene il fiammingo), che del resto era già presente in francese come pandour “soldato di una milizia irregolare; guardia campestre”, termine proveniente in ultima analisi dalla lingua ungherese e presente anche in italiano come “panduro”. Cosicché il termine pandore si popolarizzò anche come nome comune per indicare il “soldato sempliciotto” e obbediente, che obbedisce sempre a ciò che gli viene comandato (anche di sparare sulla folla, se necessario).
Si spiega così, tra le altre cose, l’uso che del termine fece Jean-Baptiste Clément sia nella “strofa militante” de Le temps des cerises, sia ne La semaine sanglante. Grazie alla canzone di Nadaud, all’epoca il termine si capiva immediatamente e se ne sapeva perfettamente l’origine. Ora, naturalmente, c’è bisogno di qualche nota storica. A differenza delle canzoni di Clément, legate indissolubilmente alla Comune di Parigi, Les deux gendarmes, pur essendo ancora conosciuta, non è entrata nella Storia. Eppure le canzoni di Nadaud, tra i pochi e tra i primi autentici “cantautori” (in quanto scriveva di solito sia i testi che le melodie delle proprie canzoni), non sono “passate di moda”, tanto che, a volte, lo si chiama “un autore attuale del XIX secolo”. Le sue canzoni le hanno cantate gente come Charles Trenet, Michel Delpech, Rénaud e Bénabar, e soprattutto Georges Brassens lo considerava apertis verbis come il suo “professeur de chanson” (e se ne vede palesemente l’influenza).
Come non di rado accade, al giorno d’oggi non è raro sentire questa canzone eseguita da bande militari in raduni ecc., forse per mostrare che anche i militari sono capaci di “autoironia”. Salvo, naturalmente, tornare subito dopo a fare i militari, anzi i pandores e obbedire, signorsì! Ce ne rimane un’antica incisione dello chansonnier Charlus (1860-1951), risalente al 1908 e che qui sotto si propone. Per aggiungere un tocco d’ironia della sorte, il vero nome di Charlus (nato a Aumale, in Normandia, il 6 settembre 1860) era Louis-Napoléon Defer, che in italiano suonerebbe “Luigi Napoleone di ferro”. Non solo i genitori gli avevano dato il nome dell’Imperatore, ma era anche di ferro! [RV 10-09-25]